Chapter 20 👑

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Quando Carlie, una delle mie cameriere, porta il primo giro di whiskey, sono seduta al tavolo, di fronte al vicedirettore generale della squadra di football, al direttore delle pubbliche relazioni e al responsabile degli eventi.
Forse non sembro il genere di persona che si abbasserebbe a far ubriacare volutamente qualcuno. E invece lo sono. Perché questi uomini hanno il potere di firmare il contratto che ci aiuterà a salvare il culo alla società, e io non ho altra scelta che fargli firmare quel contratto.
Ne sono orgogliosa? Non particolarmente. Sono disposta davvero a farlo? Sicuramente. E sto anche ringraziando il Signore lassù che nessuna delle persone sedute a questo tavolo davanti a me sia una donna, e quindi capace di intuire il mio piano? Ci puoi scommettere.
"Signori, diamo inizio in modo degno a questa riunione con un whiskey eccezionalmente buono, prodotto nella nostra città secondo la tradizione irlandese della mia famiglia". Prendo un bicchiere e lo sollevo verso il centro del tavolo.
Tutti afferrano un bicchiere: nessuno sembra notare che Temperance non lo fa. Mentre io degusto whiskey come se fosse latte materno da quasi trent'anni, lei è praticamente astemia: io la prendo sempre in giro dicendo che portarla fuori costa poco.
Solleviamo i bicchieri e facciamo cincin.
"Slàinte". Mentre pronuncio il tradizionale brindisi in galeico, una vibrazione mi esplode tra le gambe facendomi quasi cadere il bicchiere. Gli uomini buttano giù il whiskey e non notano che io faccio fatica a portare il mio alle labbra a causa delle ondate di piacere che mi scuotono.
Tracannano il liquido, che ora mi serve più che mai, e mi sposto sulla sedia pregando che finisca rapidamente come l' ultima volta.
Il vicedirettore generale si china in avanti, guardandomi non negli occhi ma nella profonda scollatura a V della camicetta.
Allora Keira, a quanto so sta svolgendo un ottimo lavoro con la distilleria da quando suo padre le ha ceduto la guida dell' azienda". Sono troppo distratta dalle vibrazioni tra le gambe per decidere se mi sta facendo un complimento o si sta prendendo gioco di me.
"Gli ultimi mesi sono stati un po' impegnativi, ma come i miei predecessori io persevero". Non ho idea da dove arrivi quella risposta e impongo alle mie labbra di curvarsi in un sorriso mentre dentro di me si sta preparando un orgasmo. "Tenacia e Irlanda vanno a...braccetto". Lotto per far uscire l' ultima parola.
Corro seriamente il rischio di venire quando all' improvviso le vibrazioni si fermano. Non so se voglio uccidere
l' uomo con il telecomando o baciarlo per non avermi resa ridicola in pubblico.
Baciarlo? Cavolo, sei impazzita, Keira?
Il piacere si attenua, rapido così
com' è iniziato.
Mai. Sarò come quella Julia Roberts del cazzo in Pretty Woman prima che si innamori stupidamente di Richard Gere. Niente baci sulla bocca. Mai. Ne farò una regola.
"Tenace davvero. Si intona ai suoi capelli rossi. Rispecchiano anche il suo temperamento?"
Di nuovo gli occhi del vicedirettore generale si fissano sulla mia scollatura e io non posso evitare di abbassare lo sguardo.
Merda.
I capezzoli, nel reggiseno velato che Mount ha scelto, sono ben visibili. Evidentemente non sono stati informati che non c' è più un orgasmo in arrivo.
Appoggio il bicchiere sul tavolo con maggiore forza del necessario e il rumore del vetro costringe il tizio ad alzare gli occhi verso i miei.
"Non ho un carattere focoso, quello dei capelli rossi è solo un mito". Mento con il sorriso, un atteggiamento che mi mette quasi a disagio per la facilità con cui riesco a farlo.
"Ora discutiamo del fantastico pacchetto che abbiamo messo insieme per voi".
Fortunatamente Temperance interpreta la mia frase come un segnale per intervenire. "Come avete
richiesto e come abbiamo già brevemente discusso, abbiamo escogitato una soluzione perfetta per ogni problema di pubbliche relazioni e di immagine: un bel servizio di parcheggio a cui lasciare le chiavi..."
"Continuo a credere che lei sia folle a pensare che questi ragazzi la prenderanno bene quando a fine serata qualcuno gli dirà che non riavranno le chiavi della macchina". La interrompe il direttore della pubbliche relazioni.
Il responsabile degli eventi lo guarda.
"Tu più di chiunque altro hai a che fare con le stronzate che commettono quei coglioni, mi fido di te".
I tre uomini guardano al di là del tavolo, spostando lo sguardo tra Temperance e me, ed è lei a prendere il comando. "La rigireremo come un servizio gratuito di limousine. Potranno divertirsi a volontà, viziarsi e poi essere accompagnati a casa senza la minima preoccupazione".
Il direttore generale sbuffa. "Solo se metti una prostituta in ogni auto forse convincerai qualcuno di loro".
Il vibratore torna ad agire, ma questa volta, solo per un attimo, sufficiente perché i miei capezzoli non abbiano speranza di sparire dalla vista sotto la camicetta.
Afferro lo spigolo del tavolo, mentre parole che non ho mai pensato di dire mi sfuggono dalle labbra. "Se è quello che ci vuole...".
I tre uomini mi guardano dritto in volto. Un sorriso compiaciuto sfiora le labbra del vicedirettore, e il giocattolo si aziona di nuovo.
Ucciderò Mount.
"Lei è una rossa sfacciata, mi piace. La squadra, ovviamente, non potrebbe giustificare un simile comportamento, né pagarlo, ma sarebbe una grande idea, accidenti".
Le vibrazioni non si fermano, quindi sono costretta a comportarmi come se niente fosse. "Sto scherzando, signori. Naturalmente noi non potremo gestire un servizio del genere. Possiamo anche essere nel commercio del peccato, ma non di quel tipo".
Carlie sceglie quel momento perfetto per servire gli antipasti e un' altra cameriera, Dena, porta il secondo giro di whiskey.
Non ho idea di come io riesca a parlare, ma la voce mi si alza di un' ottava e fingo che sia per
l' eccitazione del cibo.
"Oh, perfetto! Grazie, Signore!"
Temperance mi guarda in modo strano, sicuramente ha notato che ho una mano stretta a pugno sulla gonna mentre combatto le ondate di desiderio che mi attraversano.
Lo ucciderò, penso di nuovo.
Intanto lei mi subentra nella conversazione, illustrando gli antipasti e spiegando che sono in linea con il budget iniziale. Mentre gli uomini si rimpinzano, io stringo gli occhi. La mia assistente si china e mi sussurra nell' orecchio. "Ti senti bene? Sul serio, ti stai comportando in modo strano".
"Emicrania. Un attacco improvviso. Lo sto combattendo".
Sul suo volto si dipinge
un' espressione di partecipazione.
"Hai bisogno di andartene?"
Vorrei gridare "Sì!", ma il vibratore si ferma.
"No. Sto bene. Non è un problema".
Nessuno di loro nota qualcosa, a parte il cibo fantastico e il whiskey anche migliore che offriamo nell' ora successiva. Quando finiamo, il contratto sul tavolo è firmato, incluso il supplemento per il cibo e il servizio di limousine.
Mi alzo e mi allontano dal tavolo, seguita dagli altri.
"Sarà una serata favolosa, signori. Non rimpiangerete la vostra scelta, e con un open bar che serve non solo il nostro incredibile whiskey, ma ogni altra marca di alcolico della migliore qualità, la vostra raccolta fondi sarà un' enorme successo".
"Non potrei essere più d' accordo". Il vicedirettore generale mi tende la mano, e anche questa volta non c' è contatto visivo.
Non appena i nostri palmi si incontrano, il vibratore entra in funzione e io gli stringo la mano lasciandola andare in fretta: a ogni successiva stretta di mano ricevo la stessa scossa, come una sorta di avvertimento.
Figlio di puttana. Dove sei?
La domanda mi brucia nel cervello, ma trattengo il mio sorriso professionale stampato in faccia, mentre Temperance li accompagna
all' ascensore.
"Devo parlare con Odile, scenderò tra qualche minuto. Buona giornata, signori".
Non appena le porte di metallo si chiudono, giro sui tacchi della sera prima ed esamino il ristorante.
Abbiamo avuto una moderata affluenza per il pranzo, ma l' uomo in cima alla mia lista di "persone da uccidere" non è presente. Avrà dato il telecomando a uno dei suoi? L' idea mi ripugna, generando un altro disgustoso pensiero. Sono solo un oggetto da passare di mano in mano perché chiunque ci giochi?
È veramente deciso a trasformarmi in una puttana?
Scruto il ristorante: alcune persone incrociano il mio sguardo e sorridono educate, ma non c' è nessuno che spicca, con un faro rosso lampeggiante che dice "Lavoro per Lachlan Mount e ti sto fottendo la vita". Aspetto che l' ascensore arrivi all' ultimo piano, desiderosa di ritornare al mio seminterrato dove posso...
Cosa? Cosa posso fare? Qui non ho potere.
"Non lasciare che ti metta i piedi in testa". Mi aveva consigliato Magnolia.
Non permettergli di calpestati significherebbe entrare nel bagno delle donne, estrarlo subito quella cosa e buttarla nella spazzatura.
"Non osare sfilartelo senza la mia approvazione: ti garantisco che se disubbidisci la punizione non ti piacerà".
L' avvertimento di Mount è impresso nel mio cervello.
Non voglio neanche pensare a quale punizione escogiterebbe, ma allo stesso tempo non posso permettergli di avere il totale controllo su di me.
Una cosa è fottermi il cervello mentre sono nel suo territorio, ma farlo mentre sto cercando di occuparmi degli affari è una storia totalmente diversa. Era una delle mie condizioni, che lui non si è scomodato ad ascoltare, dato che è scomparso.
Al diavolo lui e le sue punizioni. Fatti sotto, Mount.
Mi giro per dirigermi nel bagno delle donne quando un' altra vibrazione mi ronza sulla gamba.
Questa volta non è il giocattolino. È il mio telefono.
Espirando profondamente, infilo la mano nella tasca della gonna e lo estraggo. Mi aspettavo che fosse Mount, ma non è lui, per fortuna: vedere la foto del viso sorridente di mia madre sul telefono mi aiuta a ritrovare un equilibrio e mi ricorda perché sto facendo tutto questo.
Rispondo con il primo sorriso sincero da giorni e nel frattempo sguscio in una nicchia all' angolo lungo il corridoio che porta ai bagni per i clienti. "Ehi, mamma, come stai? Come sta papà?"
"Noi stiamo bene! Alla grande, davvero, e sono migliorata tanto a giocare a golf, ma questo non è importante. Chiamo per sapere come te la passi".
Il suo accenno al golf mi ricorda la foto che ho ricevuto come avvertimento.
"Sto bene. È tutto fantastico". Spero che il tono sia convincente, ma quando mi risponde capisco che non lo è.
"Tesoro...hai già contattato quello psicologo? Penso che tu debba parlare con qualcuno di tutta la situazione. Seppellire quei sentimenti conflittuali sulla morte di Brett non ti aiuterà a reagire. Devi parlarne. Esprimere la tua rabbia".
Il mio pensiero va a tutta la collera che ho provato da quando Mount è comparso nel mio ufficio.
Mia madre continua. "E anche il tuo lutto. Anche se stavi per divorziare da lui, è comunque una perdita".
"Sto bene, mamma, davvero. Se ti fa sentire meglio, frequenterò un corso di kickboxing per scaricare la mia rabbia".
Non appena pronuncio queste parole, mi ricordo di non avere più il controllo su questo tipo di decisioni nella mia vita: alla fine della giornata sarò prelevata e riportata nella mia prigione.
"Tesoro, non è la stessa cosa. Chiedere aiuto non è segno di debolezza".
Se solo sapesse di quanto aiuto ho bisogno al momento... Ma non lo saprà mai.
"Ascolta sappiamo entrambe che questa conversazione finirà con me che ti dico che la migliore terapia per me è immergermi nel lavoro e sistemare tutte le cose che Brett ha mandato a puttane prima di...passare a miglior vita". Farfuglio sulle ultime parole perché è ancora difficile parlarne. Ero davvero arrabbiata, ma un tempo ho anche creduto di amarlo, e pensando al modo orribile in cui è morto...non lo augurerei a nessuno. Quel sospiro di sopportazione che tutte le madri, scommetto, hanno perfezionato mi arriva attraverso il telefono. "Dio sa se voglio discutere con te, ma tuo padre ti direbbe la stessa cosa".
"Come sta papà?".
Parte del motivo per cui mio padre alla fine mi ha ceduto il controllo della società è il fatto che il dottore lo ha avvertito che era l' esempio perfetto di chi aspettava i sessantacinque anni per andare in pensione, per poi morire a sessantasei per essersi affaticato troppo per decenni. Mia madre non avrebbe permesso una cosa del genere, così
l' ha costretto a ritirarsi. Voglio pensare che alla fine ci sarebbe arrivato da solo, ma conoscendolo è estremamente improbabile.

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