Capitolo 51: Condanna

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Romi

"Ehi O'Connor! Vieni qui un attimo per favore." Mr Crawford richiama Kevin, proprio nel momento in cui lui stava per lasciare il cantiere, diretto verso di me. Lo vedo alzare gli occhi al cielo e sfilarsi la sigaretta che si era già messo tra le labbra; non posso nascondere un sorriso divertito, mentre lui raggiunge il suo superiore.

"Ascolta... Mi è piaciuto molto il lavoro di rifinitura che hai fatto durante gli ultimi giorni. Questa villa padronale è antica e necessita di una certa attenzione. Quindi nei prossimi tempi vorrei che tenessi d'occhio il lavoro che gli altri operai praticheranno sulla facciata esterna, in modo che non venga danneggiato alcun particolare importante, così da evitare che l'architetto mi faccia il culo. Da quanto ho capito, te ne intendi di queste raffinatezze artistiche e stronzate varie" Mr Crawford non cela una certa difficoltà nel riconoscere la bravura e il merito di Kevin. Quest'ultimo dal canto suo non si risparmia ed esita volutamente qualche secondo, osservando il suo capo cantiere con le braccia incrociate e il mento alzato. Dopodiché gli concede una risposta, dichiarandosi d'accordo e ringraziandolo per l'incarico.

Kevin mi raggiunge oltre la sogna principale della casa padronale, in cui lo avevo incontrato la prima volta e a cui l'impresa edile continua a lavorare. Oggi, finita la scuola, ho deciso di fargli una sorpresa, venendolo a prendere al termine del suo turno. Lo guardo fiera, sempre con un sorriso divertito. "Lascia stare" mi avverte lui, ridendo insieme a me e schermendosi quando gli faccio notare che ha davvero delle ottime abilità e potenzialità e che ora non sono più solo io a dirlo, ma la conferma è ufficiale.

"Mi piace tantissimo questo posto!" esclamo e Kevin mi cinge le spalle con un braccio e mi dà un bacio sulla tempia

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"Mi piace tantissimo questo posto!" esclamo e Kevin mi cinge le spalle con un braccio e mi dà un bacio sulla tempia. Dopo aver lasciato il cantiere, siamo venuti al maneggio a bordo della sua moto.

Almeno una volta a settimana sento il bisogno di venire in questo posto e stare un po' con i cavalli: mi mette serenità e sembra che questa attività mi aiuti molto nell'avvicinarmi ed entrare in contatto con gli altri e nel valutare e controllare le mie reazioni. Ho capito che in una relazione paritaria non è necessario che una delle parti assuma il controllo o la dominanza sull'altro. Al contrario, è importante osservare e percepire se stessi, le proprie sensazioni e quelle dell'altro, dandogli spazio per esprimerle, accogliendole ed esponendosi a propria volta. E' essenziale tenere conto del contesto in cui si verifica una relazione, perché questo inevitabilmente la influenzerà, dunque bisogna conoscerlo ed essere in contatto anche con ciò che ci circonda; essere presenti, nel qui e ora. Inoltre non bisogna ridurre un rapporto ad un semplice comportamento reattivo, fatto di stimolo e risposta; si tratta bensì di condividere quello che si sta vivendo, riuscendo a mettersi nei panni dell'altro. Se una situazione risulta spiacevole, non è segno di codardia allontanarsene senza reagire, poiché la distanza permette infatti di osservare le cose da un punto di vista diverso, che ci permette di cogliere aspetti prima nascosti. Uno dei concetti che ho imparato e che più mi piace è quello di contaminazione reciproca: contaminare e lasciarsi contaminare vuol dire fondersi con l'altro, non meramente tramite il contatto fisico, bensì riuscire a mettersi sullo stesso piano, sentendosi a proprio agio. Infine ho conosciuto e apprezzato il concetto di addomesticare. Inizialmente lo ritenevo qualcosa di negativo, simile alla schiavitù, ma ho capito che addomesticare vuol dire imparare a riconoscersi vicendevolmente, stabilire un'intimità esclusiva, sentirsi al sicuro. Sono rimasta sbalordita da quanto questi insegnamenti valgano per gli animali così come per gli uomini e da quanto l'approccio instaurato con i cavalli mi abbia insegnato circa le relazioni umane.

L'aria e il sole miti preannunciano la primavera ed è un piacere trascorrere un po' di tempo all'aria aperta in campagna

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L'aria e il sole miti preannunciano la primavera ed è un piacere trascorrere un po' di tempo all'aria aperta in campagna. Senza che me ne accorgessi, i mesi invernali sono passati, senza lasciare che tutto quello che è successo negli ultimi tempi mi sconvolgesse troppo. Inoltre, per la prima volta, è bello poter condividere il passare delle stagioni e tutto ciò che esse comportano con qualcuno di nuovo, che si è fatto strada nel mio cuore. Qualcuno di speciale.

"Grazie per quello che stai facendo per me!" dico a Kevin, alzandomi sulle punte dei piedi e lasciandogli un leggero bacio sulle labbra. Kevin mi sorride dolce, senza dire nulla, ma il suo sguardo affettuoso, felice e fiero vale più di ogni parola.

"Kevin!" Sharon ci raggiunge, uscendo dalla scuderia che funge da ufficio. Mi sorride gentile e io ricambio il suo saluto, poi si rivolge al figlio e sembra faticare nel trovare le parole giuste: "Kevin, sai che fra poco ci saranno le vacanze di primavera e durante quelle settimane ci sarà la celebrazione in onore di tuo padre. Per favore, dimmi che ci hai almeno pensato! E' importante per lui e lo sarà anche per tutti noi. Insomma... è passato quasi un anno e..." "Non dire un'altra parola mamma! Non chiedermelo nemmeno. Vuoi forse dirmi che tu presenzierai?" Kevin aggredisce sua madre con una rabbia improvvisa, ma poi rimane spiazzato quando Sharon annuisce seria. "Kevin, non puoi continuare a vivere così. Nessuno di noi può farlo. Liberati da questa pena che ti auto infliggi" prova a convincerlo, ma lui ormai non l'ascolta più, perché si sta dirigendo a passi lunghi verso la motocicletta parcheggiata accanto alla recinzione d'entrata. Io resto immobile per qualche secondo; Sharon mi rivolge uno sguardo pieno di tristezza, scuote il capo e si allontana con le spalle basse.

"Ma di cosa stava parlando tua mamma?" chiedo a Kevin, quando lo raggiungo di corsa, prima di salire dietro di lui sulla sella

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"Ma di cosa stava parlando tua mamma?" chiedo a Kevin, quando lo raggiungo di corsa, prima di salire dietro di lui sulla sella. Mi porge il casco con gesti bruschi, poi si ferma, fa un respiro profondo e rimango sorpresa quando decide di rivelarmi subito ciò di cui si tratta: "In primavera mio papà riceverà una medaglia al valore per il servizio svolto nell'esercito e mia mamma vorrebbe che partecipassi alla cerimonia di consegna. Ma per favore! Non ho la minima intenzione di giocare alla famigliola felice, dal momento che non siamo più nemmeno una famiglia e la colpa è mia, quindi non credo neppure al fatto che mio padre tenga alla mia presenza!" parla velocemente e con tono amareggiato.

Non l'ho mai visto così nervoso, tanto che fatica persino ad accendere la moto. Con cautela metto le mie mani sulle sue e aspetto che i suoi occhi incontrino i miei. Vedo che sono attraversati da una sofferenza profonda, la quale procura una fitta al mio cuore. Aspetto qualche minuto, finchè Kevin non si appoggia di spalle alla motocicletta e mi abbraccia, tenendomi davanti a sé.

Quando si allontana leggermente, prosegue: "La verità è che temo che insieme alla cerimonia avrà luogo anche la commemorazione per ricordare Lottie. In quei giorni ricorrerà l'anniversario dell'incidente e io... Non ce la farei ad essere presente, è troppo" la sua voce si affievolisce e lo vedo deglutire a fatica, mentre i suoi occhi verdi e profondi si inumidiscono.

"Oh Kevin" lo abbraccio forte in vita, nascondendo il volto nel suo torace. Quando alzo lo sguardo verso di lui, mormoro: "Tu non sei più solo: puoi condividere con qualcuno questo peso. Il dolore è già tanto, non infliggertene ulteriormente. Non meriti di soffrire, perché sai amare più di quanto credi."

Trattengo anche io le lacrime, mentre Kevin torna a stringermi a sé, mettendomi una mano sulla nuca, come per proteggermi dal mondo intero. Io ascolto il suo respiro, premendo la guancia contro il suo petto che si solleva e abbassa, cercando di trasmettergli tutto l'amore che spero possa curare le ferite che da un anno a questa parte non lascia cicatrizzare. 

LA VITA E' COME TE LA FAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora