UN MESE PRIMASto finendo di portare le valigie nella mia nuova stanza, a casa dei miei zii a Roma.
Una volta piegato e sistemato nei cassetti giusto qualche cambio per i prossimi giorni, posso tirare un sospiro di sollievo.
Mi passo una mano sulla fronte, per asciugare qualche goccia di sudore, ma per fortuna trovo solo la mia pelle accaldata. Magari sono ancora in condizioni decenti."Sofia, serve aiuto con le ultime cose?" chiede la zia Nadia.
È la sorella maggiore di mia madre. Lei e lo zio Roberto non hanno avuto figli, purtroppo non per scelta loro, e per questo motivo vivono letteralmente per i propri nipoti.
Il mio essere qui ne è la prova."Avrò bisogno di una doccia il prima possibile, eppure ho sistemato tutto. Grazie" le dico sinceramente.
In tutta risposta lei mi sorride e muove la testa in un cenno di assenso. Recupera la valigia ormai vuota da terra ed esce dalla camera. È agosto e, forse per la fatica appena terminata, un caldo del genere non lo ricordo da anni. Quindi avverto davvero il bisogno di rinfrescarmi.
La novità è che ho un bagno tutto mio, finora ero abituata a condividere anche quello.
Non è provvisto di una vasca, il che rende inutile aver portato i miei sali da bagno alla vaniglia, ma la doccia ultramoderna non me la fa rimpiangere più di tanto. Entro e allungo un braccio per regolare la temperatura. Faranno pure oltre trenta gradi fuori, però l'acqua completamente gelata non potrei sopportarla.---
Ancora avvolta nell'accappatoio mi guardo allo specchio, oggi mio nemico, e libero i capelli dall'asciugamano. Sono lunghi fino a metà schiena, neri come la pece e liscissimi in qualsiasi condizione. Rappresentano un problema quando voglio arricciarli, tuttavia non ho la faccia tosta di muovere una critica a riguardo.
Con il volto sconvolto per la stanchezza, realizzo che grazie all'abbronzatura mi sono concessa una pausa dal mio colorito solitamente pallido; la mia pelle potrebbe definirsi quasi diafana, cosa che per molti è sinonimo di purezza.
Non faccio commenti sul mio essere struccata perché, in generale, non sono fan del trucco pesante. Penso non sia il massimo per i miei luminosi occhi verdi.
Per il resto ho un fisico magro di costituzione, con curve che giudico "accettabili" per la mia età, e reso tonico dalle tante ore passate in palestra.
In pratica: non mi ritengo una super modella, eppure ammetto di ricevere spesso apprezzamenti.Dopo essermi rilassata un po', scelgo di rispondere al messaggio di Ilaria. Lei, sua sorella Silvia e Massimo li ho conosciuti tre anni fa al mio paese. Erano venuti per passare l'estate al mare e da lì non abbiamo smesso di essere amici, pur abitando così lontano.
Domani sera abbiamo in programma di andare a divertirci prima dell'arrivo di settembre, ovvero della scuola.Recupero nuovamente il cellulare per chiamare mia sorella che, tempo tre squilli, risponde con voce spezzata.
"Sabrina, non cominciare! Ci siamo lasciate solo poche ore fa!" scherzo, cercando di non farla cedere alle lacrime.
Quello di lasciarsi andare al pianto di solito è un compito che spetta alla sottoscritta.
"Lo so, ma avrei dovuto essere io la prima ad abbandonare il nido di casa e tu non hai rispettato la fila!"
Finalmente è tornata in sé. Siamo fatte così noi due, senza prenderci in giro non riusciamo a stare.
"Ah, ma allora non piangi perché ti sono mancata. Bene, sai che ti dico? Per quanto mi riguarda, la prima cosa che rimpiangerò sarà il mio letto!" replico fintamente piccata.
Passiamo i primi minuti a giocare, poi torniamo serie.
"Sofia, anche se saremo lontane non pensare che non mi preoccupi per te ogni secondo. Voglio come sempre che tu sia felice e se dovessi ripensarci sistemeremmo tutto, come siamo abituate a fare" dichiara lei decisa.
Ecco perché l'adoro con tutto il cuore, è la mia ancora.
"Grazie, so di poter contare sempre su di te. Ti voglio bene!"
E come potrebbe essere il contrario, visto come si è sacrificata per me.
Al momento della morte dei nostri genitori io dovevo ancora compiere quindici anni, mentre lei me aveva già venti. Aveva un lavoro e ha insistito per potersi prendere cura di me, soprattutto per evitare un ulteriore stravolgimento delle nostre vite.
Tutto questo è stato possibile anche grazie all'aiuto del resto della nostra famiglia, che non ci ha mai abbandonato.Andiamo avanti a parlare per mezz'ora e ci salutiamo con la promessa di non far trascorrere oltre un giorno per la prossima telefonata.
Esco dalla stanza con lo scopo di raggiungere gli zii, visto che è quasi ora di cena.
Intanto che scendo le scale, attira la mia attenzione la quantità di piantine presenti sul pianerottolo e sul davanzale. Mi avvicino per toccarle e mi accorgo di come alcune siano in realtà finte. Soprattutto quelle ricche di spine ed aculei.
Tanto meglio. Non sono un'amante dei fiori e la mia fobia degli insetti ne risentirebbe."Tesoro, eri al telefono con Sabrina?"
"Sì, zia. Stavolta posso addirittura giurare che la sentimentale non sono stata io" esclamo orgogliosa.
La guardo sorridere ma mi accorgo dei suoi occhi lucidi.
"Fidati, è normale la sua reazione."
Capisco a cosa si riferisce.
Mi alzo solamente per abbracciarla forte. Immagino stia ricordando le tante situazioni analoghe di cui, in passato, le protagoniste sono state lei e mia madre.
In quel momento ci raggiunge lo zio, che posa sulla sedia la sua ventiquattrore e si sistema gli occhiali per poter controllare meglio la scena alla quale si trova di fronte.
Allarmate, ci ricomponiamo facendo finta di nulla. Mi avvicino al cassetto della credenza e lo apro per prendere la tovaglia, affinché possa cominciare ad apparecchiare la tavola.---
Terminato di mangiare, ritorno al piano di sopra. Mi soffermo ad osservare quella che sarebbe diventata la mia camera, a partire da adesso.
Il letto a una piazza e mezzo è un'altra grossa novità, sembra gigantesco. La libreria, ancora vuota per metà, è stata comprata solo la settimana scorsa. Regalo di benvenuto, così si sono giustificati.
Sul comodino sistemo le foto di famiglia. In una siamo al completo in occasione del ventesimo compleanno di Sabrina, ossia pochi mesi prima di perderli per sempre. Mio padre mi tiene stretta con un braccio sulle spalle, mentre mia madre è intenta a schioccare un bacio sulla guancia di mia sorella. Ricordo quel giorno come se fosse ieri.Sospiro per la tristezza che certi ricordi portano con sé ed evito di lasciarmi andare alla malinconia.
Ritorno sui miei passi e non mi sfugge la parete tuttora spoglia. Ho intenzione di tappezzarla al più presto con le polaroid scattate con Laura ed Alessandro, i miei due migliori amici.L'unica pecca?
L'armadio per una ragazza non sarà mai troppo spazioso perciò, per compensare, avrò bisogno di una cassettiera.
Dopo quest'ultimo appunto mentale, scosto le lenzuola e mi sdraio senza perdere ulteriore tempo.La prima giornata nella mia nuova casa è volata.
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Salve a tutti!
Siamo alla fine del primo capitolo come avrete notato... vi avverto che andando avanti con la storia i capitoli saranno più corposi e nuovi segreti saranno svelati.
Detto ciò? Come vi è sembrato questo inizio? Cosa mi consigliereste di migliorare? Anche le critiche sono ben accette ☺️
Vi ringrazio comunque per aver speso del tempo per leggere l'inizio della mia storia e spero continuiate a leggerla.
Un bacio 😘
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- Senza via d'uscita -
ChickLitDA REVISIONARE Sofia: bella, talvolta diffidente, e brava ragazza di quasi diciassette anni. Ha perso i genitori in un incidente stradale due anni prima, tuttavia non è sola. Ci sono sua sorella ed il resto della famiglia a prendersi cura di lei. Fi...