Capitolo 60 - Una sua scelta

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MICHELE

"Sì, era Melissa" confesso senza distogliere lo sguardo da Giordano.

Noto subito il lampo di rabbia che anima i suoi occhi neri come la pece. Un secondo dopo mi ritrovo con le sue mani premute sulle spalle e vengo spinto all'indietro, contro la portiera dell'auto. Era ancora spalancata e subito mi si conficca nella parte bassa della schiena.
Stringo i denti e metto da parte la fitta di dolore perché due piccoli mani delicate appaiono nel mio campo visivo. Ci metto un attimo a realizzare che appartengono a Sofia e che sono arpionate al braccio di Giordano in un debole tentativo di allontanarlo da me.

"Ti prego, lascialo stare!" Chiede la mia ragazza con un filo di voce.

"Fatti da parte" risponde il mio amico senza degnarla di uno sguardo.

Ha il respiro affannato. È decisamente incazzato. La sua attenzione per fortuna è tutta rivolta al sottoscritto.

"Sofia, stai tranquilla. Purtroppo io e Giordano non riusciamo quasi mai a risolvere questioni senza finire in qualche mezza rissa" provo a sdrammatizzare.

Lei però resta a guardarmi, gli occhi sbarrati e preoccupati per me. Così accenno un sorriso per incoraggiarla a fare quello che ha chiesto Giordano. Toglie prima una mano poi l'altra dal braccio di lui e indietreggia di qualche passo. Non le piace ritrovarsi di fronte a una scena del genere e cercherò di evitare che la situazione peggiori.

"Puoi colpirmi, ma non risponderò a nessuno dei tuoi pugni. Oppure puoi stare ad ascoltare quello che ho da dirti" dichiaro riportando i miei occhi su Giordano.

"Vaffanculo, Michele! Pretendi ancora di comportarti come se fossi il capo qui?" Sbraita lui facendosi ancora più vicino. "Come cazzo hai potuto non dirmi niente di lei?"

"Credi che sia stata una mia scelta? Pensaci bene..."

"Non mi interessa. Dopo quello che è successo con Sofia, e ti ricordo che è stata lei a chiedere il mio aiuto, non ti ho più nascosto niente. Ho evitato di rompervi le palle, mentre tu adesso mi nascondi di aver visto Melissa. Va bene, è tornata a far visita ai nostri genitori e non ha voluto vedermi. Avevamo litigato al telefono e ci sta, ma tu dovevi dirmelo."

"Non ci avrai rotto le palle ma hai sguinzagliato la tua amichetta per colpire Sofia" ribatto prontamente.

"Di che stai parlando?" Domanda aggrottando la fronte.

"Pensi che sia un idiota? Viola l'ha avvicinata fuori dalla palestra. Chi le ha spifferato dove trovare Sofia?"

"Ti sei bevuto il cervello? Sì forse tra una chiacchierata e l'altra le ho raccontato che Sofia è una ballerina, ma di certo non le ho detto dove poter rintracciarla l'altro giorno e neanche lei me l'ha chiesto."

Cazzo, è sincero. Ormai lo conosco e non mi sta mentendo. Allora chi può avercela con me e la mia ragazza così tanto da mettersi in contatto con Viola? Oppure è stata quest'ultima a trovare un modo di farmi pagare l'aver voluto chiudere con lei?

"Ok, ti credo."

"Non mi interessa. Non sono qui per discutere di queste stronzate. Adesso parla perché sto perdendo la pazienza" minaccia lui ancora una volta.

"D'accordo, ma toglimi le mani di dosso e permettimi almeno di accompagnare Sofia a casa. La stai spaventando" cerco di convincerlo.

"Scordatelo, così avresti il tempo di inventarti qualsiasi scusa. Adesso!"

"Guardala, Giordano!" Lo imito alzando la voce.

Lui si volta verso Sofia e perde un po' della sua determinazione. Squadra la mia ragazza da capo a piedi e un'espressione triste e colpevole gli oscura il volto. Sofia si trova accanto a noi ma è intenta a evitarci con lo sguardo, fissando la punta delle sue sneakers. Tenendo la testa bassa però non riesce a nascondere il suo nervosismo; si sta torturando il labbro inferiore tra i denti per evitare di intromettersi o piangere, immagino.
L'attimo dopo con un forte strattone Giordano si separa da me.

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