👑 Chapter 31

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"Sei già bagnata per me, Keira?" La domanda è tranquilla, ma contiene lo stesso potere di uno dei suoi ringhi.
Quando non rispondo subito, lui solleva il bacino, affondandomi
l' erezione nella pancia. Non posso in alcun modo ignorare il suo cazzo lungo e turgido.
"Perché io ce l' ho già duro per te".
Io inspiro, cercando di pensare a qualunque cosa possa ricondurmi alla ragione, facendomi dimenticare quanto sono eccitata in questo momento. La riunione. "Non ho tempo. Dobbiamo fare in fretta".
Quando risponde, la sua voce è un ringhio basso. "Sei fortunata che io voglia farti partecipare a quella riunione, o non lasceresti questa stanza oggi. Torturarti negandoti
l' orgasmo potrebbe diventare uno dei miei passatempi preferiti".
Questa volta stringo le labbra, pensando che meno parlo, più in fretta la faremo finita, anche se il mio corpo mi sta gridando di godermi ogni momento.
Due delle sue dita mi scivolano tra le gambe, facendo scorrere i polpastrelli attraverso la mia fessura fradicia e strofinando il clitoride. Io mi dimeno sulle sue ginocchia, ansiosa di godere o di essere lasciata libera, ma so che nessuna delle due è un' opzione.
"Sei così maledettamente bagnata per me".
Vorrei controbattere che non è per lui, ma di nuovo penso al tempo... E alla dannazione eterna che sarà inflitta alla mia anima per aver mentito.
Mentre le sue dita giocano nella mia umidità, immergendosi
nell' apertura e girando intorno al clitoride, mormora: "Finalmente ti stai comportando bene, così sottomessa mentre io gioco con questa morbida passera bagnata".
Mi piacerebbe dirgli che sono tutto tranne che sottomessa, ma lui mi picchietta il clitoride e una scarica di piacere mi scuote. È allora che interrompe il gioco, ripercorrendo
l' umidità indietro, verso il culo, e passa pigramente un dito intorno
all' apertura proibita, coprendola con i miei stessi umori. Preme appena un dito sull' apertura, e io mi irrigidisco.
"Rilassati. Mi assicurerò che lo desideri".
Le sue parole portano con sé una promessa, e mi spaventa l' idea che lui mi dimostri di avere ragione. Ripete il procedimento con un altro dito, la pressione sempre al minimo, e i miei fianchi premono con più forza contro le sue cosce.
"Puoi anche fingere che non ti piaccia, ma tu ami il modo in cui gioco con quel tuo buco vergine, così come hai amato il modo in cui ti ho scopato sul tavolo ieri sera".
Non posso negarlo. Ho raggiunto il punto in cui mi è impossibile parlare, e se aprissi bocca ne uscirebbe soltanto un gemito. Inoltre, se lui riesce a non farmi male inserendo quel plug, io non discuterò. Ho ancora un minimo istinto di autoconservazione.
Cambia mano, allungandosi tra le mie gambe per entrare con un dito lungo e spesso nella mia passera, infilandolo ed estraendolo finché non mi dimeno su di lui.
Prova poi con un secondo dito, ma i miei muscoli oppongono resistenza. "È difficile credere che il mio grosso cazzo trovi posto in questa fica stretta" dice lui.
Perdo il senso del tempo mentre lui mi penetra lentamente con le dita e stuzzica il clitoride: sono schiava di quella sua voce profonda che mi dice tutte le cose sporche che vuole farmi, e del piacere che scatena in me quando le fa.
"Sei fortunata che non mi importi niente che stai schiumando sui miei pantaloni. Stai facendo un vero disastro, Keira". Abbassa la testa per parlarmi direttamente all' orecchio. "Ma a me piace parecchio".
Ho superato la vergogna. Sono parte consenziente di tutto ciò che sta succedendo, così come lo sono stata di qualunque cosa nella mia vita. Desidero così tanto godere che ho perso di vista tutto tranne
quell' obiettivo.
"Per favore". È un sussurro, e sulle prime non mi rendo conto di averlo emesso io.
"Quelle parole sulle tue labbra". Preme forte sul clitoride prima di infilarmi di nuovo due dita. "È la cosa più sensuale che ti abbia mai sentito dire. A parte forse il modo in cui gemevi quando la tua fica si è avvinghiata ieri sera al mio uccello mentre venivi".
La sua mano non lascia mai il mio centro, stuzzicando il mio ingresso e il clitoride pompando dentro finché non sono pronta a implorare di nuovo, ma è allora che sento scendere gocce gelide nella mia fessura e mi irrigidisco.
"Tranquilla, è solo lubrificante. Sto per farti un ditalino nel tuo buco inviolato, e quando lo farò tu lo amerai". Poi preme sul clitoride, innescando l' orgasmo che il suo gioco pericoloso mi ha indotto.
Onde di estasi mi travolgono mentre Mount ruota il dito intorno al mio buco, aumentando la pressione a ogni movimento, senza smettere di solleticare il clitoride. Il mio cervello è diviso, incapace di far fronte al piacere e insieme alla paura.
"Fammi entrare, Keira. Dammi questo culo".
Un altro orgasmo sale e, quando mi rilasso, lui viola con la punta del dito quei muscoli stretti e circolari. Sembra enorme. Le terminazioni nervose di cui non ho mai sospettato
l' esistenza prendono vita, e io mi irrigidisco di nuovo, espellendolo.
"Non osare cacciarmi fuori dal tuo culo. Lo possiedo, lo penetrerò, e porca miseria, tu mi lascerai entrare". Il secondo orgasmo mi scoppia dentro, e il dito penetra completamente in quel buco che Mount sta già rivendicando come suo. Mentre entra ed esce sto ancora cavalcando le onde di piacere e mi dimeno su di lui, senza sapere se sto assecondando la pressione sul clitoride o nel culo. Onestamente non voglio saperlo.
Quando lui libera il dito, la stoffa della giacca mi sfiora le natiche. So che sta prendendo il plug sul tavolo e ancora una volta mi paralizzo.
"Puoi prenderlo, Keira. È molto più piccolo del mio cazzo, e poco più spesso del mio dito. Non solo puoi accoglierlo, ma adorerai sentirlo dentro di te finché non ti dirò di toglierlo".
Non voglio credere alle sue parole, ma la cupa seduzione che celano è più di quanto io riesca a gestire. Con la mano destra riprende a stuzzicarmi la fica e il clitoride, e intanto appoggia la punta del plug sul mio buco stretto.
"Imparerai cosa si sente ad avere entrambe le aperture riempite allo stesso tempo". Infila un dito nella mia passera, e il plug lotta per un attimo con la resistenza del muscolo, prima di inserirsi completamente.
Ho appena iniziato ad abituarmi alla sensazione quando il palmo di Mount colpisce il clitoride con un movimento secco. Inarco la schiena e grido, non per il dolore, ma per il piacere sconvolgente.
Mount si piega sul mio corpo prono, muovendo ancora il dito in cerchio intorno al clitoride. "Questa è la punizione per essere venuta quando ti ho detto di non farlo".
Quando lo dice, mi rendo conto di aver urlato il suo nome, proprio come aveva detto che avrei fatto. Vorrei odiare me stessa e lui per questo, ma le sue mani si danno troppo da fare: una gira intorno al clitoride mentre
l' altra esercita pressione sulla base del plug. Le mie cosce, ora coperte dai miei stessi umori, si contraggono, pronte all' orgasmo che già incombe su di me, ma lui si ferma prima che arrivi a esplodere. "Non vuoi sapere quale sarà la punizione se lo togli prima che te lo dica io, vero Keira?".

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