Capitolo 14 - Possibilità

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Martedì

SOFIA

Ieri ancora non me la sono sentita di affrontarlo, quindi ho deciso di rimanere a casa. Ho scritto a Giulia un messaggio per comunicarle che non stavo bene, l'eufemismo del secolo.

Ora sono qui che aspetto il pullman con un'ansia che mi sta divorando viva.
Tenterò un confronto, soprattutto per rispetto a me stessa e i miei sentimenti. Non posso cancellare quello che ho provato e provo tuttora.
Sono innamorata? Non ne sono sicura. So solo che in questi due giorni, senza neanche sentirlo, mi sono sentita soffocare.
Dopo aver passato la notte a rileggere ogni messaggio che ci siamo scambiati, ho perso il conto della lacrime che hanno iniziato a scendere e mi auguro di aver escluso la possibilità di farlo tra poco.

Arrivo a scuola e lo individuo seduto in cortile. Mi faccio coraggio mentre mi avvicino.
Tutti al tavolo mi salutano tranne lui e, a quel punto, si voltano verso Michele con aria interrogativa.
Scelgo di essere la prima a rompere il silenzio.

"Possiamo parlare?"

Michele porta la sua tracolla in spalla e prova ad andarsene senza degnarmi di una risposta.

"Siamo arrivati addirittura a questo?" Lo fermo tenendolo per un braccio.

Al contatto della mia pelle con la sua, una scossa attraversa entrambi. A ogni modo l'illusione dura poco.

"Non c'è niente da aggiungere e mi pareva di essere stato abbastanza chiaro. Lasciami andare" sibila. Posso percepire il disprezzo nei miei confronti solo dal suo tono.

Vengo distratta dalla risata malefica di Giordano e non resisto.

"Vuoi far ridere anche me?" Sbotto.

"Ahh, piccola..."

"Non chiamarmi piccola!" Esplodo.

Solo lui può.

Invece realizzo che non sentirò più uscire quella parola dalla sua bocca. Non rivolta a me.

"Vuoi finire la tua scenata e renderti ridicola di fronte all'intera scuola? Fai pure, io me ne vado." dichiara Michele scostando la mia mano e continuando per la sua strada.

Mi guardo intorno.
Il tempo pare essersi fermato: ci stanno fissando tutti. I più discreti provano a spostare la loro attenzione altrove, senza dare nell'occhio.

Sto per perdere la testa, è stata una pessima idea.
Mi allontano a passo spedito e mi dirigo in classe. Passa qualche minuto e i miei amici si avvicinano con calma al mio banco.

"Avete visto tutto, immagino."

"Sì, cos'è successo? Fino a pochi giorni fa eravate in luna di miele!" Vanessa e il suo mancato tatto non smetteranno di sorprendermi.

"Possiamo evitare il discorso e smettere di parlare di lui per sempre? Vi prego."

"So che è il momento peggiore per confessarlo, ma non mi è mai piaciuto. Meglio averlo scoperto adesso." Alberto si avvicina e mi abbraccia teneramente.

Mi irrigidisco. Non sono a mio agio nel dare questa confidenza a qualcuno dell'altro sesso dopo ciò che mi è accaduto.
A parte il mio migliore amico, soltanto con il ragazzo che mi ha spezzato il cuore ci sono riuscita.

"Aver scoperto cosa, scusa? Ti ricordo che è sempre di mio cugino che stiamo parlando" ribatte prontamente Giulia.

Comprendo perfettamente la sua posizione ma, mentre sto per rassicurarla, il mio amico mi anticipa.

"Credi che Grimaldi sarebbe capace di restare fedele ad una ragazza?"

"No!" La risposta mi sfugge dalle labbra.

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