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Odiava quel posto. Insomma, il thé era sempre buono, ma Handong lo trascinava lì, praticamente ogni giorno, e stava diventando così tanto abituale, da dargli sui nervi.
Lo rendeva...triste, la calma di quel luogo. Gli faceva pensare a Donghyuck, si poneva delle domande su se stesso, e vivere dietro alla sua migliore amica, sperando che prima o poi il dolore passasse.

Non era male, insomma, passare il tempo con lei, mangiare vegetariano, partecipare a proteste a difesa degli animali, e farle compagnia ovunque, come fosse la sua ombra, ma certe volte passava la maggior parte del tempo ad annoiarsi o a chiudersi in se stesso.

Handong lo trascinava sempre nel suo mondo, facendo quelle cose tipiche da..."buonisti", forse? E non perché volesse riscattare la sua anima, così da poter finire al paradiso, ma perché credeva fermamente nei suoi ideali, e a Mark non restava altro che seguirla, dal momento che non gli permetteva di restare solo a stare male. Il problema?
Necessitava di poter stare male in santa pace, almeno per pochi secondi...voleva poter crollare, e smetterla di fingere che tutto andasse bene.
Gli sembrava troppo che ogni cosa avesse perso senso, si lasciava trascinare dagli eventi, e non sapeva più come portare avanti la sua vita in modo autonomo. Aveva perso l'unica persona che da sempre dava significato alle sue giornate: neanche ricordava come avesse fatto a vivere senza, prima di conoscere Donghyuck.

Viveva tra Handong, le sue chiacchiere, la scuola opprimente, e la voglia matta di dare capocciate al muro, per il nervosismo di quel tutto. Desiderava soltanto di riuscire ad andare avanti, e di fregarsene, invece era costretto a sopportare se stesso più di qualsiasi altra cosa.

Non ci stava riuscendo. Ovviamente no. Non poteva seriamente andare avanti. Dubitava da sempre che potesse seriamente riuscirci, anche quando pensava che magari, con il passare dei giorni, quella situazione sarebbe gradualmente cambiata da sola.
Ci sperava davvero, con tutto se stesso. Si aggrappava tantissimo al pensiero che potesse seriamente bastare solo il tempo, a cancellare Donghyuck dai suoi ricordi, e dalla sua vita. Il problema però persisteva...non voleva rinnegare l'amore provato per lui, e sicuramente non lo avrebbe mai davvero fatto, sperava soltanto che iniziasse a fare meno male.

Ripensava spesso al loro ultimo bacio, e non avrebbe mai potuto immaginare che qualcosa di così dolce, si sarebbe concluso con...quello. Si era sentito così tanto stupido, quando aveva realizzato che il suo era un addio. Era stato come perdere la terra da sotto i piedi, e cadere nel vuoto. Sapeva che non era stata la paura a paralizzarlo, come in passato, ma il sapere che Donghyuck era troppo rotto, per tutte le volte che aveva provato ad accettare il suo amore, per tentare un'ultima volta.

<<Mi stai almeno ascoltando?!>> sbottò Handong, ruotando gli occhi al cielo, quando notò che stava fingendo ancora una volta di trovare interessante le loro solite proteste da animalisti. Mark doveva ammetterlo: aveva sentito la sua voce arrivargli alle orecchie, ma l'aveva seriamente ignorata, e gli dispiaceva, ma di solito Handong parlava sempre a dirotto, e stentava a stargli dietro, principalmente perché i suoi argomenti, dopo un po', avevano iniziato ad annoiarlo a morte. Insomma, a lui mangiare le mucche non dispiaceva! <<Guarda che non devi necessariamete sentire tutto quello che ho da dirti...almeno qualche parola, per capire cosa sta succedendo!>>  borbottò, indignata, ma anche rassegnata. Non era la prima volta, insomma...

Avrebbe voluto scusarsi, ma non voleva dirgli apertamente che non riusciva a stare bene, perché pensava ancora al suo Hyuckie, ed anche per questo non era mai seriamente partecipe delle sue piccole lotte.

<<...hai compratuna borsa nuova?>> ipotizzò, speranzoso, sforzando un leggero sorriso, nel tentativo quasi disperato di farsi perdonare <<o una gonna? Nuova e funzionante marca di...assorbenti?>>

I Hate you, I Love you~MarkhyuckDove le storie prendono vita. Scoprilo ora