Capitolo 18°

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"Sazia?" Chiese alla fine
"Si..." risposi
"Ma..."disse lui
"Ma cosa?"
Rise"Dai lo so che vuoi il dolce"
Ora ridevo anche io,ero un vera golosona,e lui lo sapeva..
"Lascia fare a me" disse e chiamò il cameriere. In men che non si dica mi arrivò un deliziosissimo tortino alla cioccolata bianca, waffer e cocco...cavoli mi conosceva proprio bene.
"Allora com'è? Mi sembra che ti piaccia"
"Cavoli è divino"
"Ne ero sicuro! Me ne faretti assaggiare un pezzetto?"
"Non ci penso neanche" dissi con la mia migliore faccia imbronciata.
"A si? La metti così?"
E diciamo che dopo quella frase il resto del tortino, nel mio piatto, mi finì in faccia e nei capelli. Io mi vendicai impastandogli la cioccolata nel ciuffo...povero tortino,scusaci,ma è troppo divertente. Finita la nostra battigia con il tortino, passammo una decina di minuti a ripulirci. Mi lasciai sfuggire anche qualche gemito dalle labbra mentre mi toglieva la cioccolata dai capelli, ma forse perché più che togliermi la cioccolata, non faceva altro che sfiorarmi il collo e accarezzarmi.
Riuscimmo a tornare di nuovo presentabili e Dylan corse a pagare, inutile dire che non volle sentire ragioni e pagò tutto quel ben di Dio che avevamo mangiato.
Era passata un'ora e mezza da quando eravamo scappati via, con una scusa stupida, secondo me avevano capito cosa stessimo facendo.Ci inccamminammo verso quella specie di ristorante.
Camminavano sulla strada del ritorno,quando il tacco della mia scarpa si incastò tra le sbarre  di un tombino e caddi di tutto peso sulla caviglia,storcendomela.
"Melany che succede?!"
Dylan allarmato mi prese tra le braccia
"Niente è tutto ok"
"Hai preso una storta?"
"Si più o meno una cosa del genere"
"Potrebbe essere grave,andiamo a dare un occhiata"
"Dylan sto bene, veramente...torniamo al ristorante"
Lui mi guardò un po' perpelsso, non era d'accordo, era preoccuoato e voleva andare subito in ospedale,ma era solo una caviglia ...
Misi il broncio, lui sospirò passandosi una mano nei capelli e disse
"Ok però ti porto in braccio fino a lì"
"Cosa? No,dai che esagerato, ce la faccio benissimo da sola"
Avevo appena finito la frase che mi ritrovai sulle sue spalle.
"Dylan..."ridevo come una matta
"Zitta, rilassati e fatti più leggera"
Mi sistemò meglio, agganciò le braccia muscolose sotto le mie coscie , mi tirò su e fece aderire il mio petto alla sua schiena. Gli cinsi il collo con le braccia e partimmo.
Mi portò in quella posizione per tutto il tragitto, un lungo tragitto, ma non si lamentò neanche una volta, anche se ovviamente non ero una piuma. Devo ammettere che la caviglia mi faceva davvero male,non so come avrei fatto senza di lui a camminare per tutto quel tempo, poi tutto quel ridere insieme mi faceva scordare del dolore. Continuavo a prendelo in giro, affacciandomi dalla sua spalla per vedere la sua espressione, era esilarante...Sicuro di riuscire a portarmi come un peso morto per tutto il tragitto,ma allo stesso tempo stranito dal mio "Tanto pesare".
"Quanto diamine pesi Mel?!"
"Beh io sono nella norma, forse sei tu che non hai abbastanza muscoli"
Beh in realtà ne aveva e come di muscoli,ma non gliel'avrei detto.
Sbuffo, mi tirò un po' più su, e iniziò a correre.
"Non correre così!!!!!" Lo sgridai
"Fermati......"Continuai io perché lui continuava a correre.
"Se mi fermo prometti che non offenderai più i miei muscoli"disse serio
"Si ma fermati."
Così smise di correre e ricominciò a camminare.
Arrivammo al ristorante, tutta la tavola ci guardava allibita.
"Siete caduti nel bagno ragazzi?" Disse il papà di Dylan.
"Siete caduti nel bagno INSIEME ragazzi?" Lo corresse mio padre.
Ci risiamo.
"No signore, ecco... noi eravamo andati a prendere un boccata d'aria"
"Mi auguro fuori dal bagno..."
"Ovviamente" menomale che non aveva detto che eravamo scappati a mangiare altrove,si sarebbero offesi tutti.
"Ok, diciamo che vi credo.
Ma perché mia figlia è appiccicata alla tua schiena?" Disse mio padre.
"Un piccolo incendte papà" intervenni io
"Un incidente di che tipo?"
"Ma secondo te ? Mi sono slogata una caviglia e Dylan mi ha offerto le sue risorse da forzuto per riportarmi qui...tutto a posto, tutto normale"
Con questo Dylan mi posò lentamente sulla poltroncina nella sala e mia madre corse a vedere la caviglia.
"Potrebbe essere rotta"
"No signora è solo una brutta storta, il dolore è causato da un nervo che probabimente avrà attutito tutto il colpo. Al inizio anche io ero spaventato e volevo  portarla in ospedale, poi guardandola meglio ho capito che non è niente di grave, ve lo assicuro"
Le sue parole assomigliavano a quelle di un medico professionista, era un ragazzo molto intelligente e capiva tutto alla svelta.
Tornammo a casa,ognuno verso la sua camera e io e Dylan verso la "nostra". Non volette sentire ragioni e mi portò in braccio fino al letto, anche se sosteva che fosse tutto a posto,era convito che non dovessi sforzare la caviglia.
Avevo sonno, ero indolenzita per un antibiotico che mi avevano dato contro il dolore così mi addormentai con tutti i vestiti.
Dopo un po' mi svegliai, ero tra le sue braccia,accocolata al suo petto e avevo il mio pigiama in dosso?!?!?!?!?!????
"Come ha fatto il mio pigiama ad arrivare qui?"
"Sei crollata e te l'ho messo io, non potevi dormire con i vestiti...Ti ho tolto il vestito...ehm comunque, non mi sarei permesso se non avessi saputo che ti fidi ciecamente di me"
Aveva ragione mi fidavo di lui, quel gesto non aveva avuto doppi fini, non ce ne erano mai con lui.
Era una cosa che aveva fatto lui,per questo ne fui felice...se lo avesse fatto un'altra persona probabilmente ora sarebbe arrivato in Olanda a calci.
"Grazie"sussurai e mi riaddormentai.
"Buona notte amore mio...ehm voglio dire buona notte Mel..."disse
(forse)sottovoce...
Non sono sicura di aver sentito bene ...boh,avevo talmente sonno ed ero talmente stordita dagli antibiotici che non avevo la minima idea di cosa avesse detto,sinceramente non mi sarei sbalordita a pensare che fosse tutto frutto della mia immaginazione. Avevo un immaginazione molto fervida...

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