Capitolo 16°

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Mi correggo...Nessuno conosceva quel posto eccetto Dyaln,da bambini ci venivamo sempre. Quando ero triste mi nascondevo qui e lui sapeva dove venirmi a cercare.
Era quasi l'ora di pranzo, quasi l'ora del pranzo di Natale...Non volevo far preoccupare i miei,ma volevo restare ancora un po' lì.
Era tremendamente rilassante,tutti i miei pensieri volavano via tra quelle margherite mosse dal vento...Parlando di vento,stava iniziando a fare freddino e io indossavo solo una magliettina leggera e un paio di jeans ,dato che ero andata via di corsa.
Ero immersa nei miei pensieri, quando tutto ad un tratto sentii la schiena riscaldarsi, una giacca di pelle si poggiò sulle mie spalle e sentii una voce parlare.
"Scusami" disse.
Era lui, ma non mi andava parlargli ,quindi mi limitai a scrollarmi la giacca di dosso,avrei preferito di gran lunga morire di freddo.
"Ti prego lasciami spiegare..." disse e mi rimise la giacca sulle spalle, ma io per tutta risposta me la tolsi di nuovo. Non lo guardavo neanche in faccia, i miei occhi erano concentrati sulla margherita rosa, nel bel mezzo di un cespuglio d'erba, che ondeggiava nel vento...
Lui sospirò e si sedette a fianco a me, si passo una mano nel ciuffo ribelle e iniziò a balbettare qualcosa, chiaramente era a disagio. Continuavo a non guardalo ma lui iniziò a parlare
"Hai ragione...se una persona cresce i suoi sentimenti restano gli stessi, benché siano stati veri già in passato. I miei per te non sono mai cambiati, anche a chilometri da te,continuavo a considerati la mia migliore amica,l'unica disposta a capirmi. Ma non potevo farlo succedere di nuovo,non potevo un'altra volta, questa mi sembrava la soluzione migliore per non rompere ciò che si era già rotto anni fa" fece una breve pausa,mi mise il pollice sulla guancia facendomela girare, così i nostri occhi si incrociarono.
Lui continuò il suo discorso, e io continuai a rimanere in silenzio.
"Pensavo fosse la cosa giusta,ma ha peggiorato le cose, ora spero solo che tu capisca come hai sempre fatto. Il giorno in cui partii mi sentii male nel darti la notizia, e anche tu sembravi distrutta e scioccata ,eravamo cresciuti insieme ,eravamo una cosa sola.
Eravamo legatissimi, ma oramai a chilometri di distanza, era meglio staccare tutti i contatti e rassegnarsi al fatto che non ci saremmo più rivisti, così sarebbe stato più facile per entrambi. Mi mancavi da morire, e mi manchi ancora da morire, non si trovano tutti i giorni persone come te. Quando ho saputo che sarei ritornato ero felicissimo,perché finalmente ti avrei rivista, ma poi ho pensato che non potevo farti questo.Avevamo entrambi passato molto tempo prima di riuscire a "non mancarci" più,tu sei andata avanti...Come potevo tornare qui,riprendere la nostra amicizia da dove l'avevamo lasciata ,farti affezionare di nuovo a me e poi ripartire? Tutto questo avrebbe portato altre sofferenze ad entrambi,non si può rompere ciò che è già rotto...Lasciarti la prima volta per me fu davvero terribile, e immagino anche per te,perciò non volevo succedesse di nuovo, non volevo farti affezionare, affezionarmi di nuovo a te e poi dirti addio per la seconda volta ,era impossibile ,non ci sarei riuscito ,ma avrei comunque preso quel volo tra un paio di settimane e detto addio per la seconda volta. Avevo pensato fosse più facile farti credere che fossi cambiato, farti credere che per me non fossi importante,così avevo deciso di darti fastidio e stuzzicarti tutto il tempo. Ma tu mi conosci troppo bene, e avevi capito che quello non era il vero "me",ti avevo fatto credere di essere diventato un coglione e tu ti sei rassegnata all'idea che lo fossi davvero, ma cercavo solo di proteggerti, e di proteggere anche un po' me. Ma poi la situazione mi è un po' sfuggita di mano è stato più forte di me, alcune volte avrei voluto abbracciati e stritolarti come da ragazzini,mi sono contenuto per un po' ma poi non ci sono riuscito.Erano veri quei sguardi, avevi ragione su quelli, sul ballo,sulla collana,sulle notti passate sotto le tue coperte...Erano momenti veri...Ma mi facevano paura,c'era troppa sintonia tra noi,era tornata la sintonia prima ,e non andava bene perché tra due settimane io parto e non sono capace di abbandonare di nuovo la migliore amica. Quei momenti erano talmente veri che mi spaventavano, perciò mettevo su la "maschera da coglione di turno",per pareggiare i conti. Ma tranquilla ,non sono diventato ne coglione, ne bipolare( parola che tra l'altro ti piace molto ultimamente). Cerca di capirmi volevo solo proteggerti dal inevitabile,volevo solo che non ti ferisse un altro "addio", ma forse ti ho ferita veramente di più con il mio comportiamo da "coglione protettivo fallito", ti prego ,capiscilo...Avevo paura di farci stare male di nuovo, non sono riuscito ad impedirlo la prima volta, però volevo rimediare per la seconda...ma ho fatto un pasticcio...Ti prego scusami!"
Sentii un singhiozzo provenire dalle sue labbra e poi una lacrima scendergli lungo la guancia. Eccolo il vero Dylan,eccolo lì,era sempre stato lì, lo conoscevo come le mie tasche,lui era dolce e premuroso, non era uno che se la tira e che fa l'arrogante.
"Sei un coglione,un coglione dolce,ma pur sempre un coglione" dissi seria, era la prima cosa che dicevo da quando gli avevo sbattuto la porta in faccia.
"Si hai ragione ,era tutta una falsa per prottegerti, avrei dovuto continuarla, così mi avresti odiato e nel momento in cui sarei partito di nuovo saresti stata felice,anche se io mi sarei ritrovato a pezzi...Lo so,ho fatto una cazzata, perdonami ti prego"
"In fondo hai sempre voluto proteggermi ,ma adesso hai esagerato e in più mi hai fatto stare male con tutte le cose che mi hai detto"
"Credimi, non le penso minimamente. Io ti voglio un bene dell'anima. E tu lo sai, lo hai sempre saputo... E io so anche che non hai mai smesso di saperlo!"
"Lo so , lo so che lo so, e lo so che lo sai...perché è la verità, e noi siamo stati sempre sinceri e onesti tra di noi, anche solo con gli occhi"
"È vero "disse sorridendo
"Sei troppo protettivo, mi hai addirittura protetto dalla persona dalla quale non avresti dovuto minimamente proteggermi, mi hai protetta dal mio migliore amico, mi hai protetta da te...ma io non voglio che qualcuno a caso e addirittura tu mi protegga da te, perché io mi fido ciecamente di te....Ti perdono, ma non fare più stronzate perché altrimenti altro che America con l'aereo tra due settimane, ti mando in Giappone ora a calci in culo".
Finii il mio del discorso ,lui mi guardava di nuovo negli occhi e mi sorrideva, poi ad un certo punto mi si lanciò addosso e mi abbracciò, uno di quegli abbracci che dopo essere stati soffocati escono da soli.
"Ti voglio bene Mel"
"Anche io Dylan"
La verità aveva portato felicità nel mio cuore, lui era qui ed era tutto perfetto,aveva smesso di recitare la parte che si era dato per "proteggermi" ed era tutto perfetto, era stata una cosa dolce da parte sua,ma avrebbe potuto evitare.
Rimanemmo abbracciati ,seduti sull' erba con le margherite fra le dita e tutte intorno a noi. Non mi importava dove fossimo o cosa fosse successo, non sapevo ne come, ne quando e ne perché , ma quando si trattava di quel ragazzo ero felice e basta,non mi serviva altro.

Passò un'altra ora e poi finalmente io e il mio migliore amico tornammo insieme a casa, era tutto al proprio posto, l'unico problema era che la mia vecchia fiamma adolescenziale, la mia vecchia cotta per lui non era più soltanto una piccola cotta,era qualcosa in più ,e in questi giorni avevo avuto modo di testarlo e affermarlo,nonostante tutto....

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