CAP 2

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Dopo qualche minuto sul taxi da me chiamato, arrivammo davanti a una bella casa bianca, con un giardino abbastanza grande e un parchetto dall'altra parte della recinzione. Avevo cercato di trovare la casa più adatta per far vivere al meglio i miei figli, e nonostante facessi molti sacrifici per permettermela, ero felice di averla trovata.

"Wow! Qui posso giocare a palla quando voglio!"

Disse Nico rimanendo a bocca aperta. Con sguardo soddisfatto mi rivolsi a mia figlia:

"E tu che ne pensi?"

Fece l'indifferente, ma notai un leggero stupore anche nei suoi occhi.
A Milano non avevamo mai avuto una casa molto grande e mai avevamo avuto un giardino. Spesso portavo i bambini ad un parco per farli giocare, ma non era semplicissimo perché occorreva spostarsi in auto.

"Carino"

Poi cominció a guardarsi intorno.

"Forza, entriamo!"

Dissi, infilando le chiavi nella serratura.

Appena aprii la porta, Nico si fiondó all'interno, curioso di conoscere la sua nuova casa.

"Che bella!"

Disse tutto contento. In effetti era proprio una bella casa. Grande e spaziosa, a due piani. Erano presenti tre camere da letto (una per me, una per Nico e una per Luce, che ormai aveva bisogno dei suoi spazi e non voleva più stare in camera con il fratello), un salotto contenente un bellissimo divano in pelle nera che si affacciava su un televisore abbastanza grande, due bagni, una cucina e uno studio.

"Andate a vedere le camere"

Intimai i ragazzi.

Finalmente Luce mi fece un sorriso.

"È molto bella!"

"Perfetto, vai a sistemare le tue cose"

Le dissi.
Mentre si allontanava allegramente attirai la sua attenzione ricordandomi un particolare.

"Tira fuori dagli scatoloni del trasloco anche i libri di scuola. Domani è il primo giorno e devi essere pronta."

Il sorriso dal viso di mia figlia sparì subito.
Era stata molto dura farla separare dalle compagne di scuola, soprattutto da quelle che erano le sue migliori amiche ( Aurora e Chiara) e ora non voleva conoscere nessun nuovo amico. Un po' la capivo, ma la sua era solo paura e prima o poi avrebbe dovuto vincerla.

"Io non ci vado!"

"Tu ci vai eccome!"

"Non voglio!"

Cominciò ad alzare la voce.

"Ti ci vai, e senza fare storie!"

"Ti odio!"

Disse rifuguandosi in camera sua sbattendo la porta.
Sapevo di avere ragione, ma le sue parole mi ferivano ogni volta. A scuola ci doveva andare per forza, ma mi sentivo in colpa per averla separata da tutti i suoi amici.
Cercai di non pensarci e di lasciarla sbollire da sola in camera, così, dopo essermi assicurata che anche Nico avesse preso posto nella sua nuova cameretta, presi il telefono e digitai il numero che ormai sapevo a memoria da tanto tempo.

"Ciao Marghe! Sei arrivata?"

Rispose subito.

"Stella! Si siamo qua."

"Non vedo l'ora di vederti!"

"Anche io. Ne ho proprio bisogno."

"Facciamo così, fra una mezz'oretta davanti al nostro bar."

"Ci sto"!

Sorrisi ripensando al bar in cui avevamo passato i momenti migliori.

"Allora a dopo!"

Chiusi la telefonata. Nonostante la distanza io e Stella eravamo rimaste molto amiche e non ci eravamo perse di vista mai. Negli ultimi anni era stato difficile vederla dal vivo, ma mediante chiamate e videochiamate ci sentivamo sempre. Lei era proprio felice. La sua storia con Adriano ancora andava avanti dopo ben quindici anni. Lei voleva un figlio, ma lui ancora non si sentiva pronto. Più volte le avevo detto che ormai alla nostra età (trentacinque anni compiuti) era meglio darsi una mossa. Probabilmente anche lei se ne era resa conto e continuava a insistere con Adriano, che le aveva chiesto di sposarla. Di lì a poco si sarebbe celebrato il matrimonio dei miei migliori amici ed ero proprio contenta di essere lì con loro. Contenta, ma con diversi rimorse. Ora che io ero -quasi- felice, la mia unica figlia femmina era con il morale a terra.
Dopo aver sistemato alcune cose, mi recai in camera di Luce.

"Posso?"

"Entra."

Disse con voce roca.

Appena entrata, notai sulla scrivania quaderni e libri per la scuola.

"Vedrai che andrà tutto bene"

Cercai di rassicurarla.
La abbracciai forte.

"Lo spero."

Passammo qualche altro minuto a parlare, poi la avvisai che sarei uscita.

"Dopo esco per un oretta circa. Dai un'occhiata a tuo fratello"

"Va bene"

Disse soltanto. Ormai era grande e mi fidavo abbastanza per lasciarla a casa da sola.

Dopo aver constatato cosa stesse facendo Nico, uscii di casa, respirando l'aria della bella Roma.

LUCE POV.

Quando mia madre finalmente uscì, aprii il mio computer portatile che mi ero portata da Milano, ed entrai subito su skipe, cercando di collegarmi con le mie migliori amiche.
Appena sullo schemo comparsero le loro facce cominciai ad urlare.

"Ragazze!!!!"

"Luce!"

Dissero all'unisono.

"Come stai?"

Mi chiese Aurora.
Aurora era la più spigliata del nostro piccolo trio. Estroversa al massimo e brava con le parole. Solare e socievole. Anche nell'aspetto fisico non scherzava. Alta, magra e senza un filo di grasso ne sulla pancia ne sulle gambe. I capelli biondo cenere e gli occhi celesti le davano un aspetto angelico, anche se un angelo non lo era proprio. Insomma, era la ragazza più invidiabile della mia scuola.
Anzi, della mia ex-scuola.

"Tutto bene! Anche se domani ricomincia scuola e non sono con voi."

Dissi tristemente.

"Anche per noi sarà dura senza di te!"

Disse l'altra mia migliore amica Chiara. Anche Chiara era abbastanza carina, leggermente in carne e non particolarmente alta, ma il suo corpo era perfettamente proporzionato. I suoi occhi azzurri e i suoi capelli neri la rendevano molto desiderabile. Era la più timida delle tre, spesso faceva fatica ad ambientarsi in luoghi nuovi e con persone nuove, ma insieme riuscivamo a fare tutto. Come avrei fatto senza di loro?

Parlammo del più e del meno per circa mezz'oretta, poi fui costretta a chiudere la chiamata, le mie amiche dovevano ancora finire i compiti delle vacanze che anche a me erano stati assegnati ma che non avevo minimamente guardato. Tanto non me li avrebbe chiesti nessuno.
Avrei affrontato la seconda superiore del liceo Classico Tradizionale di Roma da sola. Non sarebbe stato facile. Mi sdraiai sul letto e fissai il soffitto a lungo, come se potesse darmi le risposte che cercavo.

 IL CAPOLAVORO CHE È IN ME 2 // ULTIMO Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora