Anno nuovo, vita nuova.
Quest'anno voglio voltare pagina, ho bisogno di pensare a me stessa, ho voglia di ricreare la mia vita, basta sofferenze, basta tutto ciò che è nocivo.
Una mano mi picchietta la spalla, così mi volto ed incontro gli occhi scuri di Nicolò.
-Ehi- sfoggio un piccolo sorrisetto.
-Piccola, come stai?- mi domanda.
Ho l'aria stanca, stanotte non ho dormito tanto, perché ho dovuto subire schiaffi e pugni di mio padre, ma appena aperti gli occhi, ho subito messo una pietra sopra su tutte le sue violenze.
Non voglio pensare a niente, non voglio dire nulla nemmeno a Nicolò, tantomeno a Luca per non farli preoccupare, tanto so gestire bene mio padre, in fin dei conti, è pur sempre mio padre.
-Sto bene, ho dormito poco e niente stanotte perché avevo mal di stomaco. Ieri sera ho cucinato la pasta e si è messa sullo stomaco, tu invece? Come stai?- mento sfoggiando un altro sorriso, cercando di farlo sembrare il più sincero possibile.
Mi scruta attentamente, poi sospira.
-I lividi sui polsi sembrano freschi, Aurora. Cosa ti è successo?- afferra il mio braccio, faccio per ribattere, ma mi alza le maniche e scorge, oltre ai lividi, i miei tagli.
Sì, sono diventata autolesionista. Mi fa stare bene, è il mio unico sfogo.
-Che cazzo sono questi? Mi spieghi per quale fottuto motivo ti stai tagliando, eh?- alza il tono di voce.
Lo so, io e Nicolò ci conosciamo da poco tempo, ma è come se ci conoscessimo da sempre.
Abbiamo legato tanto, io tengo a lui e lui tiene a me, ecco il perché di questa brutta reazione.
-Mi sfogo, così mi libero- scrollo le spalle e mi abbasso la manica, incrocio le braccia al petto e lo guardo negli occhi.
È arrabbiato, proprio tanto.
-Ma ti ascolti quando parli? Che razza di sfogo sarebbe farsi dei tagli sulle braccia, mh? Lo sai che se becchi una vena per sbaglio puoi dire "addio" alla tua vita? È questo che vuoi?- i suoi occhi sono lucidi e pieni di rabbia, i miei iniziano a bruciare.
Trattengo dei singhiozzi e abbasso lo sguardo.
Nicolò si avvicina a me e con le dita mi alza il volto.
-Piccola, dimmi cosa ti sta succedendo- borbotta.
-Se è tuo padre il problema, puoi venire a stare da me o puoi perfettamente andare a stare da Luca. Noi non ti cacciamo, ma ti prego, parlane. Se non vuoi parlare con noi, fallo con qualche tua amica, qualunque persona, basta che non ti tieni tutto dentro, per favore, Aurora. Peggiori soltanto le cose, capisci? Io per una storia simile ho perso la persona che amavo di più al mondo, non posso e non voglio veder morire anche te, okay? Quindi cazzo, giurami che non lo farai più- afferra il mio volto tra le mani, sta tremando, è incredibile come trema.
-Mai più- aggiunge accarezzandomi, abbasso la testa e mordendomi le labbra, lascio libere le mie lacrime.
-Piccola...- sussurra vedendomi distrutta.
Il mio intento è voltare pagina, il punto difficile è mettere in pratica ciò. Mi sembra di non avere una via d'uscita, mi sembra di soffocare, di annegare.
Ho paura, cosa mi riserverà più la vita?
-Sto bene, sto bene- ripeto asciugandomi le lacrime.
Si stacca dalle mie braccia e incrocia i miei occhi rossi a causa delle troppe lacrime.
-Oggi niente scuola, va bene? Ti sequestro- ridacchia, cercando di sdramatizzare un po'.
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UN CAOS PER DUE//CAPO PLAZA
FanfictionDicono che le cose inaspettate siano le più belle, o almeno quelle cose che in qualche modo ti stravolgono i piani. Aurora Rossi ha diciotto anni e frequenta un liceo in una città della regione Campania: Salerno. Non vede l'ora di prendere il diplom...