Capitolo 18. Sorpresa

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Dylan

Saluto il coach O'Connor ringraziandolo di nuovo e mi volto verso gli spalti deserti, dal momento che lo stadio è chiuso al pubblico durante gli allenamenti settimanali. Sui gradoni in pietra però scorgo un puntino, una figura piccolina che saltella e si sbraccia salutandomi. Sono felicissimo che Romi abbia deciso di assistere a questo mio primo allenamento ufficiale. È venuta allo stadio con me, sul mio pickup, e non si è persa un minuto della sessione. So che non capisce un granchè di questo sport, ma non ha mai smesso di interessarsene e sostenermi.

Corro attraverso il campo, mentre lei scende uno ad uno i gradoni fino ad arrivare in prossimità della balaustra che delimita gli spalti. "Sei stato grande!" mi abbraccia di slancio. Sono preso a dir poco alla sprovvista. Romi non lo fa mai. Addirittura, quando a scuola le porgo il bicchiere di cappuccio che le offro la mattina, sembra faccia sempre attenzione che le nostre dita non si sfiorino. Sono stupito. Sorpreso. Piacevolmente sorpreso. Forse anche un po' di più. "Attenta sono tutto sudato. Non voglio sporcarti" le dico sommessamente, ma a lei non sembra importare. La vedo davvero felice e anche durante il tragitto in macchina mi è parsa molto serena, sicuramente più del solito. Ancora una volta non riesco a coglierne il motivo, così come non riesco mai a capire fino in fondo cosa possa turbarla così tanto in alcuni momenti e incupirla in altri.

"Temo che il tuo parere sia un po' di parte, perché dubito tu abbia capito cosa ho fatto durante l'allenamento" la prendo in giro ridendo. Lei annuisce colpevole, sorridendo a sua volta. "Grazie di avermi accompagnato!" le dico, ma Romi fa un passo indietro e mi guarda furba: "C'è una sorpresa per te!" Si sposta leggermente di lato e con stupore vedo Tiffany venirmi incontro sorridente, uscendo dal corridoio che conduce agli spogliatoi e sbuca direttamente sul campo da gioco. Ecco un'altra cosa che non mi aspettavo. Tiffany odia lo sport e credevo sapesse a mala pena il nome di quello che pratico io, del resto non se ne è mai interessata. "Le ho detto che eravamo allo stadio e l'ho convinta a raggiungerci per farti una sorpresa non appena avesse finito di lavorare" mi informa contenta Romi. Tiffany infatti, nel tempo libero, fa la modella per alcuni cataloghi di intimo, cosa che si può permettere per il suo fisico oggettivamente prestante. Tuttavia non capisco l'entusiasmo di Romi: non c'era bisogno che avvisasse lei Tiffany, lo avrei fatto io se avessi saputo che finiva di lavorare prima. Lo avrei fatto, vero?

"Complimenti amore mio!" Tiffany mi saluta affettuosa con un bacio morbido. Io rimango ancora perplesso per l'inaspettata visita. Quando lei lo nota, la abbraccio a mia volta e finalmente mi riprendo. La mia bellissima ragazza ha deciso di raggiungermi allo stadio per sostenermi in questo momento importante: cosa potrei volere di più?! – mi chiedo, mentre osservo Romi con la coda dell'occhio, frustrato dalla costante insoddisfazione da cui sembro non riuscirmi a liberare. "Grazie tesoro, è bellissimo che tu sia qui!" le dico dandole un altro bacio, più convinto. "Dammi un attimo per fami la doccia e poi se ti va possiamo uscire a cena e fare ciò che vuoi" le dico, mentre Tiffany continua ad abbracciarmi contenta e affettuosa come al solito. È davvero una ragazza dolce, che non voglio dare per scontata. "Va bene. Mentre ti aspetto faccio qualche foto da postare sul mio profilo, ok?" mi domanda, ma ormai si è già allontanata nel bel mezzo del campo, cercando l'angolatura giusta con cui immortalarsi, per condividere poi la foto non so dove né con chi e men che meno con che didascalia. Scuoto la testa, rinunciando in partenza a dirle che non potrebbe camminare con i suoi tacchi vertiginosi sull'erba del campo.

Poi mi volto verso Romi, sentendomi immediatamente in colpa per l'idea ormai sfumata di poter cenare con lei con una coca-cola e un hamburger nel fast food più vicino. "Grazie di averla chiamata" le dico "ti va di venire a cena con noi?" "Ma no, restate soli, dai!" mi incoraggia. "Io torno a piedi, la strada per fortuna non è molta. Davvero, non c'è problema" assicura. Romi non sembra minimamente offesa né infastidita.

Tuttavia si trattiene ancora un attimo, poi incerta mi domanda: "L'uomo con cui parlavi prima è il tuo allenatore? Quello che hai detto essere il padre di Kevin?" Mi irrigidisco nel sentirla chiamare quel bastardo per nome. Non capisco cosa centri lui adesso. Così parlo senza veli: "Senti Romi, tu cerchi sempre di vedere del buono in tutti, ma O'Connor è un tipo poco affidabile, te l'ho detto. Quindi stai attenta, non so cosa ci sia tra di voi..." In realtà vorrei proprio saperlo, per questo lo accenno, ma Romi è sfuggente: "Ricordo quanto mi hai detto Dylan e mi consoci: non sono una che rischia. Ma credimi, conosco quali siano le persone davvero cattive al mondo e secondo me Kevin è sicuramente un tipo discutibile, ma non è poi così pericoloso" prova a convincermi, ma non ci riuscirà. Forse sono ostile ad ascoltare queste parole proprio perché è lei a pronunciarle. Così annuisco per chiudere la questione, almeno per ora. Le faccio un cenno con la mano mentre si allontana e la guardo risalire i gradoni per raggiungere l'uscita. "Ci vediamo bellissima" la saluto come sempre e lei mi sorride e mi saluta a sua volta.

In quel momento Tiffany mi raggiunge, abbracciandomi nuovamente e guardando nella direzione di Romi: "E' davvero bella, così semplice" commenta sottovoce e io non capisco se la sua sia una domanda o una constatazione né se il suo tono sia amareggiato o triste. Non volendomici soffermare troppo, provo a distrarla, abbracciandola da dietro e dandole leggeri baci sul collo. "Sai chi è davvero bella? Tu. E scommetto che il servizio fotografico che hai fatto oggi al lavoro è stato fantastico. Potresti darmene un'anteprima?" alludo con malizia. Tiffany ricambia subito il mio sguardo e, quando inizio a pizzicarla su un fianco facendole il solletico, si sfila le scarpe con il tacco e inizia a correre per tutto il campo: "Prima però devi prendermi!" urla ridendo.

Rido anche io e la osservo per un istante prima di rincorrerla: ancora una volta sono sorpreso dalla sua genuinità e dal fatto che quella personalità, apparentemente costruita ed eccentrica, sia solo una maschera, che penso Tiffany si senta in dovere di indossare per confermare le aspettative degli altri. Tuttavia io sono felice di avere il privilegio di conoscere chi è davvero e, ancora una volta, mi chiedo inconsciamente se io la meriti.

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