Mount mi accompagna fuori dalla biblioteca dopo avermi tolto il bicchiere di mano.
Ancora non riesco a credere che sia riuscito a rubare un barile di Spirit of New Orleans da uno dei magazzini della Seven Sinners. Non che il budget ci permetta un serio miglioramento dei nostri livelli di sicurezza al momento. Sono troppo impegnata a rimuginare su questo problema, per notare che i corridoi che attraversiamo non sono gli stessi di prima.
Quando Mount spinge i battenti di un' imponente porta nera, avanzo e poi mi blocco.
"Questa non è la mia stanza. Voglio dire, la mia cella".
In quella camera l' arredamento era decisamente femminile. Qui è l' esatto opposto, anche se i colori sono gli stessi. L' impronta virile di Mount si percepisce in ogni dettaglio, dai vertiginosi soffitti neri, almeno tre volte la mia altezza, alle spesse modanature dello stesso colore.
Un enorme divano componibile di pelle nera occupa il centro del salotto, proprio davanti a un grande televisore a schermo piatto, che probabilmente può arretrare e scomparire nella parete. Anche il tavolino è laccato di nero, con dettagli dorati. Un mobile bar nero e oro contiene più alcolici di quello nella biblioteca.
Quello era il rifugio di Mount, questa è la sua casa. Lui vive qui, dove nessuno lo può vedere. Il suo profumo pervade la stanza e si fa sempre più intenso man mano che mi avvicino all' altra coppia di porte. Sbircio dentro: è una camera da letto.
All' interno c' è il letto più grande che io abbia mai visto. Potrebbero dormirci metà dei Voodoo Kings e ci resterebbe comunque spazio anche per alcune cheerleader.
La coperta è di velluto nero bordato
d' oro, le lenzuola e le federe sono nere.
"Ti piace qualche altro colore oltre al nero, al bianco e all' oro?".
Mount mi osserva, mentre esploro il suo santuario.
"No".
Mi allontano dalla porta, la tensione che sento tra le gambe è un avvertimento a non avvicinarmi troppo a quel letto, perché chissà cosa potrebbe accadere.
Mount mi sta trasformando in una drogata, mi ruba a poco a poco il controllo sul mio corpo, costringendomi a offrirglielo di mia spontanea volontà. È assurdo, e per stanotte di assurdità ne ho vissute già abbastanza. Così mi allontano dalla camera.
La cosa più importante adesso è capire come posso prelevare dal conto corrente i soldi che mi ha chiesto Brett, darglieli e salvarmi il culo.
"Okay, avrò bisogno del mio impermeabile, di un paio di occhiali scuri e di una sacca.
Preferibilmente con una di quelle bombe di vernice dentro, con potrà spendere un solo dollaro". Sto già misurando a grandi passi il salotto di Mount, una cosa che ultimamente mi ritrovo a fare un po' troppo spesso.
"E anche una pistola. Sono stata al poligono un paio di volte e sono sicura che non avrei problemi a premere il grilletto se Brett mi puntasse ancora in faccia la sua".
Finora Mount mi ha lasciata parlare, ma quando sente l' ultima frase, si avvicina di scatto e mi afferra il gomito.
"Ti ha puntato contro una pistola?".
Faccio cenno di sì.
"E quando pensavi di dirmelo?".
Mi mordo il labbro, perché per tutta la sera il tono di Mount non è mai stato tanto minaccioso. Quando non rispondo lo vedo serrare la mascella.
"Ti ha puntato contro una pistola e ha minacciato di fare del male alla tua famiglia".
"Sì" sussurro.
"E ti ha costretta con la paura ad accettare le sue richieste?".
Annuisce bruscamente, prima di ritrovare la voce. "Se Scar ti racconta che l' ho aggredito con un martello e un coltello da cucina quando ha fatto irruzione nel mio appartamento, puoi spiegargli che pensavo fosse Brett".
Mount spalanca gli occhi, ma la sua presa si allenta, mentre comincia ad accarezzarmi la pelle del braccio con il pollice. "Brett Hyde non avrà mai più l' occasione di rifare nemmeno una di queste cose".
Ha appena detto che presto sarò di nuovo vedova, ma salvo il caso in cui debba difendermi in modo imprevisto, non mi sento di ordinare l' esecuzione a sangue freddo di qualcuno. Invece dico qualcosa che mi consentirà di dormire ancora la notte. "Hai ragione, perché gli darò quello che vuole. E poi non lo rivedrò mai più".
Mount mi lascia andare e dice: "Non riesco a credere che tu sia disposta a farlo anche un solo centesimo".
Sollevò i palmi come se fossero i piatti di una bilancia.
"Soldi o famiglia?" Abbasso quello che rappresenta la famiglia e sollevo quello che rappresenta i soldi. "La mia famiglia pesa molto di più di qualsiasi cifra io potrò mai guadagnare. Senza di loro, il denaro non alcuna importanza".
Si rabbuia e replica: "Con le tue sorelle quasi non ci parli nemmeno".
Non voglio chiedergli come lo sa, perché sono sicura che sentendo la risposta ricomincerei a fare avanti e indietro. "Ma non per questo è meno importante per me. Loro sono sangue del mio sangue. Ti non sacrificheresti tutto per salvare i tuoi?".
Lo sguardo di Mount si incupisce, mentre fruga in tasca e tira fuori il cellulare, muovendo i pollici sullo schermo.
Quando lo rimette via, mi guarda.
"Devo andare".
"Okay". Lo seguo verso la porta per uscire con lui, ma lui mi ferma.
"Dove credi di andare?".
"Nella mia gabbia dorata".
Scuote la testa. "Questa è la tua nuova casa. Abituati. V farà da piantone qui fuori, perciò è inutile che cerchi di scappare".
"Ma...".
Chiude la porta prima che io riesca a protestare, intrappolandomi in
un' altra prigione di lusso.
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🌹 KING 👑 QUEEN 💎 DESIRE - 🌹 L' Impero Del Desiderio.
Chick-LitNew Orleans è il mio regno. Nessuno conosce il mio nome, ma in città il mio potere è assoluto. Ciò che voglio lo ottengo sempre. Mi piace che la gente sia in debito con me. E che abbia paura. Soprattutto se si tratta di una bella, giovane vedova a...