Capitolo 33 - L'incubo

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MICHELE

Ci troviamo abbracciati nel mio letto.
Non ho voluto che Sofia stesse scomoda per tutto il tempo che avremmo impiegato per perderci l'uno nell'altra, quindi ho dedotto che il divano non fosse la scelta migliore. 

In quest'istante la mia piccola è sdraiata sulla pancia, offrendomi così la sua schiena scoperta e, purtroppo, solamente quella perché il lenzuolo copre il resto del suo corpo nudo. Con la punta delle dita le accarezzo la spalla, per sfiorare il piccolo neo che colora la sua pelle chiara come la luna.

"Mi fai il solletico!" ridacchiando, sposta la mia mano.

"Vuoi davvero ridurre al minimo la mia autostima? Stai dicendo che a letto ti faccio ridere?"

"Anche fuori, se è per questo!"

Sto per ribattere ma il suo stomaco brontola, segno che ha bruciato troppe energie e che è ora di ricaricarsi.

"Come rovinare l'atmosfera, eh?" mi chiede in imbarazzo.

"Non hai guastato niente, non preoccuparti."

Mi alzo, evitando apposta di coprire la mia nudità. Non mi perdo lo sguardo scioccato e le sue guance tingersi violentemente di rosso.
Non cambierà mai.

"Michele!" mi urla contro.

Si volta dall'altra parte, peccato che ormai sia troppo tardi.

"Adesso ti scandalizzi? Comunque vado a farmi una doccia... la mia offerta di inaugurare pure quest'ultima è ancora valida, ti aspetto!"

Recupera entrambi i cuscini e me li lancia. Uno mi colpisce in faccia, ma non protesto perché me la sono cercata.

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Gli avanzi che mia madre ci ha accuratamente preparato riguardano solo dolci e giusto qualche tramezzino, dunque ordiniamo due margherite per poter definire il nostro pasto come decente.

Appena il fattorino me le consegna, le poso sul ripiano della cucina e inizio a tagliarle.

A tavola sono preso ad osservare Sofia che lotta contro la mozzarella filante, ad ogni morso deve tirare indietro la testa in un disperato tentativo di averla vinta su quell'odioso latticino.

"La prossima volta ricordami di ordinare una focaccia" esclama esausta.

Sbuffa e si lascia andare contro lo schienale.

"Sei la stessa che, cinque minuti fa, mi ha accusato di sprecare tempo soltanto perché la sto mangiando usando le posate. Penso che ora tu ne abbia compreso il motivo" le dico, sapendo bene di indispettirla.

Lo sguardo di fuoco che mi lancia avrebbe potuto incenerirmi sul serio.

"Tanto non mi andava più, preferisco di gran lunga concedermi il bis della torta. È al cioccolato e-"

"E tu adori la cioccolata. Non mi sono scordato della tua lista al primo appuntamento. Tra un minuto la tiro fuori dal frigo, c'è qualcuno qui che vorrebbe finire la cena con calma."

Mi diverto troppo a provocarla. Mi aspetto sempre che mi mandi a quel paese, eppure non succede mai. Non ho idea se dipenda dal suo carattere o dalla sua buona educazione.

"Guardami Michele, sto ridendo interiormente... a proposito, invece qual è il tuo dolce preferito? Non me l'hai ancora detto."

"Il tiramisù e, andrò contro corrente ma non mi importa, scelgo la ricetta con i pavesini. Anche se non disdegno la versione con i savoiardi."

"Ma dai! Sai che sono bravissima a prepararlo? E siamo in due a preferire la versione meno amata" dichiara felicissima, con un sorriso radioso che si allarga sul volto.

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