Capitolo 26 - Questione di fiducia

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SOFIA

Quando comincio ad aprire gli occhi stamattina, allungo un braccio dietro di me alla ricerca del calore della sua pelle. Mi sveglio di botto perché avverto solo il vuoto e le lenzuola fresche al tatto. Michele non è al mio fianco, peccato.

Ehi, non è colpa mia se non ho sentito la sveglia. In ogni caso credevo mi avrebbe svegliata anche solo per salutarmi prima di svignarsela.
Lungi da me pensare a qualcosa di troppo sdolcinato, però sarei stata contenta di un risveglio al bacio.

Mi spoglio al volo del pigiama, recupero la prima maglia che mi capita davanti e decido di andare da lui.

Sto per bussare alla sua porta ma, da fuori, lo sento parlare al telefono con qualcuno.

"Va bene... è che non ci siamo più visti. Quando torno ci incontriamo, ciao."

Respira, Sofia.

Può trattarsi di chiunque.

Terminata la chiamata, viene ad aprire. Gli rivolgo un sorriso tirato e mi fiondo tra le sue braccia. Non ricambia la stretta, piuttosto mi allontana per scrutarmi in viso.

"Buongiorno!" mi sbrigo a salutarlo e cerco di sottrarmi all'esame poggiando, di nuovo, la testa al suo petto.

Inutile dire che funziona solamente per due secondi. Scocciato, Michele si scosta da me e indietreggia di un passo.
Ne approfitto allora per entrare in stanza.

"Buongiorno a te. C'è qualcosa che vuoi dirmi?" sibila lui.

Cos'è questa improvvisa freddezza?

"In effetti sì, sono qui per il bacio che mi spetta. Avvicinati, Romeo, non scappare" rispondo allungando le braccia verso di lui.

"Di bene in meglio. Ora mi nascondi perfino i tuoi pensieri. La promessa di non mentirci, fatta oltretutto pochi giorni fa, te la sei già dimenticata?"

Per quale motivo sa sempre leggermi dentro?

"Ok, se proprio ci tieni. Ho ascoltato solo la parte finale e-"

"Pensi che io abbia un'altra?" Mi interrompe lui, con una domanda a bruciapelo che fa perdere un colpo al mio cuore.

Come suo interlocutore avevo in mente una persona in particolare. Se invece era al telefono con una ragazza? Oddio, non posso neanche immaginarlo.
Nel frattempo il mio ragazzo rimane a fissarmi con le braccia conserte. Questo movimento attira il mio sguardo sul suo torace scoperto, reprimo a malapena la voglia di toccarlo e riempirlo di baci.

Dato che ci sono mi concedo una rapida occhiata; i suoi capelli ribelli sembrano chiedere di essere scompigliati ancora di più. Giuro che lo farei, se non mi stesse fulminando con gli occhi.
A un tratto mi rendo conto che indossa solo un paio di boxer neri e mi conviene spostare la mia attenzione altrove, quindi meglio rispondere subito.

"No. Voglio dire, spero di no."

Serra la mascella ed avanza di qualche passo. Riprende solo quando si abbassa alla mia altezza.

"Speri?" Afferra l'oggetto incriminato e me lo passa. "Vai! Controlla le ultime chiamate."

"Che stai facendo? Non ho intenzione di-"

"Ho detto leggi!" Quasi mi urla contro.

È impazzito.

"Calmati. Ho utilizzato le parole sbagliate, cavolo! Non mi stai tradendo e ne sono sicura. "

A quel punto lui sbuffa e mi indirizza un sorriso sarcastico.

Questo è quello che dovrò aspettarmi d'ora in poi? Un cambiamento d'umore dalla sera alla mattina?

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