CAPITOLO 116

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Pov. Dylan
Ho chiamato Lydia almeno 20 volte e non mi ha ancora risposto...

Provo a scriverle su Whatsapp, ma noto che mi ha bloccato.

Non ce la faccio più, ho bisogno di dirle cosa provo per lei e che non ho mai smesso di amarla, così decido di andarla a trovare.

Busso alla porta, ma ad aprirmi è Ash:

"Ciao Ash, Lydia è in camera?", domando gentilmente.
"No, mi dispiace. In questo momento sta dando un esame di matematica", risponde.
"Ah...okay...", dico.
"Senti, ti direi di aspettarla qui, ma so che non vuole parlarti. Poi, se vuoi rimanere, accomodati pure. Devo andare a lezione", afferma.
"Grazie mille, Ash!", dico.
"Di niente, Dylan!", dice mentre se ne va.

Mi siedo sul letto, ma non posso fare a meno di scuriosare in giro.

Mi dirigo verso la scrivania più disordinata di tutte, quella di Lydia (ovviamente).
Apro il cassetto e trovo una miriade di fogli pieni di formule strane e cianfrusaglie varie.
Sto per chiudere il cassetto, quando mi accorgo di un barattolo arancione nascosto sul fondo.

Lo prendo e noto che è pieno di pasticche, saranno quelle per gli attacchi di panico...quindi lo rimetto a posto e continuo a frugare.

Ad un certo punto realizzo che il barattolo che contiene le pasticche per gli attacchi, è marrone e non arancione.
Riprendo la boccetta e leggo che si tratta di pasticche che fanno stare svegli tutta la notte.

Riprendo la boccetta e leggo che si tratta di pasticche che fanno stare svegli tutta la notte

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Non posso crederci, non pensavo potesse arrivare a drogarsi!

Non le basta scopare con quello lì?!

Ora mi sente!

Sto per rimettere tutto a posto, quando qualcuno apre la porta.

"Che cazzo ci fai nella mia stanza?!", esclama Lydia.
"Vattene! Ora!", dice avvicinandosi alla scrivania e nota il cassetto aperto.
"Adesso...non solo mi stalkeri, ma frughi anche nella mia roba!? Vattene! Vattene, prima che ti prenda a calci nel culo!"
"Lydia...dobbiamo parlare...", affermo.
"Ah si? E di cosa? Di quanto mi ami ancora!?", urla.
"Non è quella la cosa più importante che devo dirti! Lydia, che cazzo significano queste!?", dico mostrandogli le pillole.
"Che cazzo te ne frega!? Ora ridammele!"
"Lydia...ti droghi?", domando.
"Cosa? Ovvio che no! Sono solo per lo studio quelle!"
"Allora perché ti comporti come una pazza?", le chiedo.
"Perché non ti sopporto più! Smetti di cercarmi, io non ti amo più!", dice con le lacrime agli occhi.

Le sue parole mi fanno troppo male, perciò poso il barattolo sul tavolo e me ne vado sbattendo la porta.

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