Capitolo 24: Precedenti

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Dylan

"Forza Dylan! Le devi muovere quelle gambe!" Kevin O'Connor grida alle mie spalle, incitandomi nel correre e nel prendere la palla per poter fare touchdown.

Ci stiamo allenando sui lanci da tutto il pomeriggio, sotto il sole mite primaverile. L'anno scolastico è quasi terminato, quindi è bello poter trascorrere ogni momento libero esercitandomi a football in questo campetto d'erba un po' trascurato.

Fra qualche mese comincerò le scuole medie e finalmente potrò entrare nella squadra dell'allenatore O'Connor. Il football mi ha sempre affascinato: il gioco di squadra, il movimento, gli scontri, la fatica e infine la gioia della vittoria. Kevin è nella squadra di suo padre da un anno ormai e io l'ho sempre ammirato quando in questi mesi dopo la scuola mi fermavo al campo ad assistere agli allenamenti. È conosciuto da tutti e sembra il punto di riferimento per gli altri giocatori, perciò sono felice di ricevere i suoi consigli. Tuttavia ora mi accorgo che il football non sembra interessargli davvero, tutto quello che Kevin vuole è stare all'aria aperta a correre e divertirsi con i suoi amici, senza prestare troppa attenzione alle regole del gioco, ma volendo semplicemente sfogarsi.

Quando raggiungo la meta e metto a segno il punto, Kevin appare per un secondo interdetto e non reagisce subito. "Però! Hai corso davvero" constata, preso in contropiede: "Hai avuto davvero una bella presa e anche nei passaggi te la cavi" sembra stia semplicemente ragionando tra sé ad alta voce. Io annuisco serio e sono in attesa di consigli su come migliorarmi, di indicazioni su cosa dovrei fare adesso, su quale sia il prossimo passo per imparare tutto ciò che è necessario per far parte della squadra.

Tuttavia Kevin mi spiazza affermando: "Dai, prendiamoci una pausa. Guarda, ci sono gli altri ragazzi! Che ne dici di fare un salto al bar e comprare le caramelle?" "Ma come, pensavo continuassimo ad allenarci?" ribatto un po' deluso. "Eh dai Morris! Che palle che sei! Prima viene il divertimento, lo sport deve essere solo un passatempo!" sentenzia, mentre sta già lasciando il campo. "Ma per me il football è una cosa seria! Entrare nella squadra è il mio sogno e non ho nessun altro con cui allenarmi!" provo a convincerlo, ripensando allo sguardo confuso che avevano i miei genitori quando gli ho chiesto di poter praticare il football e loro non sapevano nemmeno come si svolgesse il gioco. "E io invece sono nella squadra perché mio padre è l'allenatore e non me lo ha neppure chiesto! Cosa vuoi che ti dica Dylan? Alcuni devono lavorare il doppio per ottenere ciò che vogliono, altri invece ricevono privilegi che non desideravano neppure!" ride sfrontato, confermando i miei sospetti sulla sua assoluta indifferenza a questo gioco.

Con il capo chino seguo Kevin e i suoi amici al bar, dove acquistano alcune caramelle gommose. Io però non ho con me i soldi, così Kevin, senza farsi vedere dalla signora dietro il bancone, ne prende un pacchetto in più dallo stand e me lo infila in tasca. "Ma non posso!" sussurro sgranando gli occhi. "La vita è come te la fai Morris! Ti lamenti di non avere opportunità, allora createle!" mi rivolge un ghigno e mi fa l'occhiolino.

LA VITA E' COME TE LA FAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora