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Certe volte la vita riserva brutte sorprese, buttandoti completamente  a terra.

Tutta quest'ansia mi sta divorando viva, ho paura che Luca non possa farcela.

Eppure si era svegliato, poi non so cosa sia successo, tutto si è ribaltato, ha chiuso nuovamente gli occhi e non si è più svegliato.

Sto temendo il peggio, ho tantissima paura. Sono priva di forze, non sto mangiando praticamente nulla, a stento bevo, ho un viso straziato, sono pallida, sto dimagrendo, quasi non mi riconosco più.

Devo essere forte, però. Devo esserlo almeno per Luca.

Spero si svegli, con tutta l'anima.

-Piccola, ti va di fare due passi?- mi chiede Danilo.

Alzo la testa e lo guardo negli occhi. 

Forse una bella passeggiata potrebbe farmi riacquistare le forze, magari un po' di aria pulita potrebbe farmi stare meglio.

-Sì- dico semplicemente, mi alzo dalla sedia ed insieme ci rechiamo fuori dalla struttura.

Aria pulita, aria londinese.

Camminiamo per queste strade sconisciute, gente che va, gente che viene, tutti felici e contenti, bambini che giocano e si divertono, coppiette felici che si baciano, che scherzano tra di loro...

Avrei voluto visitare Londra, ma non in questa spiacevole situazione.

-Bimba- il ragazzo mi alza il volto.

-Riprenditi, dai- lentamente mi accarezza il volto e sospiro pesantemente.

-Non ce la faccio- scuoto la testa, mi guarda e mi attira nelle sue braccia grosse e muscolose.

Rispetto a me è alto 2 metri.

Tutto sommato chi non è più alto di me?

-Ce la devi fare, okay?- mi sussurra all'orecchio.

-Tu sei forte, sei una ragazza stupenda, sia fuori che dentro, sei piena di qualità, piena di pregi, insomma... Non puoi abbandonarti così, tesoro. Non puoi- borbotta.

Afferra il mio volto tra le mani e mi guarda sorridendo.

-Sei forte, Aurora. Devi esserlo anche per Luca- con i pollici mi accarezza le gote pallide, io annuisco.

-Sì, hai ragione. Ma sai, a volte mi sento il mondo crollare addosso, mi sento male, certe volte vorrei sparire, andare lontano e non tornare più- confesso con le lacrime agli occhi. 

-Queste cose non le devi pensare proprio, hai capito?- si irrita.

-Sei un essere troppo prezioso- aggiunge.

Sul mio volto nasce un leggero sorrisetto, mentre le lacrime continuano a scendere.

-Grazie, Danilo. Grazie- mi tuffo nelle sue braccia e lui mi stringe forte a sé, baciandomi la fronte con delicatezza.

Vorrei fermare il tempo in questo momento, mi sento troppo consolata.

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Danilo mi ha forzato a mangiare lo zucchero filato, mi ha detto che se non lo avessi mangiato, non mi avrebbe parlato per il resto della vita.

-Non si minacciano le persone!- gli punto il dito contro.

-Era un avviso, baby- si lecca le labbra e mi fa un occhiolino.

-Sai girare molto bene la frittata, Esposto- gli faccio la linguaccia mentre lui se la ride di gusto.

-Sì, direi che sono molto bravo in cucina, ovviamente evitando quella volta in cui bruciai il pollo perché mi ero attaccato alla play, o quella volta in cui invece dello zucchero misi il sale nel caffè della ragazza che mi piaceva, o quando invece del sale misi lo zucchero nella pasta al sugo- ridacchia spiegando i suoi eventi.

Scoppio a ridere e lo guardo serenamente, mettendo un po' da parte i vari problemi.

-Sei incredibile, Dan- sospiro placando le mie risate euforiche.

-In che senso?- domanda guardandomi negli occhi. 

Alzo la spalle.

-Mi stai facendo ridere, sei decisamente incredibile- confesso e lui sorride spontaneamente.

-Vieni qui- mi attira a sé per un braccio e mi rinchiude in un abbraccio tanto caloroso, chiudo gli occhi e mi perdo nel suo dolce profumo.

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Alla fine Danilo mi ha anche costretta ad addentare un hamburger grande quanto la sua mano, non scherzo, era veramente enorme.

-Tu sei pazzo!- esclamo camminando accanto a lui.

Ormai è sera tardi, Londra è uno spettacolo vista di sera. I londinesi sono proprio fortunati, praticamente vivono nel Paradiso terrestre.

-Mica tanto- ribatte ironico.

Lo guardo e sorrido.

-Sei bella quando sorridi- dice da un momemto all'altro e mi attira a sé, con un gesto dolce e lento.

Ha il braccio sulle mie spalle e mi tiene stretta a sé.

-Esagerato, non sono bella- arrossisco.

-Adesso capisco mio fratello- annuisce, così incrocio il suo sguardo.

-In che senso?- deglutisco ricordandomi di Luca in quel maledettissimo letto.

-Sei stupenda, piena di qualità. Adesso capisco quando mi diceva che tu eri diversa dalle altre. Ha ragione, fidati- borbotta.

-Non mi sento così bella- ammetto.

-Dovresti provare a guardarti con gli occhi di Luca, credimi, ti innamoreresti di te stessa- dice e sento una felicità enorme invadermi.

-Sei un dono, Dan. Davvero- verso delle lacrime che mi asciuga all'istante.

-Non essere triste, Luca si sveglierà. Luca tornerà- mi incoraggia accarezzandomi dolcemente.

-Voglio crederci!- esclamo.

-Crediamoci insieme- ribatte, mi alzo sulle punte ed in risposta lo stringo forte a me.

Danilo è davvero speciale.

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Ritorniamo in ospedale, l'aria limpida già sembra sparire. Questo posto è orrobile, ho sempre odiato gli ospedali.

Un solo reparto è bello, il reparto dei bambini.

-Io entro, voglio dare la buonanotte a Luca- avviso Dan, che si siede su una sedia e mi guarda negli occhi.

-Va bene, vai. Io ti aspetto qui- dice.

Gli sorrido per rassicurarlo, mi reco verso la porta ed entro.

Appena alzo lo sguardo e quasi perdo un battito: cosa ci fa qua?

UN CAOS PER DUE//CAPO PLAZA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora