"Eh si... È qua a Roma anche lui ovviamente.""Una sera di queste dobbiamo vederci... Tutti insieme. Sarebbe una bella rimpatriata. I nostri figli, io, tu, Stella, Adriano... Federica"
Pronunciai l'ultimo nome con meno enfasi, ma probabilmente non se ne accorse.
"Si, hai ragione."
"Ora scusa, ma devo andare. Mia figlia mi sta aspettando."
"Oh, certo."
Appena chiusi la porta alle mie spalle mi girai verso di lui.
"Grazie Niccolò. Mi hai salvata ancora..."
"Marghe, non ringraziarmi. Ho fatto solo la cosa più spontanea. Difenderti."
Arrossii. Era sempre così dolce...
"E comunque se si rifà vivo, avvertimi subito, che gli spacco la faccia. Le donne non si toccano."
"Lo farò"
Dissi guardandolo dritto negli occhi, con la consapevolezza che quel lurido essere del mio ex marito si sarebbe fatto rivedere sicuramente. Mi aveva anche avvertita. Non sarebbe finita lì.
"Ciao Marghe. È stato bello... Riaverti affianco."
Disse allontanandosi.
"Anche per me..."
Probabilmente però era già troppo lontano per sentirmi.
Cercai di ritrovare le forze e sistemare le emozioni dell'ultima ora, che mi rendevano un mix di umori, e mi diressi in ospedale con la valigia di mia figlia.
"Finalmente, mamma!"
"Scusa amore. Ho avuto... Un contrattempo."
Non le avrei certamente raccontato del padre, e soprattutto di come non fosse cambiato di una virgola e che non aveva esitato neanche un secondo prima di colpirmi come in passato.
"Tu come ti senti?"
"Non tanto bene. Ho un gran mal di testa."
"Sai una cosa? Un po' te lo meriti"
Dissi cercando di alleviare la situazione.
"La prossima volta farai il tuo dovere e non scapperai al mare con chissà chi."
"Lo so mamma, ho sbagliato. Non dovevo farlo, ma ho capito. Non succederà più."
"Va bene."
Dissi. Mi fidavo di lei e sembrava veramente pentita. Inoltre era molto malata e non volevo farla affaticare troppo. Era già stata una giornata molto pesante, l'ultima cosa di cui avevo bisogno era di litigare ancora con mia figlia.
"Adesso mettiti giù e dormi"
Dissi accarezzandole la testa.
"Stai vicina a me"
Disse quasi sussurrando.
Faceva tanto la dura, ma dentro era molto fragile. Proprio come me. Nonostante si sentisse adulta, aveva ancora bisogno delle mie coccole. E io ne ero solo più felice. Mi piaceva farla addormentare come da bambina. Mi mettevo seduta al bordo del letto e cantavo le ninna nanne per lei. Perché la passione per il canto non l'avevo mai persa. Era vivida come prima, nonostante lo facessi solo per passione e non come lavoro come avevo sognato.
E feci come tanti anni prima. Mi misi vicino a lei e cantai. Una melodia. Una melodia semplice che viveva con me. Una melodia del mio passato che avevo tanto provato a dimenticare, ma che in fondo era sempre rimasta con me."E adesso sogno soltanto che arrivi il giorno, che la notte mi giro e non dormo. Mischio le lacrime col vino rosso e ti sento nei discorsi di chi mi sta intorno. Eri la nota che, eri la nota in me. Eri la nota che fa uscire il capolavoro che in me. In me."
Si addormentó velocemente cullata dalla mia melodia e dai piccoli buffetti che le davo sulla testa per rassicurarla. Era ancora molto calda e questo un po' mi preoccupava. Avrei dovuto parlare con il dottore la mattina dopo, ma non riuscivo ad aspettare. Uscii e chiusi velocemente la porta dietro di me. Non volevo che si svegliasse a causa della luce proveniente da fuori.
Appena fui in corridoio, il mio cellulare cominció a suonare.
Sul mio display apparve il nome di colui che avevo dimenticato: Fabrizio.
Risposi subito. Non ero stata molto corretta nei suoi confronti.
"Hey"
Dissi subito.
"Ciao Marghe. Come stai?"
"Io abbastanza bene"
Bugia.
"Senti, scusa se non ti ho chiamato, ma mia figlia ne ha combinata una delle sue e sono stata parecchio occupata in queste ultime ore."
Dissi cercando di trovare una scusa plausibile. Che, alla fine, non era una vera e propria scusa. Non l'avevo chiamato perché... Non ne avevo avuto tempo. O forse perché non sapevo più come comportarmi con un uomo?
" Spero niente di grave"
"Ha fatto una scappatella al mare, ma si è presa un febbrone e ora siamo all'ospedale."
"Oh, mi dispiace."
Sembrava veramente dispiaciuto. Forse si sentiva un po' in colpa per avermi chiamato in un momento un po' delicato. Fosse solo questo...
"Scusa se ti ho disturbata."
"Nessun disturbo."
"È che... Avevo bisogno di sentirti. Non faccio altro che ripensare a quello che è successo tra di noi ieri sera. Il bacio... Me lo sogno lo notte."
"Anche io ci penso molto."
Altra bugia.
Fra tutti i casini che mi erano successi nelle ultime ore, non avevo proprio avuto il tempo materiale per pensare a me stessa, alla mia storia, se storia si poteva chiamare, con Fabrizio.
Certo, non era stato un gesto indifferente neanche per me. Ma non ci avevo riflettuto tanto.
Mi sentii un po' in colpa. Non volevo ferire i suoi sentimenti... D'altronde era un uomo molto sensibile e non volevo perderlo. Almeno di questo ero sicura."Ti va di vederti una di queste sere?"
"Mi piacerebbe molto... Ma non so dirti quando. Devo stare con i miei figli. Sai, l'altra sera, quando siamo usciti, sono tornata a casa e c'era mio figlio che si stava dissanguando. Sono stata una stupida, non posso permettermi di lasciarli a casa da soli."
" Hai ragione. Allora ci vediamo al lavoro. "
Sembrava molto dispiaciuto. E sentendo la sua voce abbattuta lo fui anche io. Non volevo deluderlo, ma neanche illuderlo. Però, anche solo sentirlo, mi aveva tirato su di morale, e la paura che riattaccasse cominció a invadere il mio corpo.
" Facciamo così, io mi organizzo per lasciarli da qualche parte, così poi riusciamo a vederci."
"Sarebbe fantastico."
Come me, anche il suo tono era molto più sollevato.
"Allora ci vediamo presto."
"Buonanotte Fabri."
"Buonanotte."
Rimasi nel corridoio imbambolata, con il telefono in mano. Avevo fatto la cosa giusta? L'avrei scoperto solo vivendo. Cercando di scacciare brutti pensieri dalla mia povera mente tormentata, mi diressi nella stanza del dottore che assistiva mia figlia.
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IL CAPOLAVORO CHE È IN ME 2 // ULTIMO
FanfictionDopo vari anni Margherita, ormai sposata e con due figli, é costretta a tornare a Roma. Fra mille casini, rincontrerà quello che è stato il casino più grande della sua vita. Alla fine della storia ho aggiunto un piccolo "scambio di idee" fra tutti i...