Capitolo 44 - Un nuovo dilemma

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Martedì

SOFIA

Mai stata più felice di sentire quel melodioso suono della campanella; due ore di fila di economia politica sono micidiali in qualsiasi giorno della settimana. Inoltre, non credo di essere l'unica a pensarla così visto come la maggior parte dei miei compagni di classe si sono fiondati fuori dall'aula.
Per me è ancora peggio perché oggi Vanessa non è presente e non può intrattenerci con i suoi racconti quotidiani, inviati a noi ragazze tramite bigliettini durante la lezione. Prego che nessun professore intercetti mai quei pezzetti di carta.

Visto il freddo anche questa mattina non credo che usciremo in cortile, perciò ripongo con tutta calma il libro, più che un libro è un mattone, e l'astuccio nello zaino. Nel momento in cui mi volto però sorprendo Alberto a fissarmi, con i gomiti appoggiati sul banco e in procinto, così sembra, di dire o fare qualcosa. Mi saluta con un sorriso, che ricambio un po' incerta.

"Ciao" esordisce proprio lui. Quando vede che né io né la mia amica parliamo, prosegue. "È un po' imbarazzante non sapere come aprire il discorso, quindi vado dritto al punto. Voglio scusarmi per quello che vi ho detto sabato. Non so perché vi ho rivolto quelle offese e se potessi mi rimangerei ogni cosa. La verità è che sono stanco di vedere soffrire persone a cui voglio bene" conclude sporgendosi in avanti, come per cercare di riavvicinarsi non solo a parole.

"Ok... sarò sincera. Le tue offese non mi hanno particolarmente ferito... sapevo già di avere sbagliato con Michele e sto cercando di rimediare agli sbagli commessi. Ma non è con me che sei stato particolarmente cattivo" gli ricordo alzando un sopracciglio.

"Esatto. Siamo amici da anni, Alberto, e a parte un accenno che hai fatto settimane fa, mai mi avevi parlato di mio cugino in quei termini e mai mi avevi fatto notare la mia situazione. Perché tirare fuori tutto in una volta e con quei modi?" gli fa notare giustamente Giulia, guardandolo quasi con astio. 

"Perché ho visto Sofia stare male per l'ennesima volta e anche tu stavi piangendo giorni fa..."

"Ma non piangevo per questa storia o per qualcosa legato a Michele! Almeno, non direttamente, ecco..." ribatte la mia compagna di banco. Mi prende un colpo quando la vedo arrossire leggermente. 

Allora l'altra settimana avevo visto bene? Ha sul serio una cotta per Giordano? È chiaro che lei non sappia molte cose che lo riguardano e che non lo conosca fino in fondo come persona, altrimenti non lo considererebbe nemmeno.

"Non vorresti anche tu avere la possibilità di frequentare chi vuoi? Senza che qualcuno si intrometta sempre?" continua Alberto, con un tono di voce più tranquillo.

"Certo che sì" replica Giulia mentre si tormenta le mani. "Ma mi preoccuperei davvero nel caso in cui mi piacesse un ragazzo che non mi noterebbe in alcun caso, a prescindere dalla mia guardia del corpo o meno." 

Mi accorgo con stupore che la mia amica sa arrossire più della sottoscritta. Le sue guance sono passate dal rossore appena accennato a un rosso scarlatto. Poi impiego qualche secondo per elaborare le sue parole e faccio due più due. Sta praticamente confermando il mio timore; è Giordano senza più ombra di dubbio.
Cavolo, devo intervenire prima che lo capisca anche Alberto. Potrebbe dirlo a Vanessa che subito incoraggerebbe Giulia a farsi avanti.

Per carità, meglio prendere in mano la situazione.

"Però non è questo il nostro caso, giusto? Quindi partiamo dal punto di partenza... pace fatta, sì o no?" pongo questa domanda ai miei due interlocutori e vedo che si stanno scambiando un sorriso. Poi mi rivolgo ad Alberto, tanto per mettere in chiaro una cosa. "Piccolo consiglio... la prossima volta che hai qualche preoccupazione nei nostri riguardi, condividila senza condirla con un pizzico di cattiveria." 

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