Capitolo 35°

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"Dylan...è tardi"
"Hai preparato la valigia?"
"Tra qualche ora dobbiamo ripartire"
"Dylannnnn"
"Oh cielo...ma dormono come ghiri o cosa?"
Era mattina e sentivo Margot,la madre di Dylan, bussare alla porta della camera con irrequietezza, mentre monologava dall'altra parte del corridioio.
Poi sentii un'altra voce,quella di mia madre.
"Margot, staranno ancora dormendo..."
"Bisognerebbe che si sveglino, oppure perderemo l'aereo"rispose sulla difensiva.
"Se hai così tanta fretta perché non entri in camera e li svegli?" Disse mia madre ridendo. Provai un secondo di panico, eravamo ancora nel letto,avvinghiati insieme...Fu giusto un secondo di panico,uno solo, perché quando Margot provò ad aprire la porta, quest'ultima non si aprì,ricordandomi che ieri sera l'avevamo chiusa a chiave. Risi,mentre Dylan iniziava a dimenarsi stringendomi ancora di più a se, era il segno che si stava risvegliando.
"Dylan tua mandare ti cerca...devi preparare la valigia...tra poco parte il v...v...volo..."gli sussurrai.
Lui rispose solo un verso di disapprovazione e mi tirò ancora più a se...risi di nuovo.
"Aspetta Margot, ho una chiave di riserva,te la vado a prendere"disse mia mamma.
"Dylan cacchio alzati e fila nel tuo letto"gli dissi sotto voce,avendo sentito i piani delle nostre madri.
"Uhhhm...non voglio"rispose assonnato.
"Dylan muoviti"
"Ecco la chiave"sentii dire a mia madre dall'altra parte della stanza.
Margot iniziò a giocherellare con la chiave nella serratura, e appena sentí lo scatto della porta che si apriva,Dylan filò fuori dal mio letto ,correndo verso il "suo",prima di rendersi conto che dato che non ci aveva dormito era tutto intatto.
Mente la porta si stava aprendo, lui disfasse un po' il letto,tirò su le coperte e si ci mise sotto.
La porta si aprì e le nostre madri fecero capolineo in camera. Fingemmo di dormire,ognuno nel proprio letto, come se non avessimo sentito tutto ciò che si erano dette fuori da quella porta.
"Dylan svegliati è tardi" disse la madre scaraventando un cuscino sulla testa del figlio. Dato che in realtà non dormivamo per davvero,scoppiammo tutti e due in una grossa risata.
Margot,fiera di aver portato a termine la sua missione,ovvero quella di svegliare il figlio,che non dormiva per niente,uscì di camera tutta contenta indicando con un dito, la valigia vicino al letto.
Dylan sbuffò,si alzò dal letto e passammo l'ora successiva a riempire la sua valigia,"riempire" si fa per dire.
Cercava in tutti i modi di farmi ridere,ma in realtà non riusciva a ridere neanche lui. Mentre lo aiutavo a mettere in ordine tutte le sue cose,trovai le sue chiavi di casa, con appeso un ciondolo a forma di cuore. Aprii il ciondolo e vidi che all'interno c'era una nostra foto, una foto di qualche anno fa,probabilmente l'avevamo scattata un paio di mesi prima della sua partenza. Sorrisi...
"L'ho fatto fare appena arrivato a Los Angeles, mi sentivo così solo che avevo bisogno di avere qualcosa di bello con me,che mi ricordasse i bei momenti passati qui, poi capii che quella che li riassumeva tutti era una persona...eri tu"
Mi tolse le chiavi dalle mani con delicatezza, staccò il ciondolo e me lo porse.
"Tienilo tu, ora che se mia in tutti i sensi , non c'è bisogno che un ciondolo me lo ricordi"
Presi il ciondolo e mi fiondai tra le sue braccia,abbracciandolo come se fosse l'ultimo abbraccio che avevamo a disposizione,ma non era così, mi aveva promesso che sarebbe tornato ed io lo credevo.
"Ti amo"
"Anch'io" risposi baciandolo castamente sulla guancia.
Lui mugugnò qualcosa di strano alzando gli occhi al cielo.
"E questo lo chiami bacio...chi sei mia nonna?"
Risi e con un sorrisetto malefico,lo sbattetti letteralmente contro al muro della mia camera. Lo intrappolai con le gambe alla parete rosa chiaro,gli passai una mano tra i capelli e l'altra lungo i pettorali,per poi posarle sul suo viso morbido,sulla sua mascella forte. Posai le labbra sulle sue e iniziai a leccargli in labbro inferiore, lui rispose prontamente aprendo la bocca, premettendomi d'entrare e far incontrare le nostre lingue infuocate dal desiderio e volerose di passione.Poggiò una mano sulla mia gamba e mi tirò ancora più a se,facendo combaciare i nostri corpi,che sembravano fatti a posta per completarsi...Ci baciammo per un lasso di tempo che mi parve un'eternità.Alla fine eravamo entrambi senza fiato,così con un sorrisino biricchino mi staccai dalle sue labbra e gli chiesi
"Meglio del bacio della nonna?"
"Decisamente" disse con una voce leggermente roca, ma dannatamente sexy, mentre si mordeva il labbro e passava una mano calda tra i capelli ribelli.
"Ehm...la valigia sta aspettando di essere riempita..." dissi allontanandomi da lui per stuzzicarlo un po'.
"Dici a quella maledetta valigia che aspetta se vuole, oppure provvede a riempirsi da sola..."
Iniziò a rincorrermi per tutta la stanza,prendendomi in braccio e catapultandoci entrambi sulla poltrona accanto al letto.
Si mise su di me e con dolcezza mi disse tutto quello che mi bastava per continuare ad essere felice
"Ti amo...ti amo da morire,morirei per te ..."
"Così è troppo facile...vivresti per me?"
"Vivrei in etero per te, solo per starti accanto"
Si chinò su di me e mi baciò.
Sapevo che non voleva partire, lo sapevo, ma sapevo anche che doveva, era ancora minorenne, aveva ancora il liceo fa finire, sapevo che fosse rimasto ad occhi chiusi se avrebbe potuto, e non c'era bisogno che me lo dicesse, lo sapevo e basta.
Con lui anche quella poltrona scomoda diventava comoda e accogliente, tanto che ci addormentammo di nuovo,senza curarci minimamente del fatto che la valigia ci stava ancora aspettando...ci avevano svegliato,così crollammo di nuovo,l'una tra le braccia del altro...

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