💎 Chapter 67

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Quella sensazione di appagamento, data da uno degli orgasmi più intensi della mia vita, avrei voluto godermela per un po' più di due minuti, invece fumo di rabbia per tutto il tragitto fino al quartier generale di Mount. 
Dopo quel folle, travolgente rapporto nel mio ufficio, lui mi ha accompagnato alla macchina e mi ha sbattuta dentro senza neanche una spiegazione, a parte «I programmi sono cambiati, ho del lavoro da sbrigare».
Sono cambiati perché mi ha già scopata e non ha più bisogno di me stanotte? Vorrei colpire qualcosa, ma il sedile non mi darebbe la soddisfazione che cerco.
"Se almeno tu dicessi due cazzo di parole" urlo a Scar "potresti aiutarmi a capire come funziona la sua testa. Se pensa che infilarmi in macchina sia stata una buona mossa, si sbaglia di grosso".
Odio sentire la mia voce tremare e mi dici che è solo rabbia e che non sto per mettermi a piangere.
Come posso desiderarlo tanto? Come posso pensare che sia lui l' uomo in grado di darmi tutto quello che ho sempre voluto? Be', in realtà gli manca un pezzo del puzzle, perché di certo non sa dare niente a livello emotivo.
Quando Scar mi lascia davanti alla suite di Mount, mi precipito al bagno, per levarmi di dosso il profumo che non riesco a togliermi dalla mente. Ma un rumore dal guardaroba attira la mia attenzione e mi volto di scatto. "E lei sarebbe?" Domando.
Nel guardaroba c' è un uomo anziano, con i capelli e i baffi grigi, vestito con un completo gessato e con un ferro da stiro in mano. "Oh, mi scusi. Mi avevano detto che sareste rimasti fuori, stasera, e che avrei avuto tutto il tempo di sistemare le cose".
Solo in quel momento mi accorgo che è cambiato qualcos'altro. Invece di contenere in bell' ordine solo gli abiti e le camicie di Mount, la cabina armadio è stata riorganizzata. Un terzo dello spazio è occupato ora da abiti femminili. Vestiti, gonne, camicette, pantaloni...
Il mio stupore dev'essere lampante perché l' uomo appoggia il ferro da stiro alla sua base, smettendo di occuparsi di un meraviglioso vestito nero.
"Sono G, il sarto del signor Mount. E, se fossimo in Inghilterra, anche il suo valletto. Mi occupo del vostro guardaroba, signorina".
Sbatto le palpebre, fissando gli stupendi abiti appesi nell' armadio di Mount. L' uomo, G, continua a parlare, anche se io non rispondo.
"Mi scusi se l' ho spaventata. Non era mia intenzione. Me ne vado subito". Raduna la sua attrezzatura con efficienza, come avrà fatto dozzine di volte, e viene verso la porta. Non so perché, ma ho la sensazione che di solito usi un qualche accesso segreto che non conosco ancora, invece
dell' ingresso normale.
Non sono riuscita ad articolare una sola parola e mi scosto per lasciarlo passare. Lui, però, invece di uscire, si ferma sulla soglia.
"Signorina, va tutto bene?". 
Annuisco, ma lui continua a guardarmi preoccupato. Intuisco che vorrebbe dire qualcos'altro, ma alla fine prende le sue cose ed esce. Io non mi muovo fino a che non sento la porta esterna chiudersi.
Quando sono sicura che se n' è andato, entro nella cabina armadio, allungo una mano e sfioro quei tessuti sontuosi. Sono tutti stupendi, ma questo non significa nulla.
Finora mi è stato consegnato un abito alla volta. Un giorno alla volta. Un criterio che alludeva a una situazione temporanea. Questo guardaroba completo invece non dice temporaneo. Afferma qualcosa di completamente diverso. 
Mi accascio tremante sulla moquette, contro l' isola centrale della cabina, e mi abbraccio le ginocchia cercando di fermare il tremore, ma è impossibile. Tutte le emozioni della serata mi travolgono come uno tsunami che non sono pronta ad affrontare.
Cosa sta succedendo alla mia vita?
Questo accordo dovrebbe avere una scadenza e le cose dovrebbero tornare come prima, come quando non sapevo ancora dell' esistenza di Mount. Ma all' inizio, quando gli ho chiesto una data, lui non ha voluto darmela.
Mi mordo il labbro, con gli occhi che bruciano di lacrime.
E se non mi lasciasse più andare?
Mi asciugo con una mano mentre realizzo cosa vorrebbe dire.
Perderei per sempre la mia indipendenza.
Non potrei essere mai più sincera con la mia famiglia.
Tutti i miei sogni morirebbero.
Quanto ci vorrà perché io perda
l' essenza di ciò che mi rende me stessa?
Ero convinta che avrei saputo gestirlo, pensavo di essere abbastanza forte da controllare la situazione. Ma non potevo sbagliarmi più di così, e ora perderò tutto.
Appoggio la fronte sulle ginocchia e mi abbandono alle lacrime. Se fossi una brava persona, stasera piangerei per la morte di mio marito.
Invece piango perché ho perso la mia vita.

🌹 KING 👑 QUEEN 💎 DESIRE  -  🌹  L' Impero Del Desiderio. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora