SOFIA
Controllo la rubrica in fretta e furia e purtroppo non riesco a trovare il suo numero. Deve averlo salvato sotto un altro nome.
Appena avverto dei passi rimetto il cellulare dove lo ha lasciato. Forse Michele nota il mio stato d'agitazione poiché si informa subito."Tutto a posto?"
"Sì, non preoccuparti. Forse ne sto un po' risentendo dell'ansia per questa cena" dico sforzandomi di sorridere.
Sono obbligata a stare attenta perché a Michele non sfugge nulla.
"Ascolta, perché non andiamo a parlare in un posto più tranquillo?" Mi domanda lui.
E mi costa ammetterlo, ma ha ragione.
Non attende una mia risposta e si dirige verso la portafinestra che dà sul giardino."Non c'è bisogno di uscire. Andiamo di sopra, vieni" lo richiamo.
A sorpresa Michele mi segue senza fiatare.
Non sono abituata a me che ordino e lui che esegue. Quanto durerà?Mentre passiamo davanti alla cucina, avviso i miei zii che stiamo salendo in camera.
Ovviamente lo zio non si trattiene."La porta rigorosamente aperta!"
Ecco, vorrei sotterrarmi.
Se soltanto lo zio sapesse che già abbiamo dormito insieme e cosa stavamo per fare la volta seguente, avrebbe già cacciato di casa Michele.---
MICHELE
Mi trovo di nuovo nella stanza di Sofia e sembra passato un secolo.
Ci accomodiamo sul letto e un'immagine di lei in intimo rimbalza nella mia mente. La scaccio subito oppure non arriviamo da nessuna parte.Nel momento in cui l'occhio mi cade sul comodino, attira la mia attenzione qualcosa che finora mi era sfuggito: le foto della sua famiglia.
Sua sorella non le somiglia moltissimo; ha lunghi capelli castano scuro e profondi occhi azzurri. Ha i lineamenti e colori di quello che penso sia loro padre. Un bel signore anche lui: castano, grandi occhi azzurri e piuttosto alto; per quanto mi è concesso giudicare da un'immagine. Mentre Sofia è chiaramente tutta sua madre. Mora e con quei bellissimi smeraldi che mi ritrovo continuamente tra i pensieri.
"Le somigli molto" esclamo indicando l'immagine.
Sofia capisce subito e le se inumidiscono gli occhi. Possibile che io riesca sempre a farla piangere? Sono senza speranza.
"Le somigliavo..." ribatte lei con un filo di voce.
Mi raggelo a quel tempo usato al passato.
Prego non sia successo quello che credo, ma quando comincia a raccontare cos'è successo mi sento ufficialmente uno schifo. Ricordo le offese che le ho rivolto quel pomeriggio in macchina, unite alle intimidazioni, e ora comprendo la sua inaspettata resa."Li abbiamo persi due estati fa. Un ubriaco si è messo alla guida e mio padre non è riuscito ad evitare lo scontro. Non avere più entrambi da un giorno all'altro è una tragedia che ti devasta, Michele. Non sai cosa darei per poterli riabbracciare almeno una volta. In più constatare che sono oltre tre settimane che ci 'conosciamo' e mi chiedi di loro soltanto adesso, non mi fa stare meglio" mormora Sofia, asciugandosi una lacrima sfuggita al controllo.
"Me ne vergogno, credimi. So per certo che la mia lista di scuse è infinita. Mi dispiace davvero per i tuoi genitori" ammetto tristemente. Poi mi schiarisco la gola e prendo coraggio per una richiesta. "Posso, cioè, potrei abbracciarti?"
Sofia tentenna.
Stropiccia la manica del suo golfino, pizzicando il tessuto con le dita, e non mi guarda neppure. Dopodiché muove impercettibilmente il capo in un cenno d'assenso e vengo invaso da una gioia improvvisa.
Mi sposto con cautela, la stringo a me e immergo una mano fra i suoi capelli.
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- Senza via d'uscita -
ChickLitDA REVISIONARE Sofia: bella, talvolta diffidente, e brava ragazza di quasi diciassette anni. Ha perso i genitori in un incidente stradale due anni prima, tuttavia non è sola. Ci sono sua sorella ed il resto della famiglia a prendersi cura di lei. Fi...