Capitolo 59 - L'ennesimo inferno?

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MICHELE

Penso di non avere mai avuto un periodo più perfetto di questo in tutta la mia vita.
Sono ancora seduto sul letto dove io e Sofia abbiamo fatto l'amore dopo esserci confessati di amarci.
Non avevo idea che provare un sentimento del genere potesse essere così forte, travolgente e stupendo allo stesso tempo. E se non avessi incontrato lei probabilmente non lo avrei mai scoperto.

Mi volto quando avverto un rumore di passi alle mie spalle. Sofia entra in camera a piedi nudi e si siede accanto a me. Si infila prima i calzini poi le scarpe da ginnastica e, quando si china per allacciarle, non resisto; la imito e mi avvicino ancora di più per sciogliere i lacci. Si gira sorpresa e il movimento improvviso mi permette di essere travolto dal suo profumo inebriante.

Vaniglia.

Mi fa impazzire. Dolce come lei.

"Ehi, ma che fai?" Mi domanda sorridendo.

"Non voglio che tu vada via. Non mi basti davvero mai..." Faccio per baciarla, ma lei mi sorprende facendo leva sui palmi per arretrare sul letto.

"No! Se mi baci non me ne vado più davvero e sai che devo."

"Prima di tutto se ti posizioni al centro del letto anziché scappare non fai altro che spingermi ad avvicinarmi." La provoco sollevando entrambe le sopracciglia. "Poi perché non puoi restare? Ceni qui, poi ti accompagno a casa."

"Michele, ho bisogno di andare a dormire presto. Oggi ho avuto una giornata davvero piena di... tutto. A partire da una lezione di danza davvero stancante fino all'altalena di emozioni contrastanti che mi hanno abbastanza scosso. Prima in peggio poi decisamente in meglio" afferma arrossendo e passando inavvertitamente la mano sul lenzuolo sotto di lei. Forse nella sua mente sta ripensando a quello che è accaduto fino a poco fa tra quelle lenzuola.

"A proposito di questo..." Mi aggancio al suo discorso. "Ti va di chiarire una volta per tutte il discorso di Viola?"

Non appena sente il suo nome i suoi occhi sono di nuovo su di me e inizia a tormentare le maniche del suo cardigan. Segno che affrontare l'argomento ora per lei non sarebbe il massimo.

"Tranquilla, ho parlato a sproposito. Volevo solo chiudere quella storia... ma abbiamo tempo."

"No, non voglio più nascondere la testa sotto la sabbia. Sto bene. Posso affrontarlo."

"Ne sono certo. Devi sapere che Viola sa essere diabolica. Ci conosciamo da bambini e ne ha combinate di tutti i colori negli anni. Soltanto che non so spiegarti come ma a inizio anno ci siamo davvero avvicinati. Lei è molto amica con Giordano e da quando Melissa è stata aggredita ha iniziato a passare ancora più tempo con noi. Mi sembrava cambiata sinceramente nei pochi mesi di... frequentazione." Fatico a trovare una definizione giusta. "Ma la verità è che lei, diversa o meno, non era quello che stavo cercando."

"Quindi hai troncato tu il tutto?" Domanda con una punta di speranza.

"Sì. Per questo anche se non ti fidi ancora ciecamente di me-"

"Non c'entra la fiducia. Cioè, non solo ecco" ammette portandosi una mano tra i capelli. "Credo che qui entri in gioco la mia poca autostima. In più la mia paura di perderti non aiuta."

"La paura è normale. O almeno credo perché come sai sono un temerario e-"

"Sei proprio la mia metà della mela, eh?" Ironizza sorridendo e scuotendo la testa. "Tu ad autostima sei messo benissimo invece. Ci compensiamo davvero."

"Ci ho anche impiegato ventidue anni per consolidare il mio carattere. Sei matura per la tua età però con il tempo non farai altro che fortificarti. A dire la verità vedo già dei cambiamenti in te da quando ci siamo conosciuti."

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