CAP 44

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FABRIZIO POV.

Ero stanco morto, ma mi ero comunque rimesso in viaggio per tornare alla festa di matrimonio di Adriano e Stella. Non che ci tenessi più di tanto, ma volevo passare più tempo possibile con Margherita. In quei giorni ci eravamo avvicinati un sacco, ormai la sentivo parte integrale della mia vita e speravo che per lei fosse lo stesso. Ero molto felice insieme a lei, avevo finalmente trovato una donna che mi amasse e mi apprezzasse per quello che ero. Sembra facile, ma non è da tutti accettare ogni singolo difetto o imperfezione dell'altro. Margherita ci riusciva alla perfezione e con lei potevo essere liberamente me stesso, senza indossare maschere.

Dopo un'altra oretta di viaggio, finalmente parcheggiai la macchina nel grande parcheggio che si era in parte svuotato. Alla festa erano rimasti solo gli amici stretti degli sposi, che sarebbero potuti rimanere a dormire nelle numerose camere della villa o stare a festeggiare fino a tarda notte. Ancora non sapevo cosa avesse intenzione di fare Margherita, ma speravo che le andasse di rimanere a dormire. Avevo già percorso la strada molte volte e mettermi alla guida ancora una volta non mi andava tanto.

Entrai nella villa e mi guardai intorno. Le luci erano state abbassate e il dj pompava musica a palla, il tutto per dare come una sensazione di essere in discoteca. E l'illusione era perfetta. C'era coppie che si baciavano sui divanetti, persone che ballavano nella stanza dalla quale erano state tolte le sedie e gente che beveva seduta nell'angolo "bar".
Cercai di scrutare ad una ad una quelle persone, per riuscire ad intravedere Margherita. Sfortunatamente avevo il telefono scarico e non avevo possibilità di chiamarla per capire dove fosse. La mia ricerca si dimostrò un'impresa molto ardua. Le persone si muovevano e si ammassavano, inoltre le luci soffuse non aiutavano la mia visibilità. Però riuscii ad intravedere Stella che ballava con Adriano.
Mi avvicinai a loro.

"Ciao ragazzi"

Dissi allegramente per ottenere l'attenzione di entrambi. I due si girano verso di me e mi sorrisero.

"Weee Fabrì"

Adriano mi diede una pacca sulla spalla.

"Fabrizio! Come sei elegante"

Disse Stella scoppiando a ridere.

Si vedeva lontano un miglio che erano entrambi ubriachi.


"Grazie Stella, anche tu"

Dissi indicando il suo magnifico abito da sposa.
Lei annuì soddisfatta.

"Ti diverti?"

Chiese poi, continuando ovviamente a ridere come una scema.


"Oh, si. Molto. Sto cercando Marghe, l'avete vista?"


Dissi andando subito al punto.
Stella si soffermó un attimo a pensare, poi alzò l'indice.

"Prima mi sembrava di averla vista in compagnia di Niccolò nei tavolini. Poi però li ho persi di vista."

Ebbi un sussulto.
In compagnia di Niccolò?
Dovevo stare calmo. Infondo erano solo vecchi amici.
Solo vecchi amici.

"In compagnia di Niccolò?"

Richiesi per avere la conferma.

"Si. Erano proprio là"

Disse lei indicando un tavolino pieno di bottiglie mezze vuote di alcolici di tutti i tipi e di bicchieri usati.

Poi si giró dall'altra parte e ricominció a ballare con il suo novello marito.
Sapevo che non sarei riuscito ad estorcerle altre informazioni, era troppo ubriaca. Per questo lasciai perdere e mi allontanai.
Una parte di me non voleva credere a quello che mi aveva appena detto Stella: infondo era ubriaca e la sua storia non era plausibile al 100%. Mi duoleva dirlo, ma si, ero molto geloso. Soprattutto di Niccolò, che in passato aveva avuto una storia con Margherita. Lei però mi aveva assicurato che fra di loro fosse tutto finito, inoltre Niccolò stava con Federica. Dovevo stare tranquillo.

Cominciai a girare per la sala alla ricerca di persone che Margherita mi aveva presentato durante il ricevimento a cui avrei potuto chiedere se l'avevano vista.
Chiesi ad una ragazza, poi a un'altra. Nessuno però l'aveva incrociata durante la festa.
Poi intravidi un ragazzo, il cugino di Stella che avevo conosciuto poche ore prima e mi avvicinai a lui.

"Ciao, scusa se ti disturbo. Posso chiederti un'informazione?"

Dissi picchiettandogli sulla spalla per attirare la sua attenzione.
Lui si giró e fortunatamente pareva anche sobrio.

"Certo"

Disse sorridendo.

"Hai per caso visto Margherita da qualche parte?"

Lui rifletté un secondo, poi mi rispose.

"Si, l'ho vista salire le scale in compagnia di... Il cantante..."

"Niccolò?"

Chiesi aiutandolo a concludere la frase.

"Esatto, proprio lui. Ho sentito che la stava accompagnando in bagno a vomitare. Sai... Doveva aver bevuto un po' troppo"

Cercai di rimanere tranquillo e ringraziai cordialmente il ragazzo che mi era stato di grande aiuto.
Mi diressi immediatamente al piano superiore, con cuore che batteva a mille. Margherita aveva bevuto? Non era da lei. O almeno, pensavo che non fosse da lei. Cominciai a mettere in dubbio il mio avvicinamento alla mia compagna, che non sembrava più tanto vero. Ero sicuro di conoscere veramente Margherita Ruggeri? Non ne ero più così convinto.
Salii velocemente le scale e andai in bagno. La porta era chiusa. Appoggiai l'orecchio per percepire qualcosa, qualche rumore, qualche voce, qualche movimento. Niente.
Aprii e i miei sospetti risultarono fondati. Il bagno era vuoto.
Sconsolato uscii dal bagno.
Proprio quando stavo per scendere le scale notai un particolare. Tutte le porte delle camere da letto erano chiuse. Tutte ad eccezione di una, che era socchiusa. Mi avvicinai cautamente. Senza esitazioni diedi una leggera spinta alla porta che si spalancò.
Mi cascó il mondo addosso.
Il mio peggior incubo si avveró.
Le supposizioni alle quali mi rifiutavo di credere erano fondate.
Margherita e Niccolò erano stesi sul letto. Nudi. Di sicuro non avevano deciso di fare un sonnellino in compagnia. I loro abiti erano per terra sparsi nella camera, dalla quale usciva una terribile puzza d'alcol. Avevano bevuto e non poco. Stella aveva ragione.
Un istinto di rabbia attraversó il mio corpo. Sbattei la porta con una tale forza che i muri vibrarono. Ero sicuro però che i due amanti non si sarebbero svegliati. L'alcol li aveva trasportati nel mondo del sonno e non li avrebbe lasciati andare fino alla mattina seguente. Diedi un calcio alla porta del bagno. Cominciai ad urlare e a piangere. Tanto non mi avrebbe sentito nessuno con la musica così alta. Tanto non mi avrebbe soccorso nessuno. Era destino. Io dovevo vivere nella sofferenza, innamorandomi di donne stronze che calpestavano i miei sentimenti. La odiavo con tutto il mio cuore.



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Hey, volevo dirvi che mi si è rotto il collegamento delle cuffie nel cellulare quindi domani mio babbo lo porta ad aggiustare e probabilmente sarò senza per circa un mese... Intanto dovrò usare il mio telefono vecchio, che è abbastanza smonco. Non so se regge Watpad, spero di sì, però se non pubblico ogni giorno capitemi. Cercherò di fare il possibile ❤️🙄

 IL CAPOLAVORO CHE È IN ME 2 // ULTIMO Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora