Capitolo 72: Meraviglia

46 4 2
                                    

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Kevin

Questa ragazzina incredibile è qui davanti a me e, persino ad occhi chiusi, con il semplice tocco delle sue labbra, riesce a scovare le mie ferite nascoste, emblema di quelle più profonde che il mio animo ha vissuto lontano da lei.

E' bellissimo avvertire che qualcuno si prende cura di me, anche solo passando il disinfettante su quei taglietti insignificanti che ho sul mento, ma che Romi considera con estrema premura. È tanto che non sperimentavo questa sensazione, quella di quando qualcuno ti accudisce.

Io intanto la osservo rapito, con altrettanta smisurata attenzione. Quando passa delicata le dita sul mio labbro inferiore, comincio a baciarle lentamente, senza mai staccare i miei occhi dai suoi. Romi indugia qualche secondo, seguendo i lineamenti del mio viso con le sue carezze, senza le quali mi rendo conto che non potrei vivere. Io l'attiro a me e l'abbraccio, forse più forte del dovuto; poi comincio a baciarle il collo.

Romi mi stringe a sua volta, ma poi mi ferma, mettendomi le mani sulle spalle e guardandomi seria. "Kevin, promettimi che non ti metterai nei guai. Devi promettermi che starai fuori dai casini, che sarai prudente e starai attento. Non fare cazzate" mi intima con tono fermo, così di punto in bianco. Tento di trattenere un sorriso di fronte a questa sua improvvisa apprensione, che non riesco a capire fino in fondo, anche se immagino che vedermi ridotto in quello stato, la scorsa notte, non le abbia fatto un bell'effetto e teme che io possa perdermi, proprio come era successo un anno fa dopo l'incidente.

Romi tuttavia continua a fissarmi seria, così replico: "Sono qui con te, piccola, sto bene. Non ti devi preoccupare" provo a convincerla, ma lei insiste: "Non potrei mai sopportare neppure l'idea che ti possa succedere qualcosa e sono pronta a fare di tutto per scongiurarlo. Tu lotti sempre per proteggere gli altri, ma devi ricordarti che non sei solo, che c'è qualcuno pronto a prendersi cura anche di te".

Adesso rimango spiazzato dalla solennità delle sue parole e torna in me quella sensazione calda che credevo di avere dimenticato, quella procurata da chi ci tiene a te e farebbe di tutto per tenerti al sicuro.

Distolgo lo sguardo commosso e non riesco a risponderle nulla, così le prendo semplicemente la mano e la appoggio sul mio cuore, al di sopra della canotta che indosso, affinchè possa sentire quanto batte veloce in questo momento, affinchè possa capire l'emozione indescrivibile che solo lei è in grado di farmi provare. "Che cosa mi fai, ragazzina?" le chiedo in un sussurro roco, avvicinando la mia bocca al suo orecchio e restando così, stretti l'una all'altro, con il palmo della sua mano sul mio cuore.

Romi continua ad accarezzarmi il collo, passando leggera una mano tra i miei capelli, con quel tocco che riesce sempre a tranquillizzarmi. Successivamente comincia a baciarmi dietro l'orecchio, mordendo il punto dove ho l'orecchino, prendendo il lobo tra le labbra e succhiando lievemente. Bastano questi suoi gesti per farmi provare un desiderio intenso, che mi spinge a stringerla ancora più forte e a baciarla a mia volta.

Prendo Romi tra le mie braccia e la poso delicatamente sul suo letto, dove mi sdraio accanto a lei, reggendomi su un gomito e accarezzandole la guancia morbida, mentre mi perdo nell'oceano dei suoi occhi. "Sei meravigliosa" le dico "Forse non te l'hanno ripetuto abbastanza prima d'ora, ma devi sapere che sei ciò che di più meraviglioso io abbia mai visto. Sei la prima delle meraviglie del mondo, quella che non è ancora stata scoperta, quella che posso avere tutta per me." Romi sorride alle mie parole, ma poi mi guarda negli occhi e, con un'innocenza purissima e ingenua, capisce che sto dicendo sul serio. L'emozione che le si dipinge sul volto è incredibile e mi conferma che questo tesoro prezioso scopre per la prima volta l'amore in tutte le sue forme, non solo nei gesti, ma anche nelle parole, negli sguardi.

Seppure stanco, al momento mi sento pienamente presente e devo ammettere che avverto un certo timore nello spingermi troppo oltre con Romi, specialmente dopo il modo orribile in cui l'ho trattata stanotte; non meriterei neppure di poterle stare accanto. Lei sembra leggermi nel pensiero e si sbottona la camicetta che indossa sotto al maglione che ha appena tolto, scoprendo il reggiseno di pizzo bianco che si intona al candore della sua pelle. Mi prende la mano e la posa su di sé, guidandola sul suo corpo, sulle sue curve. Mi da il silenzioso permesso di toccarla, di averla, di farla mia. Io sono ancora timoroso, ma adesso è Romi a rendermi sicuro. Mi sfila al canotta e accarezza il mio torace, soffermandosi su ogni dettaglio, sui tatuaggio, sulle cicatrici, esercitando una lieve pressione con le dita e baciandomi ovunque si posi il suo tocco. L'aiuto a togliersi la camicetta e entrambi leviamo anche i pantaloni. Stendo una trapunta calda sul suo corpo scoperto e mi sdraio nuovamente accanto a lei, coprendomi a mia volta. Romi mi permette di slacciarle il reggiseno e così posso ammirare la perfezione del suo corpo, desiderandolo più che mai. Lei lo percepisce nel momento in cui avvicina i nostri bacini, mettendo una gamba sopra il mio fianco. Non ci siamo detti neppure una parola, ma per la prima volta non ce n'è bisogno; siamo profondamente connessi, tanto da essere una cosa sola, da sentire ciò che sente l'altro. Romi mi accarezza il collo e mi invita a baciarla avvicinandomi al suo petto. Nascondo il volto tra i suoi seni, mentre le accarezzo il sedere e le stringo delicatamente le cosce. La percepisco bagnarsi mentre si struscia contro di me. Quando la sento gemere, capisco che non riuscirei a trattenermi oltre, così, chiedendole conferma con lo sguardo, estraggo dal portafoglio il preservativo e sono piacevolmente sorpreso quando Romi mi aiuta ad infilarlo. Le abbasso le mutandine e la abbraccio, lasciando che i nostri corpi si uniscano spontaneamente, completandosi l'uno nell'altro. E' bellissimo sentirla di nuovo stretta intorno a me, sentirla volere di più, sentirla chiedermelo con i suoi sospiri.

Non smetto di guardarla neanche per un secondo: il modo in cui stringe gli occhi, in cui il suo seno si solleva e si abbassa affannosamente, la stretta delle sue mani sulle mie braccia, sulla schiena, sulle spalle, il modo in cui si aggrappa a me mentre continua a muoversi sempre più veloce. I nostri corpi sono in sincronia e quando avverto le cosce di Romi stingersi contro i miei fianchi, capisco che sta raggiungendo il culmine. La osservo ansimare, con le labbra schiuse e lo sguardo fisso nel mio, mentre continuo a mormorarle di amarla. Vengo insieme a lei, provando un piacere intenso che credo di non aver mai avvertito prima, liberandomi di tutta la tensione, sentendomi finalmente completo dentro di lei. Romi è ancora abbracciata a me, posa la testa sul mio petto mentre entrambi tentiamo di riprendere fiato.

Restiamo così per un tempo indefinito. Le accarezzo i capelli e continuo a baciarle la fronte, finchè le chiedo in un sussurro: "Ti fa ancora paura fare l'amore con me?" Spero di non aver osato troppo con questa domanda, ma Romi non esita a rispondermi: "No. Non ho mai avuto paura di fare l'amore con te, anzi. È inebriante. È il momento in cui mi sento più libera, in contatto con me stessa, spontanea, a mio agio; è il momento in cui scopro nuovi aspetti di me. E questo mi piace" mi rivela.

Trascorriamo la mattinata così, a letto insieme, incuranti di che giorno sia, di cosa stia accadendo là fuori, di quello che ci aspetta, perché, finchè siamo insieme, ci siamo solo io e lei, il resto scompare.

Romi si sta per addormentare, quando le confesso: "A volte, mentre dormi tra le mie braccia ed io ti osservo, non posso fare a meno di baciarti. E sono prepotente per questo, ma anche se non te ne accorgi e se non ho il tuo consenso, io non posso resisterti." Romi ride debolmente tra sé ad occhi chiusi: "Kevin, hai appena fatto l'amore con me nel modo più dolce e delicato possibile: tu sei tutto fuorché prepotente, amore mio" mi assicura, posando un lieve bacio sul mio torace.

Dopo qualche minuto di silenzio, quando credevo che Romi si fosse già addormentata, la sento invece mormorare con voce quasi commossa: "Ascolta: non è bellissimo? Questo silenzio, questa quiete, questa pace e tranquillità. Siamo al sicuro. È bellissimo poter assaporare questa sensazione" commenta tra sé, prima di abbandonarsi al sonno.

Ecco di nuovo quell'emozione indescrivibile dentro di me, che solo Romi può percepire posando l'orecchio sopra il mio cuore e sentendolo battere forte, più vivo che mai. 

LA VITA E' COME TE LA FAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora