Nell' armadio trovo ancora una volta un solo abito, ma c' è una differenza. L' armadio è quello di Mount. Forse potrei lanciare una nuova moda mettendo una delle sue camicie su misura e usando una sofisticata cravatta come cintura.
Il pensiero mi sfiora per due secondi, poi allungo la mano verso il vestito a righe nere e bianche e lo indosso.
Anche stavolta si tratta di un capo firmato, costosissimo e che mi sta
d' incanto. Ci sono perfino un perizoma e un delizioso reggiseno di pizzo, il che rappresenta un miglioramento.
Quando apro la porta della suite di Mount, Scar mi sta aspettando fuori. Mi accompagna in silenzio al mio ufficio - senza farmi portare il cappuccio - e io tengo dentro quel coso fino all' ora stabilita prima di sgattaiolare in bagno a sfilarlo.
A quel punto mi immergo nel lavoro e mi occupo di una questione dopo
l' altra quasi dimenticando quello che è successo questa mattina.
Quasi.
Sono vedova.
Non dovrebbe sconvolgermi troppo, visto che credevo di esserlo già da mesi, ma sapere che solo ora lo sono davvero è molto diverso.
Dovrei provare dispiacere, qualcosa, perché Mount si è "occupato" di Brett
dopo quello che è successo ieri sera e prima che mi svegliassi stamattina. Ma in realtà provo solo sollievo.
Come ho fatto a diventare una persona tanto orribile?
Non posso nemmeno dare la colpa
all' influenza negativa di Mount, perché, dopo il nostro primo incontro qui, ricordo di aver pensato che se Brett fosse stato ancora vivo l' avrei ucciso con le mie mani, per avermi cacciata in quel pasticcio. E ieri, mentre mi spiegava come avrebbe eliminato la mia famiglia, volevo strappargli la pistola di mano e scaricarli nel petto tutte le pallottole tranne una, che gli volevo sparare dritta in fronte.
Abbraccio i gomiti e appoggio la testa sulla scrivania.
Non so più chi sono.
Inspiro bruscamente e alzo lo sguardo verso il soffitto.
Non mi riconosco più. Sono seduta nel mio ufficio, quello che sognavo sin da bambina, indosso i vestiti scelti per me dall' uomo che ha assassinato, o ha fatto assassinare mio marito, e invece di andare alla polizia a denunciarlo sto pensando a quanto avrei voluto che mi scopasse questa mattina.
Che cos' ho che non va?
È una domanda a cui non so rispondere, perciò torno alle scartoffie, fingendo di non essere dilaniata da una crisi interiore che di sicuro mi farà finire all' inferno, dato che non riesco neppure a provare un briciolo di rimorso.
Perdo il senso del tempo, probabilmente perché prolungo
l' ultima telefonata più del necessario, discutendo i preliminari di un contratto di fornitura che poi dovrò girare al mio legale per la stesura definitiva.
"Allora ci vediamo tra un paio di giorni alla GWSC di Dublino per festeggiare di persona l' accordo?" Mi chiede Roy. È il produttore di cereali biologici di alta qualità con il quale voglio iniziare una collaborazione, per non vincolarmi a un fornitore solo.
La GWSC è la Global Whiskey and Spirits Conference: ci sono andati mio padre e mio nonno quando avevo vent'anni e da allora sogno di parteciparci anch'io. Secondo mio padre, però, si trattava di una spesa eccessiva da sostenere le relative società, e da quando gli sono subentrata le cose non sono cambiate.
"Speravo di trovare un biglietto
all' ultimo minuto, ma l' evento che ho in programma mi costringe a rinunciare".
La mia risposta è una cazzata bella e buona. Non ho provato nemmeno a registrarmi, perché sarebbe da irresponsabili fare le valigie per andare alla conferenza dei miei sogni, quando qui non riesco neanche a pagare gli stipendi. O almeno non ci riuscivo prima che Mount intervenisse.
In ogni caso, non ammetterò mai con un potenziale che la Seven Sinners ha problemi di liquidità.
"Peccato. Noi siamo molto ansiosi di partecipare perché quest' anno abbiamo raddoppiato la produzione e desideriamo ampliare il nostro portafoglio clienti".
Leggo tra le righe di quel commento. "Spero non mi stia dicendo che potreste darci qualche scherzetto, Roy. Ormai abbiamo raggiunto un accordo". Cerco di avere un tono cordiale, ma serro la penna tra le dita e la uso come un pugnale contro il block-notes che tengo sulla scrivania.
Roy ride. "Certo che no. Mi conosce. Sono un uomo di parola".
"Mi fa piacere sapere che esistono ancora uomini di specchiata credibilità come lei. Siete una rarità oggigiorno. Speriamo allora di vederci alla GWSC il prossimo anno".
Riagganciamo con la promessa di procedere alla stesura del contratto e io osservo gli scarabocchi che ho fatto sul block-notes tra un appunto e
l' altro.
Sarà un ottimo affare, a patto che gli avvocati non rovinino tutto con la bozza. Sembra sempre che si divertano un sacco a compilare le cose facili.
Ripenso alle ultime battute delle nostre sulla GWSC e mi concedo di sognare per un istante. Richiamo sullo schermo del pc il modulo di registrazione e ne rileggo i dettagli.
Se potessi andarci, sarebbe
l' occasione giusta per approfondire alcuni dei miei contatti più interessanti. Potrebbe fare la differenza tra lasciare che la Seven Sinners arranchi, come sta facendo ora, o permetterle di crescere, come vorrei io. Mio padre direbbe che sono una stupida anche solo a prenderlo in considerazione, ma lui è di un' altra generazione. Le sue regole sono: lavoro sodo, divertiti alla grande e tira avanti.
Non voglio tirare avanti. Voglio costruire un impero.
Ma sentitemi. Sembro Mount.
Spingo indietro la sedia e mi alzo.
Le spalle, il collo e la schiena protestano perché sono rimasta seduta troppo a lungo, mentre lo stomaco brontola.
Per fortuna sono proprietaria di un ristorante. Esco dall' ufficio e vedo Temperance che mi viene incontro a grandi passi, lungo il corridoio.
"Oh, bene. Pensavo te ne fossi dimenticata".
Frugo nella mente per cercare di ricordare. "Dimenticata di cosa?"
"Merda, te ne sei dimenticata davvero. Okay. Nessun problema. Non sei in ritardo. Stavo venendo a prenderti proprio per quello".
Mi accompagna all' ascensore, e intanto io continuo a non ricordare niente.
"Di cosa parli?". Le porte
dell' ascensore si aprono e noi entriamo. Temperance preme il pulsante dell' ultimo piano. "Il tuo appuntamento con il responsabile dell' ufficio turismo".
"Oh, merda". Ha ragione. Me ne sono completamente scordata.
"Questa è una grande occasione, Keira. Pensavo che non stessi nella pelle, invece mi sembra che la prendi sottogamba".
Apro la bocca per dirle che la mia vita è diventata un filino caotica da quando Lachlan Mount ha deciso che potevo rappresentare un rimborso sufficiente per il suo credito. Senza contare che a confondermi c' è anche la questione marito morto ammazzato di cui a quanto pare non mi importa nulla. Ma serro i denti con un clac, perché sono cose che non posso di certo raccontarle.
Non posso raccontarle a nessuno, tranne forse a Magnolia. Lei vive nel mondo in cui in parte vivo anch'io ora, e mi capirebbe più di chiunque altro.
"Non la sto prendendo sottogamba, credimi. È solo che sono state giornate un po' frenetiche".
"Okay. Andrà tutto bene. È perfettamente in linea con quello che dovremmo fare, secondo me".
"Cosa?" Sì, come amministratore delegato faccio schifo, ma mi concedo un' attenuante.
"Le visite guidate e il negozio di souvenir. Dobbiamo attirare più gente. Coinvolgere di più le persone nella produzione del Seven Sinners. Se tutti vedono come lo facciamo, se incontrano chi crea il miglior whiskey del mondo, se possono assaggiarlo, è molto più probabile che diventino nostri clienti per sempre. Sarebbe
un' esperienza che non dimenticheremo mai. Un' esperienza di cui parlare sui social con hashtag meravigliosi. Ne abbiamo bisogno, Keira".
Mi porge un foglio e io osservo i vari punti stampati sopra.
"Oh, questo".
Inspiro ed espiro lentamente attraverso il naso, perché so che c' è del vero in quello che dice. Ha ragione al cento per cento. Ma mio padre ha già dato in escandescenze quando ha scoperto che stava progettando un ristorante non appena mi ha ceduto il controllo della società. Se aprirò le porte della distilleria ai turisti, mostrando loro come produciamo il nostro whiskey, tornerà dalla pensione veloce come un fulmine.
Il nostro processo di produzione non è molto originale, perché i whiskey sono fatti tutti più o meno nello stesso modo, ma noi eseguiamo dei passaggi particolari che sono di nostra esclusiva proprietà. Organizzare delle visite guidate mettere a rischio la loro segretezza.
"Sai che ho ragione" dice Temperance.
Le porte dell' ascensore si aprono sul ristorante e lei tiene premuto il pulsante di apertura mentre io esco.
"Lo so. Ma mio padre..."
"Tuo padre non è più quello che comanda. Quante volte lo devi ripetere alla gente tutte le settimane?"
Il mio silenzio è l' unica risposta che le serve per proseguire.
"Hai realizzato un enorme progetto senza la sua approvazione, perché ci credevi. Questo non gli si avvicina nemmeno".
"Ma la nostra proprietà intellettuale...".
"Sarà al sicuro. Possiamo strutturare le visite in modo che tutto funzioni".
"E i finanziamenti? Gli avvocati daranno i numeri”.
Temperance alza gli occhi al cielo. "Smettila di accampare scuse. Cena con il responsabile dell' ufficio turismo e spiegagli tutti i motivi per cui questa novità nella Seven Sinners sarà una delle attrazioni più innovative e memorabili di New Orleans".
"E pensare che credevo di essere io
l' amministratore delegato, qui" replico con un sorriso, mentre lei lascia andare il pulsante e le porte iniziano a chiudersi.
"Ah, e dato che so che te ne sei dimenticata, il nuovo responsabile dell' ufficio turismo è Jeff Doon. Dice che vi conoscete già". La sua voce si spegne mentre lei scompare alla vista. Così non vede che sono rimasta a bocca aperta.
Jeff Doon è stato il mio primo fidanzatino del liceo. Quello con cui ho perso la verginità al ballo
dell' ultimo anno. Un' esperienza che ha rispettato tutti i cliché del caso e che si è rivelata altrettanto deludente. Non lo vedo da anni, ma ha inviato un biglietto e dei fiori per il funerale di Brett, dicendomi di contattarlo pure in caso di bisogno.
Faccio un passo nel ristorante e lo vedo. Lui incrocia il mio sguardo nello stesso momento e fa un salto sulla panca per alzarsi ad abbracciarmi.
Oh, Gesù.
Non voglio pensare a cosa farà Mount quando lo scoprirà.
Dovrò mentirgli. Non ho alternative. Oppure entro domani potrebbe "occuparsi" anche di lui.
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🌹 KING 👑 QUEEN 💎 DESIRE - 🌹 L' Impero Del Desiderio.
ChickLitNew Orleans è il mio regno. Nessuno conosce il mio nome, ma in città il mio potere è assoluto. Ciò che voglio lo ottengo sempre. Mi piace che la gente sia in debito con me. E che abbia paura. Soprattutto se si tratta di una bella, giovane vedova a...