Oggi
Quando riprendo conoscenza, il dolore mi trafigge. La portiera
dell' auto si apre e il peso mi fa scivolare di lato. Un paio di braccia robuste fermano la mia caduta.
"Ti tengo. Apri gli occhi, piccola ribelle. Apri quei cazzo di occhi per me. Non ti perderò proprio ora". Quella voce. Profonda. Torva. Rauca. A lungo è stata la voce del diavolo, ma adesso non più. Ora è la voce
dell' uomo che non potrò più tenermi una volta tornati a New Orleans, e il pensiero mi rende furiosa.
Socchiusi le palpebre per un attimo e sento di avere un bozzo in testa nel punto dove ho sbattuto contro il finestrino, mentre giravamo l' angolo a tutta velocità travolgendo un lampione. Le tempie mi pulsano senza sosta.
Quando riesco a incrociare quello sguardo scuro così familiare, la paura si tramuta in sollievo: il fuoco di quegli occhi, che in passato mi metteva i brividi, ora mi dona forza.
"Grazie al cielo!". Con la fronte sfiora la mia, e io inspiro il suo profumo che sa di bosco e di agrumi.
"Pensavi di liberarti di me così facilmente?". Le parole mi escono deboli e biascicate, senza quel minimo di sicurezza che intendevo ostentare. Cerco di mettermi a sedere, ma avverto una fitta al fianco destro. "Cavolo, fa male. Che è successo?". "Non importa. Starai bene. Ti giuro sulla mia vita che tu starai bene".
Gli credo per il mondo in cui lo dice, sottolineando con assoluta convinzione ogni parola.
Abbassò lo sguardo sul sangue he ricopre la mia camicetta e sui frammenti di vetro sparsi ovunque. "Oddio".
Lui mi afferra il mento con una mano e riporta la mia attenzione sui suoi occhi, ma faccio in tempo a vedere la macchia rossa che si sta allargando anche sui suoi vestiti.
"Oh mio Dio! Abbiamo bisogno di aiuto".
"Staremo bene. Hai capito? Devi resistere. Puoi provarci?".
Io annuisco mentre la mia testa sembra spaccarsi in due per la pressione. La bile mi sale in gola. "Controlla il dolore. Puoi farcela".
Respiro appena e tremo. "Posso farcela". Ripeto, senza sapere se sto mentendo o no.
"Brava ragazza". Si toglie la giacca e me la preme contro il fianco. "Tienila stretta, come se ne andasse della tua vita, cazzo. Okay?".
Quando Lachlan Mount ti dice di fare qualcosa come se ne andasse della una vita, è probabile che sia davvero così. Ripenso alla paura nei suoi occhi che ho visto solo qualche istante fa.
"Sto morendo?". Invece di sentirmi triste, sono invasa dalla rabbia. Non sono ancora pronta. Non ho finito con questo mondo. Non ho finito neanche con quest' uomo.
"Stronzate! Tu non stai morendo. Non lo permetterò".
Le sue parole sono sorrette da una determinazione d' acciaio e da pura tenacia.
"Okay". Mi tampono con la giacca il fianco dolorante, mentre lui mi cinge dietro la schiena con un braccio.
"Usciremo da questa situazione di merda. I miei uomini stanno arrivando. Tieni duro".
Annuisco di nuovo: a ogni minimo movimento vedo letteralmente le stelle, mentre Lachlan mi trascina fuori dall' auto, tenendosi basso e aggirandola sul retro, per andare poi fra la parte anteriore fracassata e
l' edificio contro cui ci siamo schiantati. Ma lui inciampa, lasciandosi sfuggire un grugnito, e quell' indizio che sta soffrendo mi trafigge più del dolore che provo in questo momento.
"Fermati. Sei ferito. Non...".
"No, almeno finché non sei al sicuro. Non ti farò correre altri rischi. Dove cazzo sono?". Si gira da una parte e dall' altra, mentre sento la mia vista oscurarsi di nuovo.
Cos' ha la mia testa che non va?
Mi sforzo di restare lucida: non voglio svenire un' altra volta. Posso farcela.
Gli stringo la mano per attirare la sua attenzione.
"Neanch' io ti perderò. Intesi? Smettila di fare il testone. Fottuto bastardo".
Abbassa lo sguardo su di me e ogni traccia di dolore sembra svanita, mentre un angolo della sua bocca si socchiude per dirmi: "D’ accordo".
D' improvviso uno stridore di pneumatici mi fa voltare: una fitta mi attraversa le tempie strappandomi una smorfia. Non faccio in tempo a vedere niente, però, perché Lachlan mi afferra e mi allontana dalla strada, stringendomi più forte mentre gira le spalle all' auto che sopraggiunge.
Mi sta facendo da scudo.
"Non azzardati a...".
"Chiudi il becco, Keira. Per te sono pronto a rischiare tutto". Mi appoggia una mano sulla nuca e se l' avvicina al petto.
Un' altra auto frena bruscamente, e il rumore delle portiere che si aprono mi trapana la testa. Alcuni passi risuonano sull' asfalto e Lachlan si gira a guardare.
"Sì, cazzo". Sussurra, mentre si rilassa e ruota su se stesso finché io non intravedo Scar.
Un altro volto che prima m' incuteva paura e ora mi provoca puro sollievo: si precipita versi di noi, silenzioso come sempre, ma con un' espressione rabbiosa stampata in faccia.
Lachlan mi abbraccia più forte. "Prendila. Portala al sicuro. E proteggila a ogni costo. Chiaro?".
L' uomo annuisce in silenzio e Lachlan allenta la presa su di me. "Non morire adesso, Keira, o giuro, cazzo, che butterò giù le porte del paradiso e verrò a riprenderti di persona".
Le braccia di Scar mi accolgono come una culla, una stretta che conosco fin troppo bene, ma le mie dita non mollano il colletto di Lachlan. Mentre Scar si allontana, però, perdo la presa.
"Io non ti lascio!". Cerco di divincolarmi, anche se ho lo stomaco sempre più sottosopra e il corpo mi implora di fermarmi. "Mettimi giù. Voglio restare con lui".
Scar mi grugnisce qualcosa
nell' orecchio, ma il mio sguardo è incollato alla camicia di Lachlan: la parte sinistra è completamente impregnata di sangue. Sulle prime penso sia il mio, ma il tessuto strappato e il diritto costante dicono che mi sto sbagliando.
"Lasciami! Salva lui! Servi più a lui che a me". Le lacrime mi rigano il volto. Scar mi stringe con maggior vigore e senza farsi scoraggiare dai miei sforzi patetici mi separa da Lachlan.
Altri due uomini ci raggiungono di corsa, ma io non so chi siano.
"Uccidili!" Grido e neanche riconosco la mia voce.
"Non usare toccarlo, bastardi!".
Lachlan barcolla e quegli uomini lo afferrano, uno per lato.
"Portala al sicuro..." Ripete e
s' interrompe crollando tra le braccia dei due sconosciuti.
"No!" Urlo, ma Scar prosegue verso
l' auto, ignaro di cosa stia succedendo. "Fermati! Devi tornare indietro per aiutare lui!".
Mi ribello alla sua presa, artigliandogli le spalle. L' orrore che provo sovrasta qualsiasi dolore, mentre i due trascinano il corpo esanime di Lachlan versi un' auto sconosciuta e Scar si dirige invece verso quella che mi è familiare. "Lasciami andare!". Insisto, ma la voce mi si incrina e lui mi fa sdraiare sul sedile posteriore sbattendo la portiera in faccia alle mie proteste.
Mi allungo a tentoni verso la maniglia, nel tentativo disperato
d' impedire a quegli uomini di portare via Lachlan, ma Scar è già seduto davanti. Le portiere scattano, lui mette in moto e imbocca a tutto gas una via del Quartiere Francese.
Qualche settimana fa sarei stata felicissima di essere condotta a gran velocità da Lachlan Mount, ma ora non è più così. Lui ha detto una cosa giusta quando eravamo nell' hangar.
Tutto è cambiato.
Le lacrime mi scorrono sul volto come un fiume, mentre mi giro a guardare fuori dal finestrino oscurato. In lontananza, sempre più distanti, due uomini stanno caricando il corpo svenuto di Lachlan sul sedile posteriore dell' altra berlina. La mia voce si fa rauca mentre grido ancora a Scar di riportarmi indietro, ma poi voltiamo l' angolo e io non lo vedo più.
STAI LEGGENDO
🌹 KING 👑 QUEEN 💎 DESIRE - 🌹 L' Impero Del Desiderio.
ChickLitNew Orleans è il mio regno. Nessuno conosce il mio nome, ma in città il mio potere è assoluto. Ciò che voglio lo ottengo sempre. Mi piace che la gente sia in debito con me. E che abbia paura. Soprattutto se si tratta di una bella, giovane vedova a...