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Fortunatamente, quando ormai era esausto,  e pensava che cercarlo anche lì sarebbe stato assurdo, lo trovò: seduto contro il muro, chiuso su se stesso, a fissare il vuoto, e quasi Hyuckie stentava a credere che fosse reale.

Neanche sembrava essersi accorto della sua presenza, nonostante la porta si fosse chiusa da sola, alle sue spalle, sbattendo rumorosamente. Quel rumore non lo aveva minimamente scosso, e neppure il freddo, che aveva invaso la pelle pallida di Jaemin di brividi, riusciva a smuoverlo. Anche se a momenti si sarebbe messo sicuramente a piovere, voleva comunque restare lì.

Lentamente, decise di provarci ancora, e di sedersi accanto a lui. Era esattamente come avvicinarsi ad una bomba pronta ad esplodere, e allo stesso tempo a un fiore super delicato. Non voleva più ferirlo, o illuderlo, nella speranza che gli restasse ancora vicino, sperava infatti che accettasse tutto quello che avrebbe voluto dirgli, anche se forse così facendo rischiava di ferire i suoi sentimenti.

"Non scappare, non scappare, non scappare!" ripeté più volte, nella sua mente. Credeva quasi che Jaemin non lo avesse visto, invece era abbastanza sicuro che lo stesse semplicemente ignorando, o che stesse pensando ad altro.

Si comportava come se, per la prima volta, da dopo quel litigio, la sua presenza andasse bene, purché non gli parlasse, e quindi, Hyuckie, indeciso, non sapeva se aprire la bocca, o toccargli la spalla, sperando gli concedesse vere e proprie attenzioni.

Purtroppo per entrambi, ne aveva di cose da dire.

<<Hey...>> sussurrò, ansioso, a voce bassa, sperando che i suoi tentativi di dialogo non lo turbassero nuovamente più del necessario.

Sapeva di essere irritante. Lo sapeva. E quasi si odiava, perché non riusciva proprio a farne a meno. Voleva soltanto ricuperare ciò che aveva perso, a tutti i costi.

Questo voltò poco a poco la testa, a quando lo vide, semplicemente, rassegnato, tornò a guardare il cielo nuvoloso.

Donghyuck tentò di ingoiare e mandare giù tutta l'amarezza che in quel momento lo investì. Una crepa di era appena formata sul suo cuore, ed era difficile accettare che Jaemin probabilmente pensava alla sua presenza come ad una seccatura.

"Sarebbe meglio andare via..." si disse, stringendosi su se stesso, a causa del freddo "non vuole parlarmi. E neanche vedermi. Perché insisto? Sono uno stupido."

<<Mi hai trovato...ancora>> borbottò Jaemin, contrariato, interrompendo i suoi pensieri. Fu come ricevere una coltellata in pieno petto, ma nonostante ciò decise di restare, e di tentare fino all'ultimo. Ci teneva troppo, per lasciarsi abbattere così <<perché non capisci? Non ti sto chiedendo molto>> continuò, corrucciato.

<<Bella domanda>> sospirò. Non lo sapeva neanche lui, il vero motivo, temeva soltanto che se avesse fatto come gli diceva, prima o poi lo avrebbe perso per sempre <<non lo so neanche io, mi sento uno stupido>> ammise, e finalmente Jaemin si voltò nuovamente a guardarlo. Nei suoi occhi riuscì quasi a leggere un po' di compassione.

Donghyuck non voleva proprio saperne, di rinunciare a lui. La loro storia d'amore non era andata bene, ma non per questo voleva perdere una delle persone più importanti della sua vita. Non era giusto che dopo una rottura, si perdessero.

Da quando era arrivato per rubargli il dolce a pranzo, o per aiutarlo a prendersi cura di se stesso quando stava male, Jaemin era diventato la sua salvezza. Loro due non potevano seriamente essere come tutte quelle coppie, che dopo essersi lasciate, si odiavano, o si incolpavano a vicenda.

"Non noi due" continuava a convincersene, e ci credeva davvero.

La colpa era sua, e lo riconosceva appieno. Jaemin era innocente, e lui, amandolo, non desiderava altro che riavere la sua amicizia. Questa volta sarebbe stato migliore e diverso, per entrambi.

I Hate you, I Love you~MarkhyuckDove le storie prendono vita. Scoprilo ora