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Sento il mio cuore battere fortissimo nella cassa toracica, sembra voglia uscire fuori da un momento all'altro.

Luca ed io siamo il bersaglio di James, il mio ex. Se ha fatto trovare Luca a Londra che è una città enorme, per di più non italiana, non ci vorrà molto a farci fuori qui in Italia, a Salerno.

Le mie iridi iniziano a pizzicare e improvvisamente sento freddo, un freddo che mi risucchia l'anima.

Mi scappa uno starnuto, Luca sobbalza e si guarda intorno, invece Nicolò impreca sottovoce.

Spero che Luca non mi scopri.

-C'è qualcuno oltre a noi, Nic?- domanda il moro al suo amico.

-No, non c'è nessuno!- esclama il suo amico cercando di nascondere il nervosismo.

Il moro lo guarda e si alza dal divano serrando la mascella, Nicolò si sbatte una mano sulla fronte e scuote la testa, il moro invece avanza verso il camino, dove sono nascosta io e mi scopre.

Appena mi vede il suo sguardo cambia dal curioso all'arrabbiato.

-Aurora, che cosa ci fai tu qua?- ringhia Luca irritato.

-N-nulla- esco dal mio nascondiglio, guardo il nostro amico che mi rivolge uno sguardo confortante, dopo di che pongo tutta la mia attezione sul mio ragazzo.

-Perché lei è qui?- si irrita il moro guardando Nicolò, che si alza immediatamente dal divano e ci raggiunge.

Il ragazzo fa per ribattere, ma io mi intrometto, inventando una cazzata.

-L'ho seguito, pensavo stesse facendo qualcosa di male, perciò l'ho pedinato fino a qui. Sono entrata prima che lui entrasse, stava per scoprirmi, ma fortunatamente sono riuscita a nascondermi- dico con più tranquillità possibile guardando Luca negli occhi, così rilascia un respiro e noto la sua espressione arrabbiata rilassarsi un po'.

Nicolò mi lancia uno sguardo per ringraziarmi ed io di sfuggita gli mando un mezzo sorrisetto.

Per fortuna il moro se l'è bevuta.

Luca si passa le mani nei capelli, per poi sedersi sul divano e puntarmi i suoi occhi addosso.

Subito dopo mi ritorna in mente ciò che ha detto poca fa, ovvero che James vuole farci fuori. Ma come è possibile?

A quello brutto stronzo non è bastato il fatto che il moro abbia scampato la morte per un pelo?

Stringo i pugni e le mie iridi si cristallizzano all'istante, il mio ragazzo se ne accorge, così indica le sue gambe, mi avvicino e mi ci siedo sopra.

Allaccio le braccia intorno al collo e sfortunatamente le maniche della mia felpa si alzano, mostrando diversi tagli.

Faccio per nasconderli, ma queste linee rosse risaltano alla vista del mio ragazzo che, appena realizza il tutto, mi afferra le braccia sconcertato.

-Adesso mi spieghi cosa cazzo sono questi, va bene?- sbotta irritato, così io trattengo le lacrime guardandolo negli occhi.

Qualunque cosa io volessi dire, è inutile aprire bocca. Mi muoiono le parole in gola, è come se non avessi nemmeno la forza di pronunciare una parola.

Ho troppo bisogno di staccare, vorrei andarmene e non tornare più. 

Sono stanca, tanto stanca, vorrei riposare.

Mi alzo, faccio per andarmene, ma lui mi ferma e si mette in piedi davanti a me.

Con le sue mani mi tiene il viso tenendo la canna ancora tra le labbra, fa l'ultimo tiro e butta il mozzicone nel cestino.

Soffia il fumo e con i suoi occhioni castani mi rapisce ancora una volta l'anima.

Nicolò capisce la situazione, così dà una pacca sulla spalla al moro e mi stampa un bacio sulla guancia, poi esce fuori, lasciandoci soli.

-Mi spieghi perché ti sei tagliata, eh?- sbotta acido guardandomi negli occhi.

-Sto bene- mento abbassando la testa.

Mi alza nuovamente il viso e fa scontrare i nostri occhi. 

-Voglio sapere il motivo di questi fottutissimi tagli, hai capito, Aurora?- ringhia e le mie iridi si fanno sempre più colme di lacrime, ma soprattutto di dolore.

-Non intrometterti, Luca- sbotto fredda.

-Non intrometterti nella mia cazzo di vita privata, va bene? Sono fatti miei- aggiungo acida, mollando la sua presa.

Sono molto nervosa.

-Ma come? Non stiamo insieme? Faccio parte anch'io della tua vita privata- ribatte con tono più calmo, incrocio le braccia al petto e sospiro.

Fa per accarezzarmi, ma mi sposto immediatamente, ricordando schiaffi e pugni di mio padre.

Sussulto ricordando quei dolori e cerco di non versare lacrime.

Il moro mi afferra per i polsi, così stringo i denti per il dolore.

-Lasciami!- esclamo.

Mi afferra il viso tra le mani e mi guarda molto preoccupato.

-Chi ti sta facendo del male, amore mio?- mi chiede accarezzandomi le guance, mentre le lacrime iniziano a scorrere violente sulle mie guance pallide.

Ultimamente non mangio molto, bevo soltanto tanta acqua.

Sto male, non mi sento bene, a parte fisicamente, anche mentalmente.

Non so, mi sento come se volessi sparire da un momento all'altro, come se non avessi più voglia di stare qui.

-Nessuno- mi tiro indietro e asciugo le lacrime.

-Dimmelo, cazzo, Aurora! Sai che puoi dirmi tutto, io e te siamo una sola cosa- tenta di avvicinarsi, ma lo respingo, mentre nelle mente riaffiorano cattivi ricordi: pugni, insulti e schiaffi da parte di mio padre nell'ultimo periodo.

Sto davvero messa male, addosso sono piena di lividi, non capisco il perché di tutto questo male. Cosa ho fatto di così tanto brutto da meritarmi tutto questo?

Scuoto la testa ed altre lacrime sfuggono al mio controllo.

-E-eravamo- balbetto.

Luca aggrotta le sopracciglia, mentre io avverto un enorme vuoto dentro.

-Che cosa vuol dire?- mi domanda spaesato, come se stessi parlando in un'altra lingua.

-È finita, Luca- dico.

Silenzio assoluto.

UN CAOS PER DUE//CAPO PLAZA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora