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Handong era stupenda, quella sera. Il vestito le stava benissimo, e lei risplendeva quasi più di tutte le luci, attaccate al soffitto della palestra. Aveva arricciato i capelli, e questi le ricadevano molto elegantemente sulle spalle.

Era sicuro fosse la ragazza più bella di quel ballo, niente da togliere alla altre, ma ad Handong bastava poco, per essere mozzafiato.

Ricordava quando l'aveva conosciuta: nessuna ragazza lo aveva mai fatto sentire così tanto insicuro. L'aveva vista in un giorno qualsiasi, era con Donghyuck, mentre lei, disorientata, non sapeva come trovare la sua classe.

"Da quel momento in poi, ho iniziato a ferirlo...era davanti ai miei occhi, ed io sbavavo, per quella ragazza appena arrivata dalla Cina."

Avrebbe potuto fare qualcosa prima, per impedire che i sentimenti che Donghyuck provava, lo portassero a soffrire in silenzio, per così tanto tempo? Lo aveva letteralmente torturato, anche solo mentre guardava Handong per la prima volta.

Era sempre stata bellissima, se ne era innamorato praticamente subito, e chissà quanto male aveva fatto, al suo piccolo Donghyuck.

Quella sera la sua ragazza aveva superato le sue aspettative, non  era mai stata così tanto spettacolare. Alcuni ragazzi la guardavano con invidia,  lanciando anche sguardi astiosi e invidiosi, a Mark, che in risposta non li calcolava minimamente.

Non era geloso, come avrebbe dovuto esserlo in realtà, e forse perché era sicuro di quanto lo amasse Handong. Non avrebbe mai guardato nessun ragazzo che non fosse Mark, ne era sicuro, almeno finché non avrebbero deciso di lasciarsi.

Non doveva temere nessuno, Mark, mentre lei...non sapeva che in quel momento avrebbe dovuto preoccuparsi di Donghyuck, perché il suo cuore impazziva tutte le volta che pensava a lui. Non poteva sapere quando desiderasse le sue labbra, la sua presenza, il suo sguardo, o anche molto semplicemente quella voce giocosa e infantile, nelle orecchie.

Il giorno in cui aveva conosciuto Handong aveva guardato alle sue spalle, ignorando completamente quello che si ritrovava davanti. Aveva già amore, puro e disperato, malinconico e represso. Il modo di amare di Donghyuck era speciale, sembrava quasi che questo riuscisse a distruggerlo, e per quanto tentasse di scapparne, alla fine ritornava sempre indietro, dal suo Mark.

Questa volta sembrava davvero finita, e non voleva crederci.  Ancora tentava in modo molto patetico di parlargli, di avere le sue attenzioni, di farlo tornare indietro, e di farsi perdonare. Ma per cosa, esattamente, un'amicizia che non esisteva più?

Lo aveva detto chiaramente, non riusciva a stargli vicino, perché lo amava ancora. Non voleva avere la sua amicizia, ma allo stesso tempo, amarlo, lo terrorizzava. Cosa avrebbe dovuto fare?

Mark voleva davvero, ancora, avercelo solo come amico? La mancanza che lo stava soffocando non era quella di un semplice amico, neanche i desideri che provava, lo erano.

Mentre bellava con la sua ragazza, stringendole le mani sui fianchi, lei teneva la testa poggiata sul suo petto, lasciando che la musica, bassa e calma, quasi rilassante, li guidasse insieme in un posto del tutto differente dalla realtà, anche se questa trovava sempre il modo di raggiungere Mark, e il centro dei suoi pensieri: Donghyuck.

Hyuckie, Hyuckie, Hyuckie...perché non potevano dimenticarsi entrambi, nello stesso modo, lasciarsi andare indolore? Perché doveva continuare a pensare a lui? Più tentava di scacciare via il suo ricordo, più questo lo ricordava. E come fare, dal momento che non voleva neanche lasciarlo andare davvero? Una parte di lui voleva restasse nella sua testa, un punto fermo, perché...perché Mark provava qualcosa, per lui.
Qualcosa di molto forte, di cui aveva addirittura paura.

I Hate you, I Love you~MarkhyuckDove le storie prendono vita. Scoprilo ora