Chapter 74 💎

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Mi sveglio di soprassalto tra le braccia di Mount, che mi sta depositando sul sedile posteriore di una macchina.
"Dove siamo?"
"A Dublino. Ti sei persa il resto del volo. E... Quando dormi russi".
Rimango a bocca aperta. "Non è vero"
Arriccia un angolo delle labbra. "Lo fai in alta quota e quando sei ubriaca"
L' autista chiude la portiera e io lancio a Mount un' occhiataccia, ma non riesco a restare arrabbiata a lungo, mentre la macchina si allontana
dall' aeroporto e si avvia verso Dublino.
Mi sento euforica. È da una vita che voglio venire in Irlanda. La mia famiglia proviene da questa città, da questa nazione. Il nostro whiskey è nato qui. Queste sono le mie origini. Le mie radici. Non riesco ancora a credere che l' uomo seduto accanto a me lo abbia reso possibile.
"Sono davvero qui" bisbiglio, guardando fuori dal finestrino, ammirando la vista meravigliosa, mentre ci avviciniamo alla città. È mattina presto e Dublino si sta preparando ad affrontare la giornata. "Da quale parte dell' Irlanda proviene la tua famiglia?"
"Da Dublino"
"Allora capisco perché hai sempre desiderato venirci" annuisco, con un nodo in gola. "La distilleria originale ha cessato l' attività dopo il crollo del mercato e mio nonno si è trasferito negli Stati Uniti con la sua famiglia durante il Proibizionismo. Sono finiti a New Orleans e lì lui ha cominciato a produrre whiskey di contrabbando, perché nessuno era disposto ad assumerlo per fare altro".
"Dev'essere bello conoscere le proprie origini"
Stacco gli occhi dal finestrino e lo guardo, ma Mount si è già voltato. Mi torna in mente quello che mi ha detto tempo fa, che è stato abbandonato davanti a una chiesa quando era neonato. Mi sono sempre domandata se fosse vero, e ora le sue parole mi fanno pensare di sì.
"Ti ho cercato su Google, sai?" Non era mia intenzione ammetterlo, ma le parole mi scappano di bocca.
Si gira, la sua attenzione è di nuovo tutta per me. "E?"
"Non ho trovato niente. Assolutamente niente. Com' è possibile?"
"Soldi. Potere. Il mio amore per la privacy. La paura degli altri"
"Non hai mai provato a usare tutti quei soldi e quel potere per scoprire le tue radici?"
La sua espressione si incupisce. "No. E non lo farò mai"
"Perché?" So che dovrei piantarla, eppure non riesco a smettere di fargli domande.
"Perché chi mi ha messo al mondo non c' entra un cazzo con quello che sono o con quello che faccio"
Lascio cadere l' argomento e ricomincio a guardare fuori dal finestrino, assaporando Dublino mentre percorriamo una serie di strade strette prima di attraversare il fiume Liffey. Ma la risposta di Mount ha smorzato parecchio il mio entusiasmo.
Non riesco a immaginare cosa si provi a essere stati abbandonati. Sapere che i tuoi genitori non ti volevano. Mio padre ha sempre desiderato un figlio maschio e invece ha avuto tre femmine, e crescere con questa consapevolezza è stato già abbastanza brutto. Paragonata a quella di Mount, però, la mia infanzia è stata un sogno. Per la prima volta, osservando il suo profilo, non vedo il diavolo capace di fare ribellare il mio corpo contro me stessa e di confondermi la mente. Vedo invece un uomo che deve aver lottato moltissimo per arrivare dov'è oggi. Non ho idea di come abbia costruito l' impero che governa e dubito che se glielo chiedessi mi risponderebbe volentieri.
Chi l' avrebbe mai detto che sarebbero bastati un volo transoceanico e un giro per la città che sogno di vedere da sempre, per accorgermi che Lachlan Mount non è un mito o una leggenda. È solo un uomo. Un uomo pericoloso, certo, ma pur sempre un uomo.
Non cambia niente, mi dico, ma non sono sicura di crederci.

Raggiungiamo un imponente albergo vittoriano dove ci accompagnano immediatamente in una suite enorme. "I vostri bagagli stanno per arrivare, signore" dice il consierge, mentre Mount gli allunga una generosa mancia.
Tra l' aereo e l' accoglienza che ci viene riservata, comincio a rendermi conto che, a prescindere dalla città o dalla nazione in cui ci troviamo, la vita di Mount è completamente diversa dalla mia.
E poi mi accorgo di un' altra cosa. Già mi ha sorpresa tirando fuori il mio passaporto, ma ora gli chiedo: "Ho un bagaglio?"
"Certo. G te ne ha preparato uno e lo ha fatto portare all' aereo prima he tu arrivassi. Mi ha assicurato che c' è tutto quello che può servirti, ma in caso contrario puoi sempre comprare qui quello che manca"
Mount si irrigidisce, come se attendesse l' inizio di una discussione, ma stavolta si sbaglia.
"Scherzi? Sono a Dublino, una città che desidero vedere da quando ero bambina, e per una conferenza dove posso imparare moltissimo e stringere contatti in grado di far fare alla Seven Sinners un balzo in avanti. Non perderò tempo facendo la difficile con i vestiti, quando c' è così tanto da vedere e da fare. Purché non mi abbia messo dentro solo biancheria intima, andrà benissimo"
Mount mi guarda come se mi fosse spuntata all' improvviso una seconda testa. "Non assomigli a nessuna delle donne che conosco"
La sua espressione si fa imperscrutabile e non so come rispondere. Grazie al cielo, un colpo alla porta interrompe la conversazione. Dopo aver portato i bagagli in camera da letto, il fattorino si gira verso di noi. "Possiamo fare qualcos'altro per lei, signore? Siamo al suo servizio"
Mount mi guarda. "Cos' hai voglia di mangiare? Starai morendo di fame"
Qui è mattino, ovviamente, ma per me è ancora notte fonda. "Non so quale pasto dovremmo fare ora"
"Non importa. Dimmi cosa vuoi"
Sto per rispondere che è uguale, che prendo quello che prende lui, ma poi mi blocco. Mount mi sta offrendo la possibilità di scegliere. Sin dall' inizio me ne ha offerte ben poche e questa è lampante.
"Un waffle con burro, sciroppo
d' acero e pancetta"
Il fattorino annuisce e Mount aggiunge il suo ordine.
"Bistecca e uova. E mandami una bottiglia di tutti i whiskey che avete nel bar dell' albergo"
Devo fare i complimenti al fattorino, perché, al contrario di me, non sembra affatto sorpreso. Anche a lui Mount allunga una mancia abbondante prima che se ne vada.
"Perché tutti quei whiskey?"
Mount mi rivolge un’ occhiata in tralice. "Non è per questo che siamo qui? Per imparare e stabilire più contatti possibile?”
Mi ha ascoltata davvero.
"Sì"
"Allora immagino che una bottiglia di tutti i whiskey che hanno ti aiuterà a prepararti per incontrare gli amministratori delegati della concorrenza"
"Sì, certo, perché vorranno proprio con me" replico con una risata. "Quando parlavo di contatti pensavo più ai distributori e ai compratori. I pesci piccoli. Al mio livello. Non sono ancora l’ amministratore di una multinazionale. Mando avanti una piccola azienda che fa fatica a stare a galla"
Mount annulla la distanza tra noi e mi fissa. "Non mostrarti mai, nemmeno per un secondo, inferiore a nessuno. Presentati a questa conferenza come se fossi una loro pari, perché lo sei.   La tua azienda sarà anche piccola ora, ma come mi hai detto tu, sei un amministratore delegato con le palle e hai cominciato da poco. Vuoi dominare il mercato? Allora comportati come se lo facessi già"
Le sue parole toccano una corda dentro di me e mi danno la sicurezza di cui ho bisogno. "Non pensavo fossi un tipo che fa discorsetti
d' incoraggiamento"
Stira le labbra. "Infatti non lo sono”
Quel commento, mi colpisce ancora di più, perché vuole dire che ha fatto
un' eccezione per me. Avverto una sensazione di calore allargarsi nel petto.
"Grazie. Per tutto. Significa moltissimo per me" sollevo il viso e con le labbra gli sfioro la guancia, ora scura per la barba non fatta. Quando mi riabbasso, Mount mi circonda la vita con un braccio, attirandomi bruscamente contro di sè.
"Allora basta questo. Una gita in Irlanda. Messaggio ricevuto”
Non ho tempo per elaborare le sue parole prima che le nostre labbra entrino in collisione e la sua lingua si insinui a prendere il controllo della mia bocca.
Quando mi solleva, istintivamente gli allaccio le gambe intorno alla vita. Mi porta in camera e cadiamo sul letto, rimbalzando bruscamente. Il peso di Mount mi immobilizza, mentre gli infilo le mani nei capelli.
Mi dico che è solo gratitudine, ma mi rifiuto di analizzare meglio le mie azioni.
Mount mi strappa via la camicetta, facendo volare i bottoni. Ma proprio mentre inizia a sollevarmi la gonna sui fianchi, qualcuno Bussa alla porta della suite.
"Merda. Il servizio in camera" dico, senza fiato.
"Fanculo il servizio in camera"
"Sono d' accordo"
Ignoriamo i colpi alla porta e il telefono che inizia a squillare, e iniziamo a divorarci.
Per la prima volta la lotta di potere non sembra avere la priorità. È qualcosa di diverso. Qualcosa di più... Spaventoso.
Allontano quel pensiero sgradevole mentre Mount libera l' uccello e mi scosta le mutandine, trovandomi già bagnata. Non distoglie mai lo sguardo dal mio mentre spinge, lentamente, penetrandomi un centimetro alla volta. Quando è tutto dentro, mi ringhia una sola parola all' orecchio.
"Mia"
È la cosa più terrificante che mi abbia mai detto, perché sto cominciando a credergli.

🌹 KING 👑 QUEEN 💎 DESIRE  -  🌹  L' Impero Del Desiderio. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora