Capitolo 56 - A mali estremi

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MICHELE

Avverto le voci dei miei genitori mentre salgono le scale. Da due giorni purtroppo l'ascensore del palazzo è rotto e stiamo ancora aspettando che i tecnici vengano a ripararlo.

"Non ci credo, pensa se ci avessero sorpreso mentre... oddio, non ci posso pensare" bisbiglia nervosa Sofia mentre esce dal bagno.

Si sta letteralmente torturando il labbro tra i denti e penso che in questo istante voglia teletrasportarsi da qualsiasi altra parte.

"Brava, non farlo... hai già incontrato i miei. Non ti agitare, fai un bel respiro e vedrai che non succederà nulla."

"Sono perfino struccata!" Ribatte agitandosi ancora di più e senza ascoltare le mie parole.

Non faccio in tempo a tentare un altro approccio con lei perché sulla soglia di casa trovo mia madre intenta a pulirsi le scarpe sullo zerbino. Purtroppo i miei hanno trovato la giornata peggiore per venire a Roma; bastano due gocce d'acqua e la città va in tilt.

"Tesoro!" Mi sorprende mia madre con un sorriso splendente prima di abbracciarmi. "Siamo venuti in zona per lavoro e abbiamo pensato di farti una sopresa."

Si sfila di corsa il cappotto per appenderlo all'attaccapanni ed ecco che durante quel movimento intravede Sofia, che nel frattempo è rimasta dietro di me e non si è mossa di un millimetro.

Spero almeno respiri ancora.

"Sofia! Che piacere rivederti, fatti abbracciare!"

"Ciao, Patrizia" riesce a dire appena la mia ragazza mentre mia madre la stritola in un abbraccio.

Vengo distolto da questa scena quando sento la porta chiudersi alle mie spalle. Mio padre è entrato e quasi mi dispiace per non averlo notato prima.

"Michele..." fa lui con una pacca impacciata sulla spalla.

Ricambio il saluto in maniera decisamente più disinvolta rispetto a lui. Dopodiché anche Sofia va incontro a mio padre per salutarlo.

"Mamma, papà, siete qui per lavoro in che senso?" Domando guidandoli in salotto.

I miei genitori si accomodano sul divano e invitano Sofia a fare lo stesso. La mia ragazza cerca il mio sguardo con la speranza di un aiuto, ma non ne ho l'occasione perché mia madre l'ha già presa per mano.

"Diciamo che dovevamo incontrare un cliente di tuo padre, ma all'ultimo ha disdetto l'appuntamento. Allora ne abbiamo approfittato per la ricerca di un nuovo mobile per il bagno. Poi dato che eravamo nei paraggi abbiamo pensato di passare a salutarti. Non sapevamo se fossi in casa o meno, però ci abbiamo provato" risponde mia mamma mentre noto che con la coda dell'occhio si guarda intorno.

So che come tutte le mamme sta controllando che sia tutto in ordine senza farsi notare. O almeno così crede lei.

"Sono felice che siate passati... e spero anche, papà, che avrai fatto scegliere alla mamma perché con il tuo cattivo gusto-"

"Michele, vuoi far brutta figura di fronte a Sofia litigando con tuo padre?" Ribatte prontamente lui inarcando il sopracciglio.

"Dire la verità non è un insulto" borbotto. "Comunque, volete un caffè?"

"Io no, però tua madre ne ha bisogno visto che si è lamentata di quello preso al bar prima di venire qui."

"Sofia, tesoro, prega che Michele non prenda da suo padre oltre che l'aspetto anche il carattere. Per ora è salvo visto che più che altro somiglia a me in quel senso" replica mia madre.

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