Capitolo 53: Rarità

51 5 0
                                    

Romi

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.



Romi

"Ok, ho un'idea" annuncia Kevin, dopo che ci siamo alzati dal suo divano e io ho riposto il contenitore vuoto della torta di verdura, che, con mia soddisfazione, Kevin ha decretato essere fantastica.

"Che ne dici di giocare ad obbligo verità?" Rimango spiazzata da questa sua proposta, che attribuirei ad un ragazzetto di quinta elementare. Quando nota la mia espressione scettica, Kevin alza gli occhi al cielo: "Avrei giurato che saresti stata prevenuta, ma sii onesta: scommetto che non ci ha mai neppure giocato. E' così?"

L'espressione soddisfatta che mostra quando constata di avere ragione è insopportabile. Io rifletto qualche secondo: in effetti sarebbe bello dedicarsi a qualcosa di leggero dopo la conversazione avuta durante la cena e con Kevin non rischio nulla, giusto? Così alla fine acconsento.

"Però rendiamo la cosa più interessante" lo sfido "ce la giochiamo a blackjack!" Non gli lascio via di scampo. Kevin appare sbalordito, non immaginandosi che sapessi giocare, ma sono pronta a dimostragli il contrario.


"Allora dimmi: mi stai concedendo un certo vantaggio lascandomi vincere o è tutto merito delle mie abilità?" mi provoca, quando perdo la prima mano. Siamo seduti sul pavimento nel bel mezzo del deposito. Ormai si è fatta sera. Mi accendo una sigaretta e fingo uno sguardo minaccioso, ma alla fine sono costretta a cedere e scelgo verità.

"Chissà perché, ma ti facevo proprio una tipa da verità!" mi prende nuovamente in giro e si difende dalle sberle che provo a tirargli sulle braccia ridendo. Poi torna a farsi serio, pensa per qualche minuto alla domanda giusta da farmi e alla fine mi spiazza. "Hai mai ricambiato quello che Dylan prova per te?" mi domanda titubante, senza nemmeno guardarmi negli occhi, come se temesse la mia risposta. "No" rispondo subito decisa, poi deglutisco e aggiungo: "Con Dylan ho sempre percepito un'affinità speciale e forse per un certo periodo mi sono aggrappata a lui con tutte le mie forze. Ma non è amore. Non sapevo nemmeno cosa fosse l'amore finchè non ho conosciuto..." mi fermo all'improvviso, rendendomi conto che non ho il controllo delle mie parole. Ed è un bene. "...Te" concludo, accennando un sorriso. Kevin lo ricambia e si sporge in avanti, mettendomi una mano dietro il collo e baciandomi.


"Chissà perchè, ma anche io ti facevo proprio un tipo da obbligo!" imito il suo tono e Kevin ride insieme a me. Adesso tocca a me vendicarmi dopo aver guadagnato il pareggio. "Bene, lo hai voluto tu" lo avverto, cogliendo l'occasione perfetta per dirgli ciò che già da un po' mi tenevo dentro.

"Fra qualche tempo, alla Southern High ci sarà il colloquio con i coordinatori delle principali università del Paese, i quali cercano reclute e matricole per l'anno prossimo. La US Central mi ha assegnato una borsa di studio e così sono costretta a presentarmi per raccogliere informazioni sull'università. Be', la mia richiesta è che tu venga con me, per presentarti e incontrare i coordinatori del college a cui eri stato ammesso, per la Scuola d'Arte e Mestieri. Che ne dici?" concludo socchiudendo gli occhi e facendo una smorfia, timorosa della possibile reazione di Kevin. Lui sospira pesantemente, così lo anticipo: "Insomma, è solo un incontro e non hai nulla da perdere! Non sei costretto a prendere nessuna decisione. In fondo sei tu che hai scelto un obbligo" tento di discolparmi con una vocina innocente. Kevin alza gli occhi al cielo e sbuffa: "Romi sei insopportabile!" Poi si lascia andare in un sorriso arreso. "Allora accetti?!" gli getto subito le braccia al collo, ma lui mi avvisa: "Solo se anche tu prenderai l'incontro sul serio. È una cosa che dobbiamo fare insieme" mi fa promettere e io, inaspettatamente, non ne potrei essere più felice.


"Adesso sei costretto ad ammettere che sono brava!" scherzo, sfilandomi la sigaretta di bocca, quando mi trovo nuovamente in vantaggio su Kevin. Lui cede e decide di scegliere verità, dimostrandomi che non ha paura di nulla, come mi dice. Mi trovo improvvisamente paralizzata. Ci sono un milione di cose che vorrei scoprire di lui, eppure, adesso che ne ho l'occasione, non riesco a trovare la domanda giusta.

"Quale è il valore in cui credi di più?" mi esce senza che nemmeno me ne accorga. Anche Kevin appare preso in contropiede. Ci riflette qualche secondo: "La fiducia" dice convinto. "Le persone oggi faticano a fidarsi ed affidarsi, perché non credono più nemmeno in loro stesse. Il problema è che non ci si incoraggia né incentiva più l'un con l'altro. Si è soli e non si dà fiducia perché non la si riceve. Sembra un vicolo cielo" commenta. Ha ragione e io lo so bene. Ma di lui mi fido e il mio sguardo glielo fa capire: Kevin è raro come ciò che lui è riuscito a farmi provare.


"Credo che ti concederò un obbligo O'Connor, del resto questa vittoria te la sei meritata" cedo alla fine della partita, sfidandolo con tono coraggioso. Sembra che Kevin non aspettasse altro che questo momento. Si prende tutto il tempo necessario per riporre le carte da gioco e poi si avvicina a me con movimenti lenti e uno sguardo intenso, alimentando così il senso di attesa che sto vivendo in apnea.

"Potrei costringerti a fare quello che voglio. È questo che mi stai dicendo?" mi provoca. Io annuisco, ma non lo guardo negli occhi, improvvisamente seria. Lui mi cinge in vita e mi fa sedere sopra di lui, sul pavimento. I nostri volti sono a pochi centimetri. Mi accarezza delicato la schiena nuda sotto il maglione che indosso. Poi passa una mano sulla mia guancia e fa incontrare i nostri occhi. "Resta immobile" mormora con voce impercettibile. Credo di trattenere ancora il respiro. Provo un timore che si fonde all'emozione e all'eccitazione. Come quando sei sulle montagne russe, durante la salita fino alla punta più alta, a cui sai che seguirà la discesa folle. Cosa vuole farmi? Dopo alcuni secondi i nostri sguardi si incrociano nuovamente e Kevin mi rivela: "Voglio solo guardarti. Assaporare ogni dettaglio della tua bellezza, perfetta esattamente come è" sussurra, passandomi il pollice sulle labbra e indugiando sul piccolo neo che ho sul labbro superiore. Il modo in cui osserva e sfiora ogni particolare del mio viso mi fa davvero sentire come un'opera d'arte, a cui l'artista riserva tutta la sua attenzione.

Mi lascio andare in un sorriso e scuoto impercettibilmente il capo. Non avrei mai immaginato potesse esistere un amore così!

LA VITA E' COME TE LA FAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora