Capitolo 27 - Giù la maschera

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SOFIA

"Che stai dicendo? Come vorresti essere d'aiuto, tu? Che cazzo ne sai di Alex?" Domanda Giordano sprezzante.

Sto cercando di fare un accordo con la persona che per prima mi ha messo in mezzo a questa vicenda. Spero di non pentirmi di questa scelta azzardata.

Giordano comincia a far roteare intorno al dito un mazzo di chiavi e così facendo mi accorgo del coltellino svizzero agganciato ad una di queste. Avrebbe il coraggio di usarlo contro di me? L'ha già usato con qualcuno?
Spazzo via dalla mente certi pensieri e mi impongo di calmarmi. A guardarlo bene non l'ho mai visto ridotto in questo stato, con gli occhi spiritati, la pupilla dilatata al massimo.
Ovviamente mi dispiace, ma non intendo farmi sottomettere.

"Prima di tutto, modera i termini."

Se pensa di rivolgersi a me con questo tono, possiamo concludere l'incontro qua.

"Pensavo di fare da esca" continuo.

Alla mia proposta Giordano chiocca la lingua in segno di disapprovazione, mi volta le spalle e fa per andarsene. Per fortuna l'altro ragazzo si mette in mezzo e lo blocca tenendolo per la maglia. Forse è il ragionevole della coppia?

"Giordano, ascoltala almeno" consiglia lui concedendosi una rapida occhiata verso di me. "Stefano, comunque. Non ci hanno ancora presentati."

Almeno ha il buonsenso di non porgermi la mano.

"Piacere e grazie" mi affretto a rispondere. Devo riuscire a convincere Giordano ora.
"Intendo farti sapere che quest'idea non l'ho partorita in un giorno, altrimenti non ti avrei contattato. Inoltre, visto che mi hai tirata in mezzo per primo, è un po' tardi per fare retromarcia."

Alla mia provocazione lui riporta lo sguardo scuro su di me. Ottimo, ho di nuovo la sua attenzione.

"Sai che è amico di un ragazzo che conosco e che sarebbe facile avvicinarlo. Michele mi ha spiegato il piano che avevate in mente e-"

Mi ritrovo con la schiena contro il muro e il viso livido di Giordano fronte al mio.
Butto fuori il fiato di colpo, più per la sorpresa che per la botta, e di corsa mi appresto ad incamerare aria nei polmoni. Impresa difficile data la sua vicinanza.

"Cosa ti ha detto?" Mi intima lui. E fa davvero paura.

Cerco di divincolarmi inutilmente, mi tiene ferma con un braccio che spinge sullo sterno. Ad ogni mio movimento, non solo non molla, addirittura rafforza la presa. Stefano rimane al suo posto senza intervenire. Altro che ragionevole, è stronzo tanto quanto lui.

"Come si è permesso? Non aveva alcun diritto di raccontarti la verità!" Esplode Giordano quando vede che non ho intenzione di ribattere.

Ma è qui che si sbaglia: è una cosa che mi spettava eccome. Sono stata io la vittima del loro assurdo piano, io quella che è stata umiliata e ferita. Infine sempre io quella accusata ingiustamente.
Tuttavia, vista la situazione, sorvolo per non gettare altra benzina sul fuoco.

"Senti, sto mettendo a rischio il mio rapporto con Michele. Credi sia uno stupido scherzo? Fermati a riflettere un secondo" lo costringo a riflettere.

Dopo le mie parole mi lascia subito andare.
Sistemo la mia felpa e mi prendo un secondo per regolare la respirazione. Entrambi rimangono a osservarmi senza proferire parola.
Guardo Giordano e, se non mi avesse appena aggredito, farebbe anche pena vederlo tremare in questa maniera.
Di sicuro capisco la rabbia, ma comprendo meno il continuare a prendersela con me.

"Ho bisogno del tuo aiuto. Lo contatterei oggi stesso o nei prossimi giorni. Piano piano prenderemmo confidenza fino a quando non arriverebbe a chiedere di vederci" continuo a spiegargli il mio piano.

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