Capitolo 19 - L'idea

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MICHELE

Sono ancora sdraiato a letto. Devo metabolizzare quello che è successo stanotte.
Ero partito per confessare in ogni caso del piano, solo che l'epilogo l'avevo immaginato in maniera differente.
Non ha colpe. 
Impossibile.

Mia madre e la mia crescita mi hanno insegnato che le donne sono la creatura più bella di questa terra.
Non sono stato innamorato di nessuna di loro, però ci tengo a sottolineare che le ho sempre rispettate e mai sfiorate con un dito. A differenza di certi maschi che non possono definirsi uomini.
Poi un giorno incontro Sofia e tutti i miei principi li mando a farsi fottere. Sono un bastardo, non ho scuse.
L'ho voluta e la voglio ancora.
La amo? No, non credo di esserne capace.
Avrei fatto qualsiasi cosa per farla tornare da me? Sì. 

Ha provato a resistermi ieri sera e l'ha fatto egregiamente, ma so anche che è innamorata di me.
Dunque, non può respingermi per sempre.

Sono sincero quando dico di voler continuare la nostra "frequentazione". Non trovo la definizione esatta per spiegare ciò che sento per lei... eppure so che per la prima volta nella vita ho conosciuto qualcosa di simile alla gelosia e questo basta per pormi almeno una domanda. 

Il problema sono i miei ideali.
Ho la certezza che chi ama può tradire poiché lei lo ha fatto.
Sofia lo farebbe? Non posso esserne sicuro. Quindi, rinunciando all'amore, elimino il problema dal principio.
Allo stesso tempo detesto se qualcuno per sbaglio la guarda. 

Insomma, credo di essere impazzito.

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SOFIA

"Ho visto le foto della festa di ieri."

"Neanche più 'ciao', Sabri?" Chiedo sbuffando.

"Scusami se sono stata in ansia fino a stamattina e la prima preoccupazione non è stata salutarti. Stavo dicendo, comparite solo voi ragazze! Dove erano i tuoi amici? Hai sedici anni e-"

"Diciassette praticamente, manca giusto qualche settimana!" Interrompo mia sorella e il suo essere melodrammatica. 

Nel frattempo metto il vivavoce e riprendo a spolverare. Sono talmente distratta che forse ho passato il panno più volte sullo stesso punto. Il mobile della televisione brillerà di luce propria da oggi in poi.

"Sì, va bene, ma di notte non potete restare da sole. In una città grande come Roma poi! Gli zii non ti controllano abbastanza, te lo dico io" sentenzia lei. Alzo gli occhi al cielo.

"Sto per chiudere la chiamata , ti avverto." 

"Non ci provare, sei la più piccola tra le due e devi portare rispetto."

Non ribatto perchè so che sta scherzando.

"Comunque, Sabri, ti ho telefonato per informarti di una cosa... la prossima settimana torno a casa a trovarti."

Allontano di colpo il telefono dalla scrivania perché non ci tengo a diventare sorda. 

"Cosa?!" Urla lei.

"Hai sentito bene! Ho pensato di partire sabato pomeriggio in modo da poter passare più tempo insieme."

"Verrai da sola?"

"Non credo che gli zii vogliano muoversi, sono appena rientrati da un viaggio" replico senza ottenere risposta.

Recupero il cellulare e la chiamata risulta ancora in corso. Il segnale è al massimo.

"Sei ancora in linea?" Chiedo per verificare eventuali problemi di linea.

"Non intendi proprio presentarmelo, eh? In effetti so che ti piace tenerlo nascosto... o perlomeno questo è quello che la gente racconta." 

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