💎 Chapter 57

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Un suono che non riconosco mi strappa da un incubo. Avevo le mani legate dietro la schiena, ero in ginocchio e stavo supplicando un uomo senza volto di uccidermi.
Mi siedo di scatto, il corpo attraversato da brividi, le ondate di paura che si placano nel momento in cui spalanco gli occhi e mi ritrovo in una stanza buia. Mi allungo verso il telefono quando il suono si ripete, e utilizzo lo schermo luminoso per illuminare la stanza mentre la testa ancora mi pulsa.
La camera di Mount.
Ieri notte.
La vodka.
"Merda!". Mi ricordo di colpo cosa devo fare oggi e saltò giù dal letto.
Alle 10 devo essere in banca. Devo prelevare i soldi, infilarli in una sacca e poi uscire, girare l' angolo e passare il denaro attraverso il finestrino aperto della Suburban nera che troverò parcheggiata vicino al marciapiede.
Ho ripassato così tante volte il piano che sono pronta a entrare in azione, nonostante tutto.
Una folata di aria fredda attraversa la stanza e sento i capezzoli inturgidirsi. Li copro con le mani e rimango scioccata quando avverto il contatto con la pelle.
Cosa...? Non mi sono addormentata nuda.
Questo significa... Scruto nella stanza buia in cerca dell' uomo che deve avermi spogliata stanotte, ma non percepisco alcun rumore attorno a me.
Usando la luce del cellulare, arranco fino alla porta per premere
l' interruttore. Sono decisamente nuda.
Quel bastardo.
Abbasso gli occhi sullo schermo per leggere l' ora e lì per lì penso di essere ancora ubriaca, quando vedo he il promemoria è quello del mio appuntamento... di mezzogiorno... Cioè tra quindici minuti. È per questo che il segnale acustico che mi ha svegliata sembrava diverso?
Sbatto le palpebre, perché non può essere davvero l' ora che sto vedendo. Ho puntato due sveglie in modo da non tardare all' incontro con il mio ex defunto marito. Non posso esserle perse entrambe. Giusto?
Apro il promemoria ed ecco apparire il testo completo.

MI SONO GIÀ OCCUPATO IO
DELL' APPUNTAMENTO PRECEDENTE. LA TUA PRESENZA È INVECE RICHIESTA NEL MIO STUDIO PRIVATO A MEZZOGIORNO IN PUNTO, PERCHÉ IL TUO DEBITO È SCADUTO DA UN PO'. APRI IL CASSETTO DEL COMODINO. METTITI QUELLO CHE CI TROVI DENTRO. PORTAMI LA SCATOLA DI PELLE PASSANDO DALLA PORTA CHE HAI CERCATO DI APRIRE IERI SERA. NON PARLARE FINCHÉ NON TI RIVOLGERÒ LA PAROLA IO.

L' ultima frase mi fa prudere le mani, ma è il resto di quell' incomprensibile messaggio a catturare la mia attenzione.
Cosa significa "mi sono già occupato io dell' appuntamento precedente" ? Significa che ha dato lui i soldi a Brett? O...
Non voglio neanche prendere in considerazione l' alternativa, perché ora l' unica conta è la sicurezza della mia famiglia. Sfioro lo schermo del cellulare e chiamo il numero di mia madre. Lascio squillare tre volte, camminando avanti e indietro mentre aspetto che risponda.
Non lo fa. E la voce allegra della segreteria non mi rassicura affatto.
"Scusa se non rispondo! Probabilmente sto giocando a golf. Lasciami un messaggio e ti richiamerò dopo la diciottesima buca!".
Allora provo con mio padre. Dopo due squilli lui risponde e io sospiro sollevata: "Grazie al cielo!".
"C' è qualche problema? È successo qualcosa alla distilleria?".
In quel momento la voce burbera di mio padre è il suono più bello che io abbia mai sentito. Non mi importa che non sia cambiato, dopo la pensione, e che pensi ancora solo alla Seven Sinners.
"No, nessun problema. Volevo solo sapere se tu e la mamma state bene. È tutto okay?".
"Perché hai avuto un presentimento?" Chiede lui, sempre molto superstizioso.
Mando giù il gruppo d' ansia che mi si è formato in gola quando ho sentito la voce registrata di mia madre. "Già. La mamma non ha risposto e mi sono preoccupata un po'".
"Stiamo bene. È uscita con Jury a farsi le unghie. Tua sorella si è presentata qui ieri sera, all' improvviso, solo con lo zaino. Quella ragazza non crescerà mai, parola mia. Alla sua età, dovrebbe smettere di comportarsi così".
"Jury è lì? Vi ha detto perché?". Sono felice di saperlo. Così ho un membro della famiglia in meno da rintracciare questa mattina per scoprire se respira ancora, dopo che non ho rispettato
l' accordo con Brett.
A poco a poco i muscoli della mia schiena iniziano a rilassarsi.
"Ha detto che sta cercando lavoro aveva bisogno di un posto dove stare e ha pensato che venendo qui avrebbe preso due piccioni con una fava. Ti giuro che, se comincia a ballare in qualcuno di quei locali, non userò più farmi vedere al club".
"Vedrai che non lo fa. E di Imogen hai notizie?".
Lui grugnisce. "È troppo occupata per parlare con noi. Stamattina mi ha mandato un messaggio, dicendo che si è iscritta a un esclusivo corso di
post-dottorato e che ha bisogno di qualche lettera di presentazione da parte di qualcuno che non sia della famiglia. Ma non vuole che la aiuti. Vuole solo dei nomi".
Questo è proprio tipico di mia sorella. Deve sempre fare tutto da sola, anche se ci metterà il triplo della fatica.
Come se temesse che, chiedendo aiuto, i suoi risultati apparirebbero meno meritevoli.
Ti suona familiare? Mi stuzzica la mia vocina interiore.
Le dico di stare zitta.
"Quindi tutto bene? Come va il golf?". "Mi annoio a morte. Sono diventato amministratore del condominio, ma sto pensando di tenermi occupato con qualche consulenza. Non è che posso giocare a golf dalla mattina alla sera, no? Tua madre mi trascina la club ogni stramaledetto giorno...".
"Papà...".
"E non andare a raccontarglielo. Ne abbiamo già discusso. Non sono capace di fare il pensionato. Andare in pensione è stata una decisione stupida".
"Forse se provassi a rilassarti...".
Sbuffa. "E tu, ci riesci?".
Non so nemmeno da dove cominciare per fargli capire cos' è diventata la mia vita negli ultimi giorni, perciò lo lascio vincere. "Touché".
"Io ho lavorato sodo e mi sono divertito alla grande, ragazza. Ma tu non aspettare di avere la mia età per divertirti. Forse dovresti cercarti un vero uomo, prima che sia troppo tardi!".
"Papà!".
"Cosa? Sappiamo entrambi che ho ragione. Quel bastardo non ti meritava. Troppo viscido. Non permettere al prossimo di fregarti. Prendigli le misure come si deve fin da subito".
Sorrido, anche se non può vedermi. "Certi, papà. Ma ce ne vorrà di tempo".
"Mai dire mai. Siamo irlandesi, crediamo nel destino. L' uomo giusto ti troverà e quando capirà la fortuna che gli è capitata non ti lascerà più andare".
Questo è forse il più grosso complimento che mio padre mi abbia mai fatto, oltre ad avermi ceduto la distilleria ed essere andato in pensione a patto che fossi io a mandarla avanti.
Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi. "Grazie papà, ti voglio bene".
"Anch'io, Keira. Chiamami se hai bisogno di consulenze. Ne so qualcosa di whiskey".
"Sarai il primo".
Riagganciamo e il calore del complimento che mi ha fatto mio padre evapora quando sullo schermo del telefono compare un nuovo promemoria.

TI RESTANO DIECI MINUTI PER SEGUIRE LE MIE ISTRUZIONI O PAGARNE LE CONSEGUENZE.

"Merda!".
Non voglio sapere cos' ha in programma oggi Mount, ma di sicuro voglio delle risposte. Ne ho bisogno. Cosa intendeva nel primo messaggio, a proposito del mio appuntamento? Devo scoprirlo.
Lancio il cellulare sul letto, chiedendomi come ha fatto ad accedere alla funzione del promemoria, ma non è questo il problema su cui concentrarsi. Guardo il comodino laccato di nero e mi avvicino con circospezione, poi apro il primo cassetto. Dentro trovo la scatola di un costoso negozio di biancheria intima dove non mai pensato di comprare qualcosa. La prendo, sollevo il coperchio e sposta la velina che nasconde un bustier, una giarrettiera e delle calze così impalpabili che possono essere solo di seta.
Frigo nella scatola alla ricerca degli altri indumenti che immagino debbano esserci, ma non trovo né un perizoma né delle mutandine. Guardo nel cassetto e l' unica cosa che vedo è una scatolina di pelle nera.
Queste non promettono mai niente di buono, dice la mia vocina, che a quanto pare ha deciso di fare
l' avvocato del diavolo. Orgasmi a parte.
Voglio davvero aprirla? Valuto la domanda per mezzo secondo, e poi sollevo il coperchio.
E. Che. Cazzo.
Accoccolati nel velluto nero ci sono una ball gag per imbavagliarsi e un plug anale più grosso dell' ultimo.
Se si aspetta che...
Il cellulare sul letto mi avvisa con un altro promemoria.

CINQUE MINUTI. TROVERAI LE SCARPE FUORI DALLA PORTA.

Quell' arrogante bastardo. Non aspetterò altri cinque minuti. Con tutte le spiegazioni che mi deve!
Tenendo la scatola di pelle in mano, faccio un passo verso la porta che ho cercato di aprire ieri sera con una forcina, mentre ero ubriaca. Ma mi immobilizza prima di farne un secondo.
Devo obbedire e indossare la biancheria?
Abbasso lo sguardo sul mio corpo nudo e faccio un respiro. Non ho alcuna intenzione di andare là dentro così.
Agguanto la biancheria e poi mi fermo quando mi accorgo di puzzare di alcol.
Bleah! Nemmeno io rovinerei degli indumenti così belli indossandoli senza prima lavarmi. Inoltre... Se invece di dire a Mount che può andare a farsi fottere e disobbedire ai suoi ordini, mi dimostrerò dolce e obbediente, forse otterrò più in fretta le risposte che voglio.
L' orologio del cellulare mi avverte che ho perso un altro minuto, perciò me ne rimangono solo quattro per lavarmi e vestirmi.
Fanculo. Corro in bagno, spazzolino e dentifricio prima di entrare
nell' enorme doccia, e apro l' acqua calda. Mi lavo i denti, senza preoccuparmi che sia lo spazzolino di Mount, e mi sciacquo di dosso il ricordo della notte scorsa.
Consapevole dei secondi che passano mi ustiono sotto il getto, poi agguanto un soffice telo di spugna e me lo avvolgo attorno al corpo.
Lascio di nuovo dentifricio e spazzolino sul ripiano del lavandino e mi asciugo in fretta, prima di infilare il bustier e chiudere il nastro di seta con un fiocco. Con le calze sto più attenta, perché non voglio smagliarle. Alla fine indosso la giarrettiera e la aggancio alle calze.
Il cellulare suona un' ultima volta. Vorrei scagliarlo contro il muro, invece leggo il promemoria.

SEI IN RITARDO PER OGNI MINUTO CHE PASSA, SARÀ IL TUO CULO A FARNE LE SPESE.

  

🌹 KING 👑 QUEEN 💎 DESIRE  -  🌹  L' Impero Del Desiderio. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora