3

2.8K 58 0
                                    

-Dove è mio padre?- domando a Luca, che ripone il phon nel mobile.

-Ad una cena con mia madre- sospira alzando la testa ed incrocia il mio sguardo.

Abbasso la testa.

-Senti Aurora, anche a me dà fastidio che mia madre stia con un uomo che non sia mio padre, ma la vita è sua e decide lei. Poi se è felice lei lo sono anche io per lei, dovresti fare lo stesso tu con tuo padre, non credi?- mi domanda, così alzo la testa e lo guardo negli occhi.

-Non mischiarti nella mia vita, Luca. Tu non sai nulla di me, inutile che fai la parte di quello che sa tutto perché non sai un cazzo!- esclamo.

Lo so, esternamente potrei sembrare aggressiva, ma quando la gente nomina questi fatti privati, mi ribolle il sangue nelle vene e mi viene da rispondere in maniera acida, anche perché la separazione dei miei genitori mi ricorda brutte cose.

-Ti ho solo dato un consiglio, baby- mi fa l'occhiolino.

-Sei incredibile- scuoto la testa.

-Lo so- ribatte malizioso.

-Sei incredibile perché sai rompere benissimo le scatole, hai un diploma per farlo? Vai fortissimo!- ironizzo.

-No, ma ho un diploma per altro- si lecca le labbra, così lo guardo male e scendo dal marmo.

-Non mi avrai mai- ringhio acida.

-Dicono tutte così- chiude gli occhi, poi li riapre.

-Io non sono tutte. Tutte lo dicono, poi cedono, al contrario di me, che lo dico e lo faccio pure. Non cadrò mai ai tuoi piedi per vederti felice e vedere che hai conquistato un'altra delle tue tante prede. Con me non attacca sul serio, D'Orso, quindi è inutile persino provare- spiego e lui si limita a sorridere leggermente.

-Sei irritante, lo sai?- gli domando e lui annuisce con quell'espressione da strafottente che c'ha sempre stampata in faccia.

È insopportabile, aiuto.

-So tutto, piccola- mi fa l'occhiolino, lo evito assumendo un'espressione infastidita e afferro tutto l'occorrente per vestirmi, così ritorno in doccia, mi copro con la tenda e mi vesto velocemente, per far in modo che Luca non possa fare niente di perverso.

***

Siamo usciti dal bagno e indovinate come? Con la chiave della porta.

Luca l'ha chiusa di proposito, giusto per farmi impazzire dalla rabbia. Non lo sopporto proprio.

-Dai sorellina, è inutile che fai la scontrosa, so benissimo che ti è piaciuto un sacco passare del tempo con me- se la ride come un cretino.

Lo prendo a schiaffi se non si sta zitto, giuro.

-Sorellina proprio niente, Luca. Sei un cretino- mi ribello.

-Un cretino super sexy, però- mi accarezza il volto, ma io mi allontano rapidamente dalla sua presa, mentre lui assume un'espressione da cane bastonato.

-Dai, scusami. È stato epico però- sghignazza, così gli tiro una sberla sul collo.

-Ancora che ridi? Ma sei serio?- mi ribello.

-Hai problemi se rido?- mi sfida.

-Sì! Sei arrivato solo oggi e già mi hai incasinato mezzo mondo. Ti odio- ribatto seccata.

-La prossima volta la chiave la butto direttamente- mi provoca.

-Non ci sarà nessuna prossima volta- ringhio irritata, per poi aggiustare una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Si limita a guardarmi con quegli occhi enormi e scuri, che sembrano nascondere molte cose.

-Mi fai ridere- dice.

-Bene. Sempre meglio di niente- espongo con tono spiritoso.

-Quanto ci scommettiamo che nel giro di qualche settimana mi pregherai di stare con me?- chiede vantandosi.

Mi urta il sistema nervoso.

-Ma ti senti quando parli? Punto primo i nostri genitori stanno insieme, quindi credo che tra non molto diventeremo fratellastri...- mi interrompe.

-Oh no, sicuramente mia madre si staccherà di tuo padre, quindi non diventeremo proprio un bel niente!- esclama sicuro di sé.

-Ehm... Da quando mio padre l'ha mollata, ha provato ad avere altre due relazioni, ma dopo poco sono finite, perché mio padre in qualche modo le ha lasciato il segno e non le andava di stare con un uomo solo per non sentirsi sola- mi spiega, così resto zitta ad ascoltarlo.

-Farà lo stesso anche con tuo padre- mi fa l'occhiolino, liberandosi di quell'espressione seria che aveva fino a due tre secondi fa.

-Tuo padre non lo vedi più?- mi permetto di chiedergli.

-No- scuote la testa e noto immediatamente uno sfondo cupo sul fondo delle sue iridi scure.

Sembrano essersi spente nell'istante in cui ho nominato suo padre.

-Lui è...- deglutisce.

-Andato via in Brasile, con un'altra donna. Insomma, si era stancato di me, soprattutto di mia madre, perché... Il perché non lo so. So soltanto che questo abbandono mi ha fatto molto male. Ma davvero tanto- deglutisce ancora una volta ed io lo guardo, senza dire nulla.

Il suo tono si è indebolito tutto d'un tratto.

-Quando ti ha abbandonato?- gli domando con tono pacato.

Strano. Fino a poco fa lo stavo prendendo a sberle, ora provo quasi compassione per lui.

È incredibile come riesce a farmi cambiare umore da un momento all'altro.

-Quando avevo due anni. Da quel momento non l'ho mai più visto, tantomeno sentito. Ero un bambino, allora non capivo molto e mi sentivo così confuso...- alza la testa ed incrocia il mio sguardo, io lo distolgo poco dopo e sospiro.

-Capisco- borbotto senza sapere cos'altro dire.

-No- scuote la testa.

-Se non lo vivi non lo puoi capire. Una cosa la capisci veramente solo se la vivi sulla tua pelle, se senti il suo dolore, se assapori l'amarezza di quel momento. Capisci davvero un qualcosa se quel qualcosa di consuma dentro, come se fosse una gomma che cancella tutto il ritratto a matita. È straziante, ma finché non lo provi tu, sulla tua stessa pelle, non sarai mai in grado di capire cosa si prova, non sarai mai in grado di comprendere il dolore- dice, sconvolgendomi del tutto.

Non mi aspettavo delle parole simili da Luca. È stato capace di farmi venire quasi i brividi, ma non lo do a vedere, perciò mi limito ad annuire.

-Diciamo che me la sono sempre cavata da solo, senza l'aiuto di nessuno. Se sono ciò che sono oggi, è soltanto grazie a me- sospira e le sue iridi sembrano riprendere colore.

Quel colore vivo.

-Va bene, basta così. Sorellina scusami se ti ho annoiata, non volevo raccontarti i fatti miei, mi pento di aver rivelato un grandissimo mattone del mio passato- espone diretto.

-Tranquillo. Non uscirà da qui- lo rassicuro.

-No, infatti. Non deve assolutamente uscire nulla- sorride puntandomi il dito contro.

-Ci conto, eh- mi fa un occhiolino e si reca verso il divano, per poi sedersi e accendere la tv.

Ecco che ritorna il Luca rompipalle, ma va bene dai, forse è meglio che sia rompipalle, magari non sta sempre a pensare tutto ciò che ha vissuto, ma ciò non mi impedisce di tenergli testa nei momenti di puro conflitto.

UN CAOS PER DUE//CAPO PLAZA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora