Capitolo 25 - Le prime bugie

1K 37 15
                                    

SOFIA

Siamo i primi ad arrivare al bar, così decidiamo di aspettarli ai tavolinetti.
Questo è il posto in cui ho passato un sacco di pomeriggi e serate. Proprio lì, appena fuori l'uscita, ho ricevuto il mio primo bacio. Il ragazzo in questione aveva due anni più di me e mi ha mollato due settimane dopo, ma questa è un'altra storia.

Sento la notifica di un nuovo messaggio.

"Ok. So dove si trova la palestra di cui parli. Ci vediamo lì."

Non so se sarò in grado di mantenere a lungo il segreto. Ricordo a me stessa che è per una buona causa, eppure il senso di colpa non si placa. 

"Chi è che ti sta scrivendo di nuovo?" Chiede Michele infastidito.

"Laura. Prima per avvertirmi che avrebbero fatto tardi e adesso per informarmi che sono per strada" rispondo senza balbettare.

Sto facendo progressi.

"Sì, ci sto credendo..." ribatte lui allungando la mano per raggiungere il mio cellulare.

Faccio in tempo ad allontanarlo dalla sua portata e questo mio gesto lo sorprende.
Pensa sul serio che gli permetterei di leggere i miei messaggi?

"Non ti fidi?" Domando stupìta.

"No, per niente. Ho mentito prima di te e mi accorgo quando qualcuno mi racconta una balla. Dammi quel telefono."

Addirittura lo pretende.
Quest'uscita gli costa ogni possibilità, quindi apro la borsa e ripongo il cellulare al sicuro nella tasca interna. Forse dovrò procurarmi una trappola per topi perché in futuro una semplice cerniera potrebbe non fermarlo. 

"Scordati di invadere la mia privacy in questo modo. Ti ho già spiegato chi è, smettila" sbotto.

Michele resta in silenzio e guarda un punto fisso davanti a sé, poi si decide a parlare.

"Fai come vuoi" le uniche parole che mi rivolge prima di decidere di non aprire più bocca.

Per mia fortuna ecco gli altri.

Laura mi si fionda tra le braccia. Senza peli sulla lingua minaccia anche lei Michele, pure se in maniera soft rispetto agli "avvertimenti" di Sabrina.
Alessandro mi scompiglia come al solito i capelli. È rimasto fermo a quando ci siamo conosciuti in terza elementare e ormai ci ho fatto l'abitudine.
Bocciato per ben due anni di seguito, me l'ero ritrovata come compagno di banco. Gli stavo perfino antipatica... invece guardateci oggi.

Comunque il mio amico è un bel ragazzo. Moro, occhi verdi, alto un metro e ottanta circa e ben piazzato fisicamente. Visti i colori simili e per il fatto di aver vissuto in simbiosi durante l'adolescenza, spesso veniamo scambiati per fratello e sorella.
Accanto a lui, c'è la famosa Giada. Indossa un miniabito blu scuro che le lascia scoperta la schiena, mentre con i suoi tacchi dodici mi sovrasta di un bel pezzo. Devo cercare di non farmi accecare dalla lucentezza dei suoi capelli biondo platino.

"Piacere. Non fa altro che parlare della sua sorellina, finalmente per un po' potrà evitare di sentire la tua mancanza"  esordisce la fidanzata di Alessandro.

Dovrebbe essere una battuta, ma ride soltanto lei. A toglierci dall'improvviso disagio ci pensa il mio accompagnatore.

"Meglio andare a ordinare qualcosa da bere, così avremo una scusa per le cavolate che spariamo. "

La simpaticona sorride senza aver capito la frecciata.

"Ah, Laura, grazie per averci avvisato del ritardo. Non dovevi preoccuparti" continua Michele.

- Senza via d'uscita -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora