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Luca's pov

Esco da questo locale con le lacrime che graffiano il mio viso, sento un vuoto dentro che quasi mi impedisce di respirare.

Sto male, sto a pezzi, sto una schifezza.

Ma quante stronzate le ho detto poco fa?

Ho reagito di impulso, non ci posso fare niente. Mi ha fatto un male cane quando mi ha lasciato, per giunta davanti a James, quello stronzo.

La rivoglio, lei mi manca come l'aria, potrei superare di tutto, ma non questo.

Non ho mai amato nessuna come amo lei, non è una fottutissima frase fatta, è la verità.

Purtroppo la amo davvero, credevo di poter risolvere tutto con qualche canna, qualche sbronza, ma mi sbagliavo.

Aurora ha lasciato il segno nella mia vita, una cicatrice enorme nella mia anima, e adesso?

Come faccio? Cosa faccio?

È come se la mia vita non avesse più un senso, mi sento una merda.

Salgo in macchina, stringo il manubrio tra le mani, abbasso la testa, poco dopo la rialzo e guardo un punto fisso fuori, per poi iniziare a piangere, ad urlare, a sfogare il mio nervosismo colpendo ripetute volte il manubrio.

Le lacrime continuano a scendere rapide, fanno delle corse sulle mie guance, sto piangendo come un disperato.

-Calma, calma- sento dire da qualcuno che apre la portiera della mia auto.

Alzo la testa e incontro lo sguardo di Nicolò.

-No, nient ten cchiù sens, Nicolò- mi ribello.

-Ho finito di vivere nel momento preciso in cui venti giorni fa mi ha lasciato- aggiungo versando lacrime su lacrime.

Il mio amico mi guarda dispiaciuto, chiude la portiera e velocemente sale al lato del passeggero, sposto i miei occhi rossi su di lui ed inizio a tremare in una maniera assurda.

-Crir'm fra, me sent 'e murì- tiro su col naso guardando la strada fuori.

Sospiro e abbasso la testa: non posso far altro che pensare a lei.

Aurora mi rimbomba nella testa, non ce la faccio, ho un peso sul petto, non riesco a respirare.

-'Sto dialetto non lo capisco bene, ma ho capito cosa vuoi dire, credo!- esclama ironicamente, cercando di farmi calmare, ma lo guardo e scuoto la testa.

-Fra', sto male!- ribatto acido.

-Fra', non ce la faccio- aggiungo.

Cerco di non piangere, ma fallisco miseramente e verso più lacrime di prima.

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Mi sono calmato, abbiamo fumato all'incirca sei canne, una dopo l'altra: ci voleva proprio.

-Sono un coglione- dico appoggiando la testa al finestrino.

-Combatti per lei, Lù- espone, così lo guardo negli occhi e scrollo le spalle.

-È tempo perso- sfoggio un sorriso forzato.

-Lei ti vuole bene, ma non te lo dice. James per lei non vale quasi niente, fidati- ribatte cercando di convincermi, ma non gli do corda.

-Cazzate, solo cazzate!- mi ribello.

La testa mi fa un male cane, ho fumato troppo, mi sento strano ed ho tanto freddo.

-Tu provaci, non hai nulla da perdere- tenta di convincermi ma scuoto la testa con fare nervoso, mentre tra le mani stringo forte il volante.

Serro la mascella, lui fa per parlare, ma lo interrompo.

-Nicolò, basta. Hai rotto il cazzo tu e la tua stupida filosofia, okay? Non voglio provare proprio niente, se ci teneva non mi lasciava, se davvero a me, a noi, ci teneva, non arrivava al punto di mollarmi per tornare col suo fottutissimo ex testa di cazzo, va bene? Adesso scendi che ho bisogno di stare da solo, se no spacco veramente qualcosa- ringhio ferocissimo, mettendo in moto l'auto.

-Stai fatto, non guidare. Scendiamo, ci facciamo un giro. So che quello che sta parlando non sei davvero tu, ma è solo la tua rabbia. Ti stai facendo trasportare dalle emozioni negative, se no già ti avrei preso a pugni, perché sai benissimo che detesto quando qualcuno mi alza la voce contro. Facciamo due passi, così ti calmi, su!- dice aprendo la portiera.

-Ho detto scendi, Nicolò. Non mi piace ripetere le cose ottocento volte. Scendi, cazzo e non rompere le palle. Ho bisogno di stare un po' da solo- sbotto con tanta rabbia.

Il mio amico sospira e richiude la portiera. 

-Se devi ammazzarti stasera correndo come un pazzo, preferisco morire con te- non appena finisce questa frase mi volto verso di lui e lo guardo negli occhi. 

-'A scenn'r Nicolò, nun to voglij ripet'r cchiù. Scinn!- urlo come un pazzo colpendo il volante, lui scocciato e nervoso mi guarda male, serra la mascella ed apre la portiera, per poi scendere e sbatterla forte.

Incrocio il suo sguardo irritato per l'ultima volta, subito dopo metto in moto la mia auto e parto spedito verso non so dove.

Ho bisogno di spegnere un po' la testa, ho bisogno di alleviare un po' tutto 'sto dolore.

Premo sull'acceleratore e mi lascio andare, tanto ora come ora non ho più un cazzo da perdere.

UN CAOS PER DUE//CAPO PLAZA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora