Capitolo 67 - Minacce

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Mercoledì

SOFIA

Sono trascorsi tre giorni da domenica e quattro da quel maledetto sabato sera. Tempo in cui non ho ricevuto visite a casa da nessuno, a parte la nostra vicina Silvana, e durante il quale mi è stato praticamente confiscato il cellulare. D'ora in avanti se devo utilizzarlo posso farlo solo per contattare le mie compagne di scuola o le mie amiche. Neanche fossi una prigioniera.

La realtà è che mio zio ha deciso di credere alla parola di Ilaria e non sente ragioni. La questione mi ha fatto arrabbiare moltissimo all'inizio, mentre ora se ci penso mi sento davvero ferita. Non sono mai stata una ragazza che rifilava bugie a destra e a manca, quindi trovo ingiusto questo trattamento nei miei confronti.
L'unica mia fortuna è che i miei zii non siano riusciti a convincere mia sorella di quello che pensano sia accaduto sabato sera. Non totalmente perlomeno.

Sento di aver sbagliato ad aver voluto aspettare di tornare a casa prima di parlare con gli zii dell'aggressione da parte di Emiliano. Lo avessi fatto al pronto soccorso a quest'ora sarebbe stato tutto diverso. Ma a quel punto non avrei fatto in tempo a leggere l'sms sul cellulare che mi è stato inviato da Ilaria. Messaggio che mi ha impedito di parlare alla mia famiglia di Emiliano.

"Non doveva andare così, ma se racconti la verità sarò costretta a ricattare anche Michele. Perché sono a conoscenza di cose sul suo conto che potrebbero metterlo davvero nei guai e tu non vorresti mai questo per lui, giusto? Non mettere in mezzo me ed Emiliano per quello che è accaduto stanotte e pensa solo al processo. Soprattutto non mostrare questo messaggio a nessuno."

Quando ho letto quelle parole ho avuto paura. Paura di cedere all'ennesimo ricatto, però non so tuttora come agire. Non credo che Michele mi nasconda più nulla; mi ha raccontato praticamente la sua vita. Eppure se dovesse aver compiuto un brutto atto in passato e io non ne fossi a conoscenza, rischierei davvero la sua pelle per denunciare ora Ilaria ed Emiliano? Sarei capace di chiedere giustizia per me, in questo caso, sacrificando il bene del mio ragazzo? Non credo di esserne capace.

Allo stesso tempo però Ilaria potrebbe bluffare solo per volersi salvare. Ed è proprio questo che sto pensando da giorni e l'unico modo per togliermi ogni dubbio sarebbe quello di parlare con Michele. Cosa che non posso fare in questo momento.

A interrompere il mio flusso di pensieri ci pensa mio zio: bussando alla porta ed entrando in stanza prima che lo possa invitare.

"Ciao... la zia ha detto di portarti la pomata. Ha visto che l'avevi dimenticata al piano di sotto"

"Grazie. Stavo per scendere io, non ce n'era bisogno" ribatto secca afferrando con poca gentilezza il tubetto che mi sta porgendo.

La caviglia non mi fa più così male per fortuna. Il dottore ha detto che dovevo riposare per pochi giorni o una settimana al massimo perché si trattava di una lieve distorsione. Quindi dopo aver seguito i suoi consigli, e aver passato le ultime ore praticamente sempre a letto con il ghiaccio e la gamba sollevata, la situazione è migliorata di molto.
Grazie al cielo perché il mio pensiero è corso subito alla danza. Avrei potuto subire un danno maggiore e nella peggiore delle ipotesi rinunciare alla mia più grande passione.

"Tanto stavo salendo comunque" ribatte mio zio. Si accorge che non ho intenzione di ribattere e prova a iniziare un dialogo. "La caviglia si è sgonfiata del tutto. Ti fa anche meno male?"

Non voglio parlargli ed evito di aprire bocca di proposito. In questi giorni mi ha concesso soltanto di scrivere a Giulia per chiedergli dei compiti per le vacanze di Natale e a quanto ho capito domani la mia amica verrà a trovarmi. A dire il vero lei mi ha anche sgridato per non averle detto prima del mio "incidente", altrimenti sarebbe passata anche oggi o ieri.

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