Odio il lunedì mattina, è sempre un trauma svegliarsi prestissimo dopo la domenica e ritornare in questa prigione, meglio nominata come Manicomio.
Come se non bastasse, alle prime due ore c'è matematica, materia che non ho mai capito e mai capirò.
Mi distraggo un solo secondo, alzo lo sguardo alla lavagna e perdo completamente il filo, non capendo nulla.
La scuola è ricominciata da poco e già non ne posso più: spero passi in fretta quest'ultimo anno, così prendo il diploma e lascio questa maledetta scuola.
***
È trascorsa all'incirca una settimana e già sembra di stare a scuola da una vita.
Anche oggi è andata, con un bel 4 in matematica, ma è andata.
Sfinita rientro in casa, sentendo stranamente, la voce di una donna, mischiata alla voce di mio padre.
Aggrotto la fronte: non è la voce di mia madre. Cosa ci fa una donna qui?
Chiudo la porta, poso le chiavi e butto lo zaino sul divano, per poi andare verso la cucina, proprio da dove provengono le voci.
Appena entro, smettono di parlare.
Mio padre mi guarda e sfoggia un lieve sorrisetto ed i suoi occhi grigi si illuminano leggermente.
Solo ora noto un ragazzo seduto sullo sgabello intorno al tavolo della cucina: sta sgranocchiando una mela rossa e non mi toglie gli occhi di dosso.
-Ciao tesoro- sorride l'uomo.
-Ciao- ribatto fredda.
-Chi sono questi?- domando diretta, incrociando le braccia al petto, per poi rilasciare uno sospiro pesante.
-Aurora sii cortese, ti prego- mi richiama mio padre, posizionando il suo braccio intorno i fianchi della donna dai cepelli rossi e gli occhi color nocciola.
Li squadro dalla testa ai piedi, non so nemmeno cosa pensare.
-Aurora lei è Camilla, la mia compagna. Camilla lei è Aurora, mia figlia- spiega dolcemente l'uomo.
I miei occhi verdi si cristallizzano, dopo di che aggiusto i miei capelli biondi e mossi.
-Non pensare che la considererò mia madre- ringhio acida.
-Aurora!- sbotta mio padre.
-Tranquillo caro, posso capirla- sorride la donna, mettendo una mano sul petto di papà.
Lui rilascia un sospiro e si gira verso il ragazzo a me del tutto sconosciuto, un attimo dopo.
-Lui invece è Luca D'Orso, suo figlio- mi spiega ed io annuisco completamente disinteressata.
-Simpatia portami via- commenta Luca sghignazzando, per poi alzarsi dallo sgabello e guardarmi sorridendo come un cretino.
-Vuoi un calcio nel culo ora o adesso? Scegli tu- sbotto acida.
Ovviamente papà mi fulmina con uno sguardo, ma a me non fa alcun effetto.
-Antipatica e pure aggressiva, mi piace- commenta il ragazzo, facendomi l'occhiolino mentre continua a sorridere divertito.
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UN CAOS PER DUE//CAPO PLAZA
FanfictionDicono che le cose inaspettate siano le più belle, o almeno quelle cose che in qualche modo ti stravolgono i piani. Aurora Rossi ha diciotto anni e frequenta un liceo in una città della regione Campania: Salerno. Non vede l'ora di prendere il diplom...