MICHELE
Vedo il momento in cui Sofia crolla letteralmente davanti ai miei occhi e credo di aver appena commesso l'ennesimo errore. Ho pensato di allontanarmi all'istante per proteggerla senza dover tradire la fiducia di un'altra persona, invece mi ritrovo con un dolore al petto per aver provocato le lacrime della ragazza che amo.
Non intendo lasciarla nella sofferenza un secondo di più. Devo riuscire a portarla lontano perlomeno da Giordano per riuscire a dirle la verità. Avrei voluto raccontarle tutto non appena arrivati a casa ma non posso più aspettare.
Faccio un altro passo per andare incontro a Sofia e quando mi rivolge la parola mi sento in colpa da stare male.
"Non mi toccare" mormora lei con voce bassa e rotta dal pianto. "Almeno adesso rispettami e lasciami stare."
Io e Giordano ci scambiamo un'occhiata veloce e lui comprende le mie intenzioni. Quindi con un cenno secco della testa mi suggerisce di andare a parlarne in privato.
Torno immediatamente con gli occhi su Sofia. Adesso si trova in ginocchio sul marciapiede e tiene premuti i palmi sulle orecchie come a non voler sentire più niente. Per proteggersi da me.Non riesco più a vederla così quindi mi abbasso per prenderla in braccio.
"Non ti azzardare, Michele." minaccia scansando il braccio.
Non l'ascolto, come spesso sono abituato a fare. Soltanto che per una volta sento di farlo per il suo bene; così mi accovaccio accanto a Sofia e la sollevo da terra.
Sono preparato a tutto. A lei che da un momento all'altro inizi a prendermi a schiaffi, alle sue urla e i suoi insulti, ma non a quello che succede l'attimo in cui mi avvio verso la mia auto.
Sofia mi allaccia le braccia al collo e inizia a piangere ancora più forte."Mi meritavo la verità, Michele. Avresti dovuto dirmelo quando te l'ho chiesto..." singhiozza. "Perché mi hai fatto questo?"
Ancora non rispondo e le lascio un bacio sulla fronte. Premendo il più possibile le mie labbra sulla sua pelle morbida e fresca.
Conto i passi che mi separano dalla meta e affretto il passo. Quando avverto il suono dello sblocco delle portiere sento di aver vinto una guerra. Delicatamente lascio Sofia scendere dalle mie braccia e la sorreggo ancora un attimo prima di lasciarla andare."Non ci vengo con te... ho solo avuto bisogno che mi aiutassi ad alzarmi perché non ce la facevo da sola..." ritrova la voce prima di asciugarsi bruscamente una lacrima col dorso della mano. "Tu che hai sempre la risposta pronta, dimmi... provi almeno un briciolo di vergogna?"
"Onestamente sì, ma non per quello che pensi tu. Sofia ti chiedo-"
"Tu non sei nella posizione di chiedermi più niente!" Mi interrompe raddrizzando la schiena. Ha gli occhi rossi per il pianto e anche il viso arrossato per il freddo, ma mi sta sfidando con lo sguardo.
"Sali soltanto in macchina, non andiamo da me... ma parliamone senza che qualcun altro possa sentirci... non è una cosa leggera quella che devo raccontarti" la prego posando le mani sulle sue spalle, non prima di averle scostato una ciocca di capelli incollata alla guancia bagnata di lacrime.
"Ho detto di no! Anzi, non starmi così vicino!" Esplode iniziando a scrollarsi le mie mani di dosso. Poi comincia a guardare da una parte all'altra per cercare una via di fuga.
Provo a trattenerla ancora un istante, ma ora sembra in preda ai nervi, quindi non rimando più il momento.
"Non era Viola quella della foto!" Sbotto ottenendo la reazione che mi aspettavo. Sofia smette di divincolarsi e resta ad ascoltarmi. Gli occhi sgranati. "Era Melissa. La sorella di Giordano."
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- Senza via d'uscita -
ChickLitDA REVISIONARE Sofia: bella, talvolta diffidente, e brava ragazza di quasi diciassette anni. Ha perso i genitori in un incidente stradale due anni prima, tuttavia non è sola. Ci sono sua sorella ed il resto della famiglia a prendersi cura di lei. Fi...