Capitolo 25: Seconda possibilità

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Kevin

Osservo gli studenti della Southern High uscire a frotte dal liceo, non appena suona la campanella che annuncia la fine del primo giorno di scuola dopo la prima breve vacanza dell'anno. L'aria autunnale è ormai pungente e trascina alcune foglie secche sul porfido del viale d'accesso.

Cazzo, il liceo non mi manca per niente! – penso tra me, mentre guardo passare davanti a me degli atleti fighetti, i quali si sentono dei supereroi per i muscoli gonfi che hanno. Le ragazze invece, con le loro borse firmate, si credono già donne, ma in realtà si nascondono dietro a maschere di trucco, ciglia e unghie finte ed extension sintetiche fissate tra i capelli.

Non ho più rivisto quei due occhi di ghiaccio da quando è iniziata la ristrutturazione della casetta bianca e io e Romi ci siamo baciati quella sera al fiume. Ora i lavori sono quasi conclusi. In questi giorni non ho avuto problemi a divertirmi con i miei amici, del resto sono convinto che Romi avesse bisogno di un po' di tempo per starsene sola con le sue emozioni. È incredibile, ma sembra che quella ragazza viva ogni cosa per la prima volta e standole vicino è impossibile non condividere quella stessa sensazione. Romi riesce a conferire esclusività anche alle esperienze più ordinare e banali ed è una sensazione piacevole che non provavo da tempo, quella di potermi ancora stupire. Non posso negare che Romi sia diversa dalle altre ragazze che ho frequentato finora, anche solo per il semplice fatto che adesso mi trovo qui davanti alla sua scuola per aspettarla e incontrarla. Ha bisogno di qualcuno che faccia colorire più spesso le sue guance pallide e illumini i suoi occhi, facendole scoprire un mondo da cui si nasconde e del quale ha paura. Non sono di certo la persona più sensibile, ma sento di avere bisogno di Romi come lei potrebbe averne di me. Era tanto tempo che non provavo più una simile dolcezza, come quando le sue dita delicate mi hanno sfiorato il volto. Era tanto tempo che non mi avvicinavo a qualcuno lasciando indietro i miei modi strafottenti. Era tanto tempo che non mi prendevo cura di una creatura così preziosa. La tenerezza di Romi mi riporta pericolosamente indietro, ad un capitolo della mia vita che credevo di aver archiviato, che avevo incatenato al passato, ma ora sta riemergendo e il dolore che mi procura è più dolce di quanto pensassi. Io non sto dicendo che voglio cominciare qualcosa di serio con Romi, perché so che non si lascerebbe mai totalmente andare con me. E se invece accadesse? Mi sorprendo ora a desiderarlo, pur consapevole del timore di non riuscire a proteggerla davvero come necessiterebbe.

Tuttavia non voglio nemmeno starle lontano e infatti, non appena la vedo scendere la scalinata dell'edificio principale della Southern High, mi stacco immediatamente dal tronco dell'albero a cui mi ero appoggiato con una spalla e spengo la sigaretta che stavo fumando. Perché non ha risposto alle mie chiamate? Non posso credere di essere qui per questo! Non è da me! - penso con un leggero senso di umiliazione.

Ovviamente è scortata da quell'imbecille di Morris. Ma che cazzo, lui non ha una ragazza?! Per fortuna è stata Tiffany a darmi il numero di Romi quella sera al locale e io le ho fatto giurare di non rivelare a nessuno il motivo per cui lo volevo. Con Tiffany sono sempre riuscito a parlare; ci conosciamo da tempo: è una ragazza più semplice di come appare e secondo me è Morris il primo a considerarla unicamente per le sue forme, nonostante sia convinto del contrario.

Non appena Romi mi vede, le rivolgo un cenno con la mano. Si blocca all'improvviso. Dylan la guarda confuso, ma non fa in tempo a dirle nulla, perché lei si dirige come una furia verso di me.

"Quante volte te lo devo dire che non ti devi permettere di rintracciarmi in questo modo?!" sibila a denti stretti, puntandomi un dito contro il torace. Sono sorpreso di fronte a quel contatto, ma lei non sembra neppure accorgersene, sconvolta com'è: "C'è un motivo per cui non do il mio numero di telefono a nessuno! È perché non voglio essere contattata!" Se non altro la mia persistenza deve averle fatto capire che ero io a continuare a telefonarle in questi giorni, quindi che problema ha ora?! Io alzo le mani difendendomi: "Senti, ti ho semplicemente chiamata, se tu avessi risposto avresti capito che ero io e che non c'era nulla di cui preoccuparsi! Ora comunque sono qui, ma non ho potuto avvisarti, perché tu non me lo hai permesso e se mi fossi presentato a casa tua avresti dato fuori di matto come altre volte. Quindi dimmelo pure se preferisci non vedermi più, così almeno questo sarà chiaro!" mi sfogo.

"Mi stai dicendo che tu invece vorresti rivedermi?" esclama sinceramente stupita. Adesso sono io ad essere confuso: "Altrimenti perché sarei qui, scusami? Però! Non ti facevo una da un bacio e via!" provo a prenderla in giro fingendomi scandalizzato. Romi soppesa ogni gesto, quindi perchè sembra non conferire alcuna importanza al nostro bacio? La vedo schiudere la bocca: "Be' io pensavo fossi tu quello da un bacio e via. E se sei qui non posso fare a meno di sospettare che tu possa pretendere qualcosa da me, come se te lo dovessi" ragiona. "Romi, non si tratta di un organizzazione mafiosa, sono solo io che ti chiedo di uscire" provo a farle capire. La vedo interdetta per un secondo, come se non avesse nemmeno considerato la faccenda da questo punto di vista.

"Comunque vedi che la grinta ce l'hai? E io che ti facevo timida e insicura! Considerata la sfuriata che mi hai appena fatto, direi che nascondi ben altro dentro di te" le faccio notare dopo qualche secondo, facendole l'occhiolino e constatando che per la prima volta è riuscita a parlarmi senza tenere lo sguardo basso e pensare ad ogni parola da dire. Anche Romi se ne accorge e si lascia andare in un sorriso, rilassando le spalle. "Allora sabato sera ho il permesso di presentarmi a casa tua per uscire insieme o no?" le chiedo con un sorriso, fingendomi esasperato.

Romi punta nuovamente i suoi occhi brillanti nei miei, ma poi la vedo scorgere qualcosa alle mie spalle che distoglie la sua attenzione

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Romi punta nuovamente i suoi occhi brillanti nei miei, ma poi la vedo scorgere qualcosa alle mie spalle che distoglie la sua attenzione. Nel bel mezzo del parcheggio della scuola c'è un uomo, vestito di nero e dall'aspetto abbastanza anonimo, che la fissa con le braccia incrociate. Il petto di Romi inizia ad alzarsi e abbassarsi affannosamente e l'espressione terrorizzata riappare sul suo volto. "Va via Kevin" mi sussurra, mentre lei per prima si allontana. Provo a chiederle spiegazioni e ad afferrarle il braccio, ma lei si divincola più spaventata di prima. "Devo andare e dovresti starmi lontano anche tu!" ribadisce con le lacrime agli occhi e se ne va con passi lunghi, continuando a guardarsi alle spalle in direzione di quell'uomo. Ma che diavolo succede?! Nel giro di pochi secondi Romi è tornata ad essere la ragazza oscura dei primi tempi.

Faccio giusto in tempo a scorgere lo sguardo beffardo e soddisfatto di Morris, il quale in lontananza deve aver assistito alla scena e ora sembra dirmi te l'avevo detto con un sorrisetto stronzo.

E' vero, ho capito subito quanto sia difficile avvicinarsi a Romi, ma ora più che mai sono determinato nel non lasciarla sola, ora più che mai sento di essere l'unico a poterla fare sentire al sicuro. Non so perché, forse sto solo tentando di espiare i miei peccati, forse Romi è una secondo possibilità che mi è stata data. Come un angelo, mandato per assolvere il mio animo. Per questo non voglio perderla, non di nuovo, non lei.

Sostengo lo sguardo di Morris, mentre mi infilo il casco e salgo nuovamente a bordo della mia moto, per poi andarmene con un rombo del motore, sollevando dietro di me la terra polverosa.

LA VITA E' COME TE LA FAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora