Giovedì
SOFIA
Riuscendo a camminare senza aiuto della stampella ne ho approfittato per fare due passi in giardino e uscire dalla mia cameretta. Seduta sul dondolo osservo London che sta stuzzicando con la zampina uno dei fiorellini della zia; è un mese e mezzo che è entrato a far parte delle nostre vite e in questi ultimi giorni è stata la mia unica fonte di gioia.
Sento suonare il campanello di casa e subito controllo l'orario sul telefono: sono le 10:30 di mattina e potrebbe essere proprio Giulia con i compiti delle vacanze.
Faccio per alzarmi quando la voce di mia zia mi ferma.
"Sofi, non preoccuparti è andato a rispondere lo zio. Resta anche seduta" mi comunica sulla soglia della portafinestra mentre si asciuga le mani in uno strofinaccio.
"Va bene, grazie zia".
Tempo venti secondi e Giulia fa la sua apparizione. Vedere una faccia familiare dopo giorni mi riempie il cuore, specialmente se l'amica in questione sembra aver ritrovato il sorriso.
Saluta educatamente mia zia e avanza verso di me."Ciao Sofia! Come ti senti? Va meglio il piede? Sono mortificata se sono riuscita a passare soltanto oggi, ma-"
"Ehi, ehi calma. Prendi fiato!" la blocco sorridendo. "Va meglio ora posso posare il piede a terra senza sentire dolore. Dai, siediti e raccontami che cosa mi sono persa a scuola."
Giulia non impiega molto a riassumere questi pochi giorni perché in vista delle vacanze di Natale fortunatamente non ho perso molto, ci sono state più che altro interrogazioni di recupero. E grazie al cielo ero in pari almeno per quanto riguarda quest'ultime.
Mentre parliamo vedo che si stringe nelle braccia. Io sono abbastanza coperta visto anche la tuta in pile che indosso, però lei si è vestita più leggera immaginando magari che saremmo rimaste dentro."Vuoi rientrare? Senti freddo?" le domando conoscendo già la risposta.
"Freddo dici? Diciamo che se avessi trovato il modo di accendere un falò in giardino non mi sarei lamentata, ecco" risponde con una battuta.
"In quel caso però lo avrebbe fatto mia zia. Non potrei mai rischiare di rovinare il suo giardino, è già tanto che non dica nulla a London." scherzo anche io dando un'occhiata a quell'adorabile batuffolo di peli. "Andiamo, dai."
Mi alzo con cautela e London mi raggiunge subito sfregando la testa contro la mia gamba, partendo con le fusa. Mi chino in avanti per accarezzarlo sulla testolina pelosa, poi tutti e tre rientriamo in casa.
Preferirei continuare la chiacchierata in camera mia, ma preferisco evitare di fare di nuovo le scale. Dunque opto per il salotto.
Una volta sul divano ho intenzione di informarmi su Michele. Abbiamo sempre protetto Giulia da tutta questa brutta storia, perciò devo stare attenta a ciò che chiedo."Ti ha accompagnata Michele?" chiedo perdendo un battito pensando a quanto magari siamo stati vicini senza poterci vedere.
"No, ha detto che doveva fare un salto da qualche parte, non mi ricordo dove. Mi ha chiesto intanto di salutarti, come se non sapessi che in realtà è stato qui giorno e notte sicuramente" risponde lei scoppiando a ridere e ravviandosi i capelli che tiene ancora lisci e non più ricci.
Quanto si sbaglia.
Sono cinque giorni che non lo vedo. Due giorni fa gli zii mi hanno perlomeno ridato il telefono e ho potuto recuperare anche tutti i messaggi e le chiamate perse del mio ragazzo. Ovviamente quando sono riuscita a sentire di nuovo la voce di Michele ho pianto come una fontana. Lo zio mi ha sentito singhiozzare dal piano di sotto e per poco non mi ha tolto il cellulare dalle mani visto il mio stato.
È questo che mi ha spinto a tornare calma e parlare con Michele di quella sera, omettendo la presenza però di Emiliano. Non voglio che lui si metta in pericolo, conoscendo l'impulsività del mio ragazzo andrebbe a cercarlo rischiando anche la vita.
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- Senza via d'uscita -
ChickLitDA REVISIONARE Sofia: bella, talvolta diffidente, e brava ragazza di quasi diciassette anni. Ha perso i genitori in un incidente stradale due anni prima, tuttavia non è sola. Ci sono sua sorella ed il resto della famiglia a prendersi cura di lei. Fi...