Rimuovo il tappo del lubrificante e ne verso un po' sul plug nero e oro. Non ci vuole un genio per immaginare come usarlo; tra l' altro mi pare proprio che Magnolia anni fa mi abbia dato un kit di allenamento anale: un regalo scherzoso che non mi fece per niente ridere.
Stringendo la base del plug coperto di lubrificante in una mano e tirando con l' altra l' elastico del mio perizoma, fisso lo sguardo nello specchio e mi faccio un altro discorsetto.
Infilarlo e basta. Chiudo forte gli occhi e goffamente lo manovra sotto il vestito; forse era meglio toglierlo. Premo l' estremità contro l' apertura che ho giurato di mantenere inviolata e cerco di impormi di spingere, ma non posso.
Non posso e basta. Con un gemito di disgusto lancio il plug nel lavandino, rimetto a posto il perizoma e afferro con le mani l' angolo del piano.
Sono una vigliacca. Cazzo. Avrei proprio dovuto usare quel kit di allenamento anale.
Bussano alla porta. "Ti avverto, mancano venti minuti. Potresti ancora arrivare in tempo se ti sbrighi".
Mi giro con un' espressione truce. Se solo il mio sguardo fosse in grado di incenerire... Mi lancio in avanti e spalanco la porta così in fretta da cogliere Mount di sorpresa.
Si attacca all' angolo superiore dello stipite, fissandomi con quel suo arrogante sopracciglio alzato, e per un attimo mi studia.
"Girati e chinati".
"No".
La sua espressione si incupisce, ma allo stesso tempo brilla di interesse. "Tu e quella parola. Stai veramente disobbedendo al mio ordine?"
Io deglutisco, perché non voglio assolutamente ammettere con lui che non posso farlo. Odio questa mia debolezza quasi quanto odio lui. Ma
l' orologio cammina, e io non ho tempo di lasciare che il mio orgoglio interferisca nella perdita dell' eredità della mia famiglia. Ho già sacrificato troppo.
"Non è quello che sto facendo".
Mi scruta in volto con gli occhi socchiusi, leggendomi troppo facilmente perché io mi senta a mio agio, di nuovo.
"Oh, sì, invece, ma non è di questo che stai parlando. Di certo, non vuoi saltare quella riunione, quindi si tratta di stabilire se non puoi o non vuoi. Quale delle due, Keira? Sei ostinata o timida?". Gli occhi si infiammano, come se netrambe le opzioni lo eccitassero.
"Ha importanza?"
"Più di quanto tu non sappia"
Quando esito a rispondere, lui guarda l' orologio, e io mi ricordo di dover uscire da qui il più in fretta possibile. È l' unico pensiero che ha il potere di sollevare la mia onestà.
"Non posso"
L' espressione si fa meno cupa e gli occhi neri si accendono. "Chiedimelo". Non deve aggiungere altro perché so esattamente cosa vuole. In qualunque altra mattina gli direi di nuovo di andare a farsi fottere, ma oggi non ho questo lusso.
"Ho bisogno di aiuto". Pronuncio quelle parole con lo stesso entusiasmo che avrei se stessi confessando un omicidio. Be', l' omicidio di chiunque altro che non fosse Mount.
"Aiuto per cosa, Keira?"
Che figlio di puttana.
"Ti odio".
"È difficile dimenticarlo visto che continui a dirmelo. E a essere onesto, mi sto stancando di sentirlo. Su, chiedimi esattamente cosa ti serve e finiamola".
Muovo di scatto la testa verso il lavandino. "Aiutami a infilare quel coso".
"Aiutarti a inserire quel plug anale in quel tuo culetto stretto così posso allargarlo e poi scoparlo per farti godere più intensamente di quanto tu abbia mai pensato fosse possibile?"
Stringo i denti, e per la prima volta nella mia vita mi chiedo se ciò che sta dicendo sia vero. Magnolia aveva giurato che mi stavo perdendo qualcosa... Ecco il perché di quel kit di allenamento anale.
Mi sta di nuovo fottendo il cervello. Tutto qui.
Reprimo la mia curiosità prima di sputare fuori la mia risposta. "Sì".
Il suo sorriso compiaciuto appare come a comando mentre lui si avvicina al lavandino. "Non posso dire che almeno tu non ci abbia provato". Si china ad aprire l' ultimo cassetto dove avevo trovato il lubrificante, estrae una sorta di spray e un asciugamano ben piegato, e li getta entrambi accanto al lavandino.
"Puliscilo. Porta il plug e il lubrificante in salotto".
Non riesco a incrociare i miei occhi nello specchio mentre lavo lo stimolatore e poi uso lo spray disinfettante per ripulirlo. Forse perchè non riesco ad affrontare la mia vergogna, o forse per timore di vedervi un lampo di eccitazione.
Non c' è dubbio che gli ordini di Mount su di me agiscano come una sorta di magia nera: lo urlano i capezzoli turgidi, visibili contro la stoffa del vestito, e l' umidità che mi copre il perizoma.
Comunque sia, porto il plug e il lubrificante dal bagno al salotto come se stessi salendo sul patibolo ad affrontare il cappio. Mount è seduto sulla stessa sedia di prima, ma questa volta l' ha allontanata dal tavolo.
Io attraverso il morbido tappeto: i palmi iniziano a sudare mentre mi fermo a due passi da lui e gli allungo gli oggetti. Lui li prende e io provo a voltarmi, prevedendo che mi ordinerà di chinarmi.
"Ferma".
Il suo ordine mi blocca e mi giro lentamente a guardarlo. "Che c' è?".
"Fammi vedere la mano".
Sono sorpresa che rivolga un pensiero alla mia ferita.
"Sta bene. Io sto bene".
Gliela mostro rapidamente, con
l' intenzione di riappoggiarla al fianco in modo da poter arrivare in fondo a questa storia, ma lui mia afferra il polso ed esamina per un attimo la ferita prima di alzare gli occhi verso di me.
"Starai bene. Domani non sentirai quasi più nulla".
"Lo so. Io..." Prima di poter finire di dirgli che non mi serve la sua analisi, lui mi interrompe con un altro ordine che mi prende totalmente alla sprovvista.
"Sulle mie ginocchia"
Giro di scatto la testa e lo fisso come se fosse pazzo.
"Stai scherzando, vero?"
Lui socchiude gli occhi, e il mio commento suona ridicolo persino a me. Mount non scherza.
"Bene". Tento di aggrapparmi al mio orgoglio, ma si sta sfilacciando mentre mi allungo sulle sue ginocchia come una bambina cattiva che si è meritata una sculacciata.
Con il palmo mi sfiora la parte posteriore della coscia, e al suo tocco sussulto. Solo mordendosi il labbro rimango in silenzio mentre lui mi solleva il vestito e lo piega sulla schiena, scoprendo completamente il mio culo coperto solo dal perizoma.
Mi aspettavo che svolgesse questo compito in maniera fredda e insensibile, ma niente potrebbe essere più lontano dalla realtà. Con le dita segue i lividi appena visibili che ho notato nella doccia, e la mia pelle si riscalda.
"Fanno male?"
La domanda mi coglie impreparata. "Come se ti interessasse davvero".
Il suo palmo copre la curva della mia natica e la stringe quanto basta a fare pressione sui segni. Le mie cosce si contraggono involontariamente.
"Voglio una risposta alla mia domanda".
"No, contento? È la maledizione della pelle chiara: è facile lasciarci dei lividi. Non è niente di che".
"È una fortuna che mi piaccia vedere i miei segni su di te. È bello sapere che è così facile e indolore ottenere ciò che voglio".
Prima che io mi faccia venire in mente una risposta tagliente, lui lascia la presa e con il dito risale lungo il retro del perizoma infilato tra le natiche, che subito si stringono.
Quella reazione lo spinge quasi a ridere, ma Mount non si ferma a quella pigra esplorazione, e intrufola la punta di un dito sotto l' elastico, facendolo scorrere da una parte
all' altra. Ogni movimento è intenzionale. Mi sta facendo godere qualcosa che voglio odiare, e la protuberanza che mi preme contro il basso ventre mi dice che sta godendo anche lui. Saperlo non dovrebbe eccitarmi di più, eppure è così.
"Questa è la posizione che assumerai ogni volta che ti sculaccerò per il tuo cattivo comportamento".
L' osservazione suona distaccata, ma si fa tendere ugualmente.
"Tu non..." Ribatto, ma finisce lui per me.
"Oseresti?"
Un colpo piomba sulla natica, abbastanza forte da causare da causare una frizione che sprigiona calore.
"Ti non hai la minima idea di cosa oserei fare quando si tratta di te". Aggancia un dito all' elastico e mi trascina il perizoma giù lungo le gambe, tirandolo con forza per il liberarlo dalle cosce serrate.
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🌹 KING 👑 QUEEN 💎 DESIRE - 🌹 L' Impero Del Desiderio.
ChickLitNew Orleans è il mio regno. Nessuno conosce il mio nome, ma in città il mio potere è assoluto. Ciò che voglio lo ottengo sempre. Mi piace che la gente sia in debito con me. E che abbia paura. Soprattutto se si tratta di una bella, giovane vedova a...