CAP 35

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"Metti pure tutto lì sopra"

Dissi indicando la tavola con un sorriso molto tirato. In quel momento avrei voluto soltanto mettermi a piangere come un bambino perché il mio cuore era ridotto in uno straccio. Stavo male ma non potevo darlo a vedere. Dovevo essere forte e dimostrare che ero un uomo e che sapevo gestire i miei sentimenti. Se fossi scoppiato a piangere avrei fatto la figura del cojone e la mia reputazione sarebbe scesa fin sotto terra. Inoltre Adriano mi avrebbe preso in giro per una vita intera e avrei dovuto spiegare troppe cose a Federica e soprattutto a Margherita. Magari fosse tutto così semplice come nelle favole, dove il lieto fine arriva sempre. Sfortunatamente la vita non è così. Il bel finale strappalacrime spesso esiste solo nei nostri sogni e pensieri.

Osservai i ragazzi correre verso il loro tavolo e fare a gara per prendere i posti più vicini ai vassoi di salsiccia. Mi sarebbe tanto piaciuto tornare ad essere spensierato come loro. Tornare alla loro età, dove anche se sbagli ti rialzi, dove ogni errore può essere soltanto costruttivo e ti spiana la strada giusta. Magari.

LUCE POV.

Ci eravamo appena fiondati nel giardino di Tommaso dove erano stati allestiti i tavoli per mangiare. Fino ad ora era stata una piacevole serata. Ero stata con Tommaso e mio fratello nella cameretta della sorellina di Tommaso, Elettra. Avevamo scherzato e parlato. Tommaso mi faceva morire dal ridere. Prendeva in giro la sorella e i suoi giochi ed io e mio fratello eravamo stesi sul letto piegati in due dalle risate che provocavano quei simpatici battibecchi fra fratelli a cui avevo anche spesso partecipato.
Elettra era molto simile a sua madre e non sembrava per niente sorella di Tommaso. Stessi capelli biondi della madre, occhi blu oceano presi anche essi dalla donna e lineamenti dolci esattamente identici. Era una bambina un po' testarda e solitaria, ma molto simpatica e carina. Era diventata molto amica di Nicodemo, si vedeva da come lui cercava di difenderla dallo stuzzicarla di Tommaso. Erano molto carini e questa coincidenza di amicizie (io e Tommaso, Nico ed Elettra) mi faceva molto ridere.

Eravamo in un tavolino da quattro, io avevo alla mia destra il mio fratellino e a sinistra Elettra. Tommaso era davanti a me.

"Ragazzi vi siete lavati le mani?"

Chiese mia madre avvicinandosi a noi.

"Certo!"

Rispondemmo in coro.

"Bene, allora potete mangiare"

Disse servendo sul nostro piatto una squisita salsiccia a testa. Durante il pasto scherzammo e parlammo, ma ci concentrammo soprattutto su quello che avevamo sul piatto, continuando a mangiare fino a scoppiare.
I grandi intanto facevano un piccolo aperitivo composto da patatine, noccioline e cose da bere. Aspettavano che noi fossimo sazi per poter mangiare anche loro.

"Avete finito?"

Chiese Elettra dopo essersi pulita la bocca con un tovagliolino rosa.

Presi un sorso di coca cola e risposi.

"Io si."

"Anche io"

Risposesero in coro Nico e Tommaso.

"Andiamo a giocare a nascondino?"

Chiese tutta eccitata la piccola Elettra.

"Nascondino? È da un sacco che non ci gioco..."

Dissi rivangando i bei tempi della mia gioventù, di quando andavo con mio padre nel parchetto vicino casa e giocavo con gli altri bambini a nascondino. Io vincevo sempre perché mio padre mi aiutava  a nascondermi nei posti più introvabili. Era un asso in quel gioco.

"Perché no? Io ci sto."

Disse Tommaso, seguito dall'approvazione di mio fratello che come sempre non vederva l'ora di correre all'aria aperta. Era sempre stato un po' iperattivo.

"E va bene."

Ci alzammo da tavola e lasciammo lo spazio ai grandi per permettergli di mettersi a tavola e fare i loro discorsoni che noi non potevamo assolutamente ascoltare.

MARGHERITA POV.

Quando finalmente i ragazzi si alzarono da tavola per andare a giocare, non ebbi neanche il tempo di girare lo sguardo che Adriano e Niccolò si erano già fiondati sulle salsicce. Erano proprio come dei bambini. Non sapevano aspettare e non vedevano l'ora di mettere qualcosa sotto ai denti, dato che due patatine e due noccioline non avevano saziato nessuno. Sorrisi nel vedere quella secena. Probabilmente per avermi notata, Fabrizio si avvicinò a me e mi cinse con le mani i fianchi. Poi mi stampó un bacio sulle labbra.

"È molto bello qui. Si respira aria di famiglia."

Disse poi sussurrandomi all'orecchio. Sorrisi.
Fabrizio aveva sempre desiderato creare una famiglia tutta sua, ma non ne aveva avuta l'occasione. Si era lasciato con la sua compagna prima di poter avere dei figli, che da sempre sognava. Ora poteva aiutarmi a crescere i miei di figli, ma non era la stessa cosa. Non erano figli suoi e loro non l'avrebbero mai riconosciuto come una figura paterna. Ma chissà, magari con il tempo sarebbe arrivato un figlio tutto nostro. Era strano fare questi pensieri, soprattutto ora che la nostra storia era appena iniziata e che già traballava a causa dei miei confusi sentimenti. Però dovevo guardare in faccia la realtà, se avessi deciso di restare con Fabrizio (cosa più plausibile dato che con lui stavo molto bene) sarebbe anche potuta esserci questa opzione. E la cosa non mi dispiaceva affatto. Fin da piccola avevo sognato di avere tre figli. Ora che ne avevo due, il terzo poteva sempre arrivare.

"Hai ragione."

Dissi sussurrando anche io al suo orecchio.

"Hey begli innamorati, vi mettete a tavola anche voi o mangiamo tutto noi?"

Chiese Stella con il suo solito dolce garbo.

"Non ci provate! Arriviamo."

Dissi. Poi mi posizionai vicino a Stella, seguita da Fabrizio che si sistemò al mio fianco.

Dopo esserci tutti riempiti i piatti di cibo, Federica tornó all'attacco per rovinare la nostra quiete. Ma chi l'aveva invitata?

" Scusate per la domanda, ma voi due da quanto state insieme?"

Chiese indicando me e Fabrizio.

"Oh, non da tanto. Da soli pochi giorni, ma è stato subito amore."

Disse lui guardandomi negli occhi.
Sorrisi, ma non mi passò inosservata la faccia di Niccolò, che sembrava parecchio irritata. Il mio cervello mi faceva dei brutti scherzi.

"Ma allora Marghe sei stata sempre sola dopo la rottura con Niccolò?"

Chiese con il suo solito sguardo da oca.

Era tornata all'attacco.

 IL CAPOLAVORO CHE È IN ME 2 // ULTIMO Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora