Quando mi sveglio il mattino dopo, mi riprometto di smetterla con le lagne.
Non gli permetterò di controllarmi. Pensa che io sia una sua proprietà, ma non lo sarò mai. Me lo ripeto abbastanza spesso da trasformarlo in una specie di mantra.
L' avvallamento del cuscino accanto al mio indica che qualcuno ha dormito lì, stanotte, ma io non me ne ricordo.
Se Mount è stato qui, di sicuro non si è preso il disturbo di svegliarmi. Probabilmente è stato un bene, visto che avevo un paio di forbicine sul comodino e se mi avesse toccata avrei potuto usarle per pugnalarlo.
Di fronte a questo pensiero, mi blocco e mi guardo nello specchio del bagno.
Sono ancora la stessa persona, ma perché allora sembro una specie di pazza assetata di sangue? Deve essere per forza l' influenza negativa di Mount, perché sono sicura di non aver mai pensato una cosa del genere prima.
Forse.
C' è stata quella volta in cui Jury ha sabotato il mio appuntamento con il capitano della squadra di football, al liceo. Invece di andare a una festa, ci siamo ritrovati bloccati con la macchina in panne sul ciglio della strada e abbiamo dovuto chiedere aiuto a un vicino. Ho scoperto che Jury aveva versato dello zucchero nel serbatoio solo il giorno dopo, mentre mi lamentavo che probabilmente quel ragazzo non mi avrebbe più invitata fuori perché avevo portato iella alla sua adorata Mustang.
Quando Jury ha incrociato il mio sguardo nello specchio e di punto in bianco mi ha confessato cos' aveva fatto, ho agguantato la cosa più affilata che ho trovato, il manico del mio pennellino da trucco, e gliel'ho puntato addosso.
"Perché mi hai fatto questo?"
"Perché aveva detto a tutti i suoi amici che ti avrebbe scopata. E che il prossimo weekend si sarebbe scopato Imogen e il mese prossimo me. L' ha chiamata "la tripletta delle Kilgore", che a quanto pare, per un giocatore di football, è una specie di impresa sportiva. Ma io glielo impedirò, a quello stronzo".
Quindi in pratica, solo Mount e Jury mi fanno venire voglia di accoltellare qualcuno. E Imogen, qualche volta, quando fa la bigotta. Pensare alle mie sorelle mi risolleva lo spirito, anche se mi dispiace che da adulte ci siamo perse di vista.
Con quel pensiero deprimente in testa impiego un secolo a fai la doccia, prima di avventurarmi di nuovo nel guardaroba che ieri sera mi ha fatto vacillare. Mi rifiuto di ammettere che sono crollata, perché questo darebbe a Mount troppo potere. Mi prendo tutto il tempo necessario per scegliere cosa indossare e mi infilo i vestiti come se fossero un' armatura.
Quando ho finito entro in camera da letto e trovo Mount, appoggiato allo stipite della porta del suo ufficio, che di solito è sempre chiusa. Indossa un abito a tre pezzi grigio scuro, che fa sembrare i suoi occhi più chiari del solito. Ha una scatola nera in mano.
Fottute scatole nere.
"Se lì dentro c' è un altro plug anale, ti posso dire subito in quale culo non lo infilerò, questa mattina".
Gli trema un angolo della bocca ma non sorride, se non con gli occhi.
Questa è una novità. Forse allora in quell' oscurità c' è spazio anche per il senso dell' umorismo...
"Non farmi venire voglia di andare a prendere l' altra scatola" dice. "Perché non scherzavo quando ti ho detto che ce n' è ancora uno".
Okay, quindi qui dentro non ci sono giocattoli.
"Cos' è?".
Me lo porge. "Un regalo".
"Non ho bisogno di avere un altro debito con te, grazie tante". Resto salda e impettita, come una specie di stronza presuntuosa, ma non riesco a farne a meno. È l’ unico modo per difendermi da lui.
Il divertimento si spegne negli occhi di Mount, che però non comincia a impartirmi ordini come mi aspettavo.
"Non lo è. Per questo ho usato la parola regalo". Si avvicina, mi mette la scatola fra le mani e sparisce prima che io possa replicare.
La fisso come se contenesse la risposta a tutti i misteri dell' universo, perché onestamente non so proprio immaginare cosa possa esserci dentro.
Sollevo il coperchio con circospezione e sbircio all' interno.
Un contratto. Tra una parte che non conosco e la Seven Sinners, per la fornitura di seimila casse all' anno dei nostri whiskey più costosi.
Cosa...?
Seimila casse? Faccio due rapidi calcoli. Una fornitura del genere mi farebbe respirare per un paio di mesi e non dovrei toccare i cinquecentomila dollari che lui ha depositato sul conto corrente.
Ma dov'è la trappola? Perché con Mount c' è sempre una trappola.
Sfoglio le pagine del contratto, rileggendolo in fretta. È un accordo di distribuzione con tanto di clausole e condizioni standard.
Quando giro l' ultima pagina, qualcosa cattura il mio sguardo. Il mio nome, per la precisione. Il contratto è valido solo se io farò da tramite per tutta la durata del rapporto commerciale, che verrà rinnovato annualmente, con quantità crescenti, a meno che le parti non stabiliscano diversamente. La firma è uno scarabocchio che non riesco a decifrare.
Entro a grandi passi nella camera da letto, ma Mount se n' è già andato.
"Cazzo, ho delle domande!" Urlo, ma lui ovviamente non può sentirmi.
Giro la maniglia della porta, aspettandomi che sia chiusa. Quando si spalanca di colpo, quasi mi ritrovo con il culo per terra. La sagoma di Mount sta per sparire in fondo al corridoio.
"Ehi! La conversazione non è finita!" La sagoma si immobilizza, prima di girarsi lentamente verso di me. È a una decina di metri di distanza, ma riesco lo stesso a vedere l' espressione del suo volto. L' aria divertita con cui mi ha teso la scatola è completamente sparita.
A lunghi passi divora lo spazio che ci separa, molto più in fretta di quanto mi aspettassi.
Oh, merda. Mando giù un nodo in gola e mi costringo a oste tare sicurezza, anche se invece mi sento come un torero in erba davanti alla carica del suo primo toro.
Forse dovrei riflettere prima di urlare contro l' uomo più pericoloso della città.
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🌹 KING 👑 QUEEN 💎 DESIRE - 🌹 L' Impero Del Desiderio.
ChickLitNew Orleans è il mio regno. Nessuno conosce il mio nome, ma in città il mio potere è assoluto. Ciò che voglio lo ottengo sempre. Mi piace che la gente sia in debito con me. E che abbia paura. Soprattutto se si tratta di una bella, giovane vedova a...