27

1.3K 35 7
                                    

Aurora's pov

Sono in classe da circa mezz'ora, ma Luca ancora non è arrivato. Dovrei stare in pensiero?

Forse ha deciso di restare a casa sua con sua madre, visto che quella donna è in astinenza.

Spero che dopo questo avvenimento le cose tra me e Luca non cambino, non potrei sopportarlo, mi sentirei morire.

Greta entra in classe, non ci vedevamo da un po', viene vicino a me e si siede, per poi sospirare.

Sembra preoccupata.

-Che hai?- le chiedo.

Prende il libro dal suo zaino e lo posa sul banco.

-Per caso sai cosa fa Luca dopo scuola o comunque cosa fa nella sua vita in generale?- borbotta quasi come se stesse rivelando un segreto.

-Perché?- ribatto alzando un sopracciglio.

-Non avrei voluto dirtelo, ma devo- i suoi occhi si cristallizzano e mi stringe immediatamente la mano.

-Cosa succede, Greta? Mi sto preoccupando seriamente- deglutisco, sento il mio cuore galoppare velocemente, quasi mi arriva in gola.

Mi guarda negli occhi.

-Poco distante da qua c'è stata una sparatoria- dice diretta, sgrano gli occhi e inizio subito a piangere.

-Luca sta morendo, Aurora- confessa  dopo pochi secondi.

-C-cosa?- balbetto.

-È impossibile, che cazzo stai dicendo?- urlo.

-Ragazzi D'Orso è in ospedale, è in pessime condizioni- spiega Mattia leggendo sul suo telefono.

Deglutisco e avverto un malessere fortissimo nel petto.

-Aurora...- Greta mi accarezza le guance.

-Luca ha a che fare con la camorra- spiega ed io verso infinite lacrime.

-Non me ne frega un cazzo, non mi interessa. Lui è buono, io sono innamorata di lui. Andiamo in ospedale- dico alzandomi dalla sedia.

-Sì, certo- ribatte con aria triste.

Sono distrutta, sto piangendo come una matta.

Ci rechiamo verso la porta ed usciamo: la prof. è nel bagno e non mi importa se quando rientrerà non ci troverà in classe.

In questo momento Luca prevale su tutto.

***

Siamo arrivate in taxi, ho il cuore in gola, ho mandato tre volte a fanculo l'autista, perché non si muoveva.

-Luca sta morendo- ripeto a bassa voce.

Greta mi guarda ed un attimo dopo mi stringe forte a sé, come non ha mai fatto prima d'ora.

Le lacrime continuano a scendere insistenti sulle mie gote, sto malissimo, sento un vuoto enorme dentro, non riesco a respirare, mi sento morire.

Luca non può morrie.

Luca non deve morire.

-Fatti forza, dai- scioglie l'abbraccio e mi asciuga le lacrime.

-Luca è una gran testa di cazzo, ormai tutti lo sanno, ma è anche un ragazzo molto forte. Vedrai che ne uscirà vivo da questo fottutissimo ospedale, questo è solo un piccolo ostacolo che deve superare, nulla di più. Stai tranquilla che tutto si aggiusta- mi spiega, cerco di sorridere ma con scarsi risultati ed infine entriamo.

Il mio cuore sta perdendo battiti.

Mi sento soffocare sempre di più ad ogni passo.

Perché non mi ha mai detto che ha a che fare con la camorra? Per quale assurdo motivo me l'ha sempre tenuto nascosto?

Fino a stamattina ero soltanto consapevole del fatto che fumasse erba, ha cominciato quando ha capito che la sua vita è sempre stato un casino, non riusciva a digerire l'idea che suo padre l'avesse abbandonato e si è rifugiato nella cannabis, ma non mi aspettavo che avesse a che fare con un clan.

Mi avvicino ad un dottore anziano, non ha capelli, ha i baffo bianco e due occhi color ghiaccio.

-Mi scusi, potrei sapere come sta il ragazzo che è stato trasportato qui a causa di una sparatoria avvenuta non troppo lontano?- domando all'uomo.

Sto tremando tutta, mi sento sempre di più venire meno, ho la testa che mi scoppia e gli occhi che mi bruciano da far paura.

-Signorina, innanzitutto lei chi è?- ribatte mezzo seccato.

-Non posso dare informazioni sui miei pazienti se non si tratta di parenti stretti, sono questioni delicate- dice l'uomo.

-Senta cosa cazzo me ne frega delle sue questioni delicate, in quel fottutissimo letto c'è il mio ragazzo, okay?- urlo indicando un punto impreciso.

-Si calmi, signorina- ribatte il dottore.

-Voglio sapere come sta il mio ragazzo!- esclamo tremando come una foglia, Greta cerca di farmi calmare, ma il risultato è che mi sto agitando sempre di più.

L'uomo sospira.

-Il proiettile gli ha forato la coscia, provocando un'emoragia. Ora è in coma, non si sa se si risveglierà- mi spiega.

Non appena sentite quelle parole sgrano gli occhi, mi copro la bocca con le mani e sento il mio cuore spezzarsi in infiniti pezzi.

Cazzo no, questa non è la realtà, non è vero, è soltanto un incubo.

Io e Luca stiamo nel letto a casa, io sono sul suo petto, questo è soltanto un incubo. Non è vero nulla.

Più ripeto mentalmente che si tratta di un incubo, più mi rendo conto che sto vivendo la realtà.

Sto malissimo, mi sento a pezzi.

-Lo faccia r-risvegliare- balbetto.

-Signorina, io non posso fare nulla per James, deve essere lui forte così tanto per potersi risvegliare- dice.

-La prego, faccia qualc...- mi blocco realizzando il fatto che non abbia  nominato nessun Luca, ma James.

-J-James?- balbetto incredula.

-Stiamo parlando di James Leonardi, no? Lei è la sua ragazza, giusto?- mi domanda il dottore, per un momento mi blocco e guardo negli occhi la mia amica, per poi guardare negli occhi l'uomo.

-In quel letto non c'è Luca D'Orso?- domando col fiato sospeso ed il cuore a mille.

Il signore scuote la testa e avverto sensazioni differenti.

-Ho sparato io James- espone improvvisamente una voce alle mie spalle, rimango immobile, per poi girarmi e non credere a ciò che i miei occhi mi stanno mostrando.

UN CAOS PER DUE//CAPO PLAZA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora