Capitolo 55: Incastrata

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Romi

"Ciao Romi! Allora, sei emozionata?" Ilaria mi saluta allegra con tono entusiasta quando ci incontriamo nei corridoi della Southern High, la quale questo pomeriggio è più affollata che mai. Terrificata, sarebbe la parola giusta! – vorrei risponderle.

Aspettavo questa giornata da tempo con ansia, ma mi ero convinta che sarebbe stato sopportabile, soprattutto dal momento che Kevin mi avrebbe accompagnata. Tuttavia lui non è ancora arrivato e il mio stomaco chiuso sembra contorcersi alla vista delle famiglie che accompagnano ragazzi e ragazze all'incontro con i coordinatori delle principali università statunitensi, i quali oggi sono ospiti presso il nostro liceo per promuovere i college da cui provengono, prima che la scuola chiuda per le vacanze primaverili.

Molti dei miei compagni hanno le idee chiare e si dirigono con determinazione verso i docenti universitari per farsi conoscere e assaporare un assaggio del loro futuro. Altri invece sono ancora disposti a valutare molte possibilità e, con entusiasmo, osservano affascinati i dépliant che hanno tra le mani, confrontandosi l'un con l'altro.

E poi ci sono io, che vorrei essere ovunque fuorché qui. Guardo Ilaria e le rivolgo un sorriso gentile, il quale lascia trasparire tutto il mio disagio. Lei mi mette una mano sulla spalla, comprensiva: "Dai, non ti preoccupare. La vita non si riduce ad una sola scelta e nulla è irreversibile." Mi fa l'occhiolino e io le sono grata per la sue parole, le quali sembrano avere un effetto benefico su di me.

Quando le chiedo cosa abbia intenzione di fare in futuro, lei mi risponde che le piacerebbe studiare per diventare infermiera. Parla con una luce negli occhi, non solo di entusiasmo, ma anche di passione e voglia di realizzare un progetto futuro che è grata di poter coltivare. Le sue parole sembrano rasserenarmi, così posso finalmente rilassare le spalle.

"Ho visto che Kevin O'Connor è venuto a prenderti a scuola negli ultimi tempi" commenta Ilaria e io mi sento arrossire, un po' imbarazzata per il fatto che sia a conoscenza di me e Kevin. Non ho idea di come proseguire questa conversazione, così Ilaria, accortasene, si affretta ad aggiungere: "Sembra una brava persona. Insomma, dopo l'incidente dello scorso anno avrebbe potuto finire davvero in brutti giri, sarebbe stato comprensibile, ma ne è rimasto fuori e, credimi, non era scontato." "Sei a conoscenza anche tu dell'accaduto?" le chiedo, improvvisamente reattiva. Ilaria annuisce: "Ero in ospedale, per le cure a cui devo sottopormi ogni mese a causa del mio disturbo, quando è arrivata l'ambulanza. La bimba era morta durante il tragitto e O'Connor lo ha saputo solo una volta giunto in ospedale. Era a dir poco sconvolto, fuori di sé, non voleva crederci. È stato davvero drammatico. Tuttavia i medici non hanno potuto fare nulla, perché, da quanto ho saputo, l'automobile era davvero mal ridotta e le lamiere avevano schiacciato la sua sorellina" mi racconta con voce bassa e sguardo triste.

Ancora una volta, mi impressiono nell'immaginare quello che Kevin deve aver vissuto e vorrei poter fare di tutto per stargli vicino e liberarlo dalla sofferenza che continua a portare dentro di sé o, se non altro, attenuarla.

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